martedì 24 giugno 2008

il sogno danese

Il reportage La parola-chiave è flexicurity, ossia «flessibilità e sicurezza». Il risultato: alti salari e zero disoccupati
Il sogno danese? «Tutelati dallo Stato, non dai genitori»
A Copenhagen chi viene licenziato riceve tre anni di stipendio. «E per gli studenti, prestiti agevolati»

DAL NOSTRO INVIATO COPENHAGEN - La parola chiave, quella che fa sorridere Rune Rasmussen - non senza una certa aria di compatimento «per i poveri coetanei italiani, così frustrati» - è questa: «Flexicurity». Flessibilità e sicurezza insieme, ecco il segreto di Copenhagen. Contratti atipici e il welfare più efficiente del mondo. Stipendi alti (Rune, 32 anni, lavora da tre settimane nel dipartimento di Economia del Comune e guadagna 4 mila euro al mese) e disoccupazione tra le più basse d' Europa (il 2 per cento). Nessun salto nel vuoto se si perde il posto. Come a dire: se ti scade il contratto dopo sei mesi, non ti preoccupare, ci pensa lo Stato. «E se ti licenziano - continua Rasussen - ti devono pagare almeno tre anni di lavoro». Copenhagen, il paradiso dei trentenni. Coccolati, accuditi e tutelati non dai genitori (che «accompagnano» i figli fuori casa intorno ai 18 anni), ma dallo stato sociale. Sei in attesa di un posto? Oltre 1600 euro al mese di sussidio. Vuoi prenderti un' aspettativa e rimetterti a studiare? Benissimo, 6 mila corone di contributo mensile e l' asilo nido gratuito per i bambini. Serve un prestito mentre studi? Interessi bassissimi e si comincia a pagare dopo due anni dal primo impiego. Una macchina che funziona. Grazie alle tasse elevate che tutti pagano senza fare troppe storie (si va dal 35 al 63 per cento per i redditi più alti) e al samfundsrelevant, il senso di responsabilità sociale, bandiera dei danesi oltre all' hygge, quell' idea di accoglienza che si trasmette stando insieme. Certo, il lavoro non manca, anzi. Ai ricercatori stranieri, addirittura, si offrono agevolazioni fiscali (le tasse sono ridotte al 25 per cento). E gli stipendi sono alti. Altro che generazione mille euro. I salari sono decisi ogni anno dai sindacati di categoria: sotto una certa soglia non si va. Sofi, che fa la cameriera in un bar di Stroget, la zona pedonale della città, porta a casa 100 corone l' ora, poco meno di 15 euro. Brigitte Nielsen (come l' attrice, ma i giovani di Copenhagen a stento se la ricordano) ha 24 anni e un pancione di sette mesi. È iscritta a Scienze sociali e non potrebbe essere più serena: «Se rimani incinta mentre studi puoi ritardare di 12 mesi la data della laurea. E in più ricevi 5 mila corone di sussidio (circa 670 euro) ogni mese». Brigitte un fidanzato ce l' ha. «Peccato - scherza -: se sei una mamma single ti pagano molto di più». Investire sui giovani. Michala Hvidt Breengaard, ricercatrice dell' istituto di Sociologia dell' Università di Copenhagen (gratuita come tutti gli atenei del regno), spiega i capisaldi del welfare danese: «Gli studenti universitari ricevono 665 euro mensili lordi ogni mese. Un meccanico di 26 anni (37 ore di lavoro settimanale) guadagna intorno ai 3.600 euro, un laureato standard 3.800, un ingegnere 4.500. Ma le donne in genere hanno salari più bassi degli uomini». Commento di una danese che comunque ammette che «in effetti sì, lo Stato per le donne fa molto di più rispetto ad altri Paesi europei». Soprattutto per la famiglia. Kristian, 29 anni e Sophie, 30, hanno una bambina. Lui fa il manager (circa 7 mila euro al mese), ma ultimamente (per 14 settimane) è rimasto a casa (a stipendio pieno) per accudire la piccola Liva. «Tutti i papà della mia generazione - racconta - aiutano le compagne nell' accudire i figli». Come Robert Kiemmensen, 35 anni, docente a Scienze politiche, che in università ci porta la bimba di sei mesi. «I genitori, qualunque sia il loro reddito, ricevono un sussidio quadrimestrale esentasse. Sono 4.500 corone (600 euro) a tranche». Per quanti mesi? Robert si mette a ridere: «Fino al compimento del diciottesimo anno». Come se non bastasse, ci sono tassi agevolati per acquistare la casa, studentati a canone politico, fondi per disoccupati. E chilometri di piste ciclabili, asili per tutti (le babysitter sono praticamente inesistenti), biciclette gratuite da lasciare nelle rastrelliere comunali (basta infilare nel manubrio 20 corone, come al supermercato), criminalità quasi azzerata. Tanti buoni motivi per essere trentenni-danesi- contenti. Lo dicono anche le classifiche: l' ultima, quella della rivista inglese Monocle, indica Copenhagen come la metropoli più vivibile al mondo. I criteri su cui si è basata l' indagine: welfare, trasporti, lotta allo smog. Il top. E non è un caso che nei primi 20 posti non ci sia neanche una città italiana. * * * La scheda Laureati Un neolaureato danese guadagna circa 4 mila euro al mese. Il tasso di disoccupazione in Danimarca è tra i più bassi di Europa: 2 per cento Welfare A Copenhagen l' università è gratuita, le madri possono rimanere a casa dal lavoro per un anno (cresce il tasso di natalità), i padri per 14 settimane. Esistono sussidi per i disoccupati e per chi riprende a studiare Flessibilità Sì, ma con sicurezza. Ci viene licenziato può contare su un' indennità per tre anni

Sacchi Annachiara
Corriere della sera, 18 giugno 2008