mercoledì 27 agosto 2008

Veronesi: Diventare vegetariani è meglio

Il tema è molto interessante, anche se, purtroppo, Veronesi in questo articolo propone di aumentare la produzione di vegetali tramite ogm...
greg
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Diventare vegetariani è meglio

Repubblica — 21 agosto 2008 pagina 29 sezione: R2
La bistecca in vitro non deve scandalizzare né gli scienziati né i buongustai. Risponde al dovere morale della scienza di trovare soluzioni al più urgente problema del pianeta: come procurare acqua e alimenti per tutti i suoi abitanti e come riparare la terribile ingiustizia alimentare che fa sì che milioni di persone muoiono di fame da una parte del mondo, e milioni si ammalano per troppo cibo dall' altra. Siamo alle soglie di una Conferenza mondiale in Italia, si terrà a settembre a Venezia, proprio su questo tema: "Food and Water for Life". Se però culturalmente l' idea della carne artificiale è interessante, praticamente mi sembra poco proponibile per un motivo semplice: è inutile generare alimenti in vitro quando la natura ci offre opportunità per alimentare tutti a sufficienza, e per stare bene. Perché buttare via questa immensa chance? Guardiamo il mondo animale: gli erbivori, come le capre, che si nutrono di cibo naturale, non sviluppano il cancro. Invece quindi di creare carni artificiali solo per soddisfare gli occhi e il palato ed educare l' intera popolazione a un gusto diverso e innaturale, è molto meglio diffondere l' abitudine al sapore dei vegetali, della frutta, dei cereali, dei prodotti del latte, che già esistono nella natura e nelle culture dei diversi popoli. Questo davvero contribuirebbe ad un migliore uso delle risorse che la natura mette a disposizione. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinati agli animali da allevamento: in pratica quasi il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali di allevamento invece di sfamare persone. Per ottenere un chilo di carne bovina occorrono 15.000 litri di acqua, mentre per un chilo di cereali ne bastano poco più di cento. Ogni anno l' America del Sud distrugge una parte della foresta amazzonica grande come l' Austria per far posto ai pascoli e gli animali. E in futuro? Che succede se India e Cina assumono in massa le abitudini alimentari carnivore occidentali, come sembra? Oggi ci sono 3 miliardi di capi di bestiame destinati a sfamare un miliardo dei sei che popolano la Terra e che invece si nutrono principalmente di cereali: riso, frumento, mais, orzo. Se tutti si mettessero a mangiare carne avremmo più animali che uomini sulla Terra: un incubo che infrangerebbe tutti gli equilibri del pianeta. Per questo dobbiamo prendere atto che l' evoluzione verso una dieta vegetariana è inevitabile. Certo, come accenna il giovane Matheny, pensare di convincere 6 miliardi persone ad essere rigorosamente vegetariani per sempre non è forse meno folle che inventare la carne artificiale. Anch' io la penso così, ma credo che tutto debba avvenire all' insegna della gradualità e con programmi intelligenti per far evolvere la produzione di cibi vegetali e ridurre progressivamente l' allevamento di bestiame da macello. è qui che dobbiamo mettere in campo le nostre conoscenze genetiche per migliorare la produttività delle piante che la natura ha già creato, ma che possono offrire più cibo e di migliore qualità se con la genetica le aiutiamo ad adattarsi a un ambiente che varia a ritmi più rapidi dei tempi di evoluzione naturali. La scienza sta sperimentando piante che crescono in terreni aridi e salini, resistono agli attacchi dei parassiti, sopravvivono alla siccità. Il passaggio rapido dalla sperimentazione ai piani di produzione agricola contribuirebbe in modo concreto e sostenibile, per l' ambiente e l' economia, alla fine della malnutrizione e alla fame nel mondo. Parallelamente, la scienza deve contribuire all' operazione culturale di diffusione del consumo di vegetali e abbandono delle abitudini carnivore Oltre al bisogno di più cibo e acqua sul pianeta, il vegetarianesimo risponde anche alla domanda di buona salute. Non ci sono dubbi scientifici sul fatto che un' alimentazione povera di carne e ricca di vegetali è la più adatta a proteggerci dalle malattie più gravi e mantenerci in buona forma. Inoltre gli alimenti di origine vegetale ci difendono dall' azione dei radicali liberi, quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Tutto fa concludere allora che chi segue una dieta ricca di vegetali è meno a rischio di ammalarsi e può vivere più a lungo e in buona salute. L' obiettivo ragionevole da raggiungere fra qualche generazione non è quindi l' introduzione di carne diversa, artificiale, ma la riduzione drastica della carne tradizionale dai nostri menu. Per noi stessi, per gli altri uomini e per la splendida armonia della Terra, che comprende anche i nostri amici animali. Il mio impegno a favore del vegetarianesimo non ha solo basi scientifiche e mediche, ma anche filosofiche. Anzi è nato in me da bambino dall' amore e dal rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando non può difendersi e far valere le sue ragioni. Non ho mai sopportato la prigionia degli allevamenti e la crudeltà della macellazione. Evitare la carne è un modo per evitare la sofferenza inutile degli animali. - UMBERTO VERONESI

martedì 26 agosto 2008

ancora sulla scomparsa delle api

da www.beppegrillo.it


Se vedete un’ape che muore, preoccupatevi. Albert Einstein disse: “Se l’ape scomparisse, all’uomo resterebbero quattro anni di vita”.
Le api producono miele, pere, mele, pomodori, trifoglio, erba medica, latte, carne. Trasportano il polline e trasformano il mondo in cibo. Le api, un bioindicatore dell’ambiente, sono una specie a rischio. Oggi loro, domani noi. Il Guardian nell’articolo “Honeybee deaths reaching crisis point” riporta che un terzo dei 240.000 alveari britannici è scomparso durante l’inverno e la primavera. Il ministro inglese Rooker ha dichiarato che, se non cambierà nulla, entro dieci anni non ci sarà più un’ape nell’isola. Le api contribuiscono all’economia britannica per 165 milioni di sterline all’anno per la produzione di frutta e verdura. Oltre al miele naturalmente. La Honey Association prevede che il miele locale sarà finito in Gran Bretagna entro Natale. Riapparirà sulle tavole soltanto nell’estate del 2009.
La crisi è mondiale. Il maggior produttore di miele è l’Argentina che ha ridotto del 27% le sue 75.000 tonnellate annue. Negli Stati Uniti (-25% degli alveari nel 2008) e nel resto del mondo le api ci stanno lasciando. In Italia è una strage. Nel 2007 sono morte il 50% delle api, persi 200.000 alveari e 250 milioni di euro nel settore agricolo. Ma non è una priorità. Gli inutili soldati nelle strade, il bavaglio alla Giustizia con la separazione delle carriere, le impronte ai bambini Rom, il lodo Alfano per la messa in sicurezza della banda dei quattro, gli inceneritori della Impregilo. Queste sono priorità!
Perché le api muoiono? Per l’ambiente, il clima, la varoa (un acaro), i pascoli trasformati in coltivazioni di soia per i biocarburanti, per i pesticidi, l’inquinamento dei corsi d’acqua. Gli alveari si spopolano per il fenomeno del CCD (Colony Collapse Disorder) perché la razza umana sta avvelenando il mondo.
Qualcosa in Italia si può fare e subito. Vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi. In Francia lo hanno già fatto. Sulle api hanno l’effetto della nicotina. Gli fanno perdere il senso dell’orientamento, non riescono a ritornare nell’alveare e muoiono.
Chi usa o produce un pesticida nicotiniode mette a rischio, oltre alle api, anche la nostra sopravvivenza. Datemi una mano, inserite nei commenti di questo post informazioni sui produttori, sugli utilizzatori, sulle conseguenze sull’ambiente.
Chi avvelena un’ape, avvelena anche te.

domenica 24 agosto 2008

dovete salvare le api - lettera agli agricoltori

Albert Einstein disse che se scomparissro le api l'umanità avrebbe 4 anni di vita...
greg

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Da "La repubblica", 23 agosto 2008
Cari agricoltori, voi che ogni mattina uscite di casa e siete a contatto con sistemi viventi, avete un punto di vista privilegiato, che vi rende preziosi per noi che al mattino ci infiliamo nei nostri uffici, nelle nostre auto, nelle nostre metropolitane. Voi avete a che fare con situazioni che vi parlano e potete accorgervi dei cambiamenti: quando sono lenti, giustamente, non vi sgomentano; ma quando sono troppo rapidi vi mettono in allarme.Qualche giorno fa un agricoltore delle mie parti mi diceva che nelle sue campagne non ci sono più pipistrelli. Me lo diceva dispiaciuto e io pensavo che in città invece ci sono. Devo aver fatto una faccia eloquente, che diceva "sai che perdita~" perché lui mi ha spiegato che i pipistrelli si nutrono prevalentemente di zanzare e possono mangiarne anche 2000 in una notte. (Beh, mica male allora, ho pensato). Solo che grazie agli insetticidi ci sono sempre meno insetti e quelli che ci sono, sono avvelenati, e i pipistrelli li mangiano e accumulano sostanze tossiche e si ammalano. E in più gli insetticidi fanno fuori anche gli insetti "utili" come per esempio le api. Paradossalmente, le città sono luoghi più sicuri, più al riparo dalla chimica, e i pipistrelli se ne sono accorti. Vi scrivo per chiedervi un favore. Quella delle api sta diventando la tragedia di questi anni. è il Titanic che affonda, con tutti noi dentro. Voi - insieme agli apicoltori, naturalmente - siete coloro che constatano i danni per primi, mentre in prima classe l' orchestra continua a suonare.

Da qualche anno le api muoiono ad un ritmo e in una quantità senza precedenti. Se ne sono accorti prima negli Stati Uniti, ma l' Europa non ha tardato a vedere che qualcosa di simile stava succedendo anche in casa sua. Le zone in cui muoiono le api sono, prevalentemente, quelle in cui si coltiva mais, ma anche quelle della frutta e degli ortaggi. E questo ha portato a verificare se non c' era un collegamento tra gli insetticidi usati e questa moria. C' era. Sostanze tossiche insetticide di ultima generazione, dette neonicotinoidi, creano un disturbo neurologico nelle api, che non riescono più a nutrirsi né - spesso - ad orizzontarsi per rientrare nell' alveare e muoiono. L' effetto è simile a quello del gas nervino sugli uomini. Naturalmente non ci sono residui nei mieli, perché semplicemente di miele non riescono più a produrne, muoiono prima. Ora, voi sapete meglio di me che l' 80% delle impollinazioni in agricoltura e in generale in natura, avviene grazie alle api. Siamo stati talmente bravi nello sterminare chimicamente tutti gli altri insetti che alcuni di voi devono ricorrere ad ogni primavera al "noleggio" degli alveari presso gli apicoltori: questi vengono, liberano le colonie nei vostri campi e se ne vanno la sera, dopo aver bottinato. Sembra strano, vero? Gli apicoltori in teoria dovrebbero già essere contenti perché le loro api si son procurate il nettare. Ma voi sapete bene che state pagando un servizio prezioso e di sicuro il semplice scambio sarebbe iniquo. Guadagnate molto più voi da un campo ben impollinato di quanto guadagni un apicoltore con il miele che quella giornata può rendergli.

I pesticidi che stanno uccidendo le api sono assolutamente legali nel nostro Paese, mentre in altre nazioni come Francia, Germania e Slovenia sono stati vietati, sulla base del principio di precauzione che ogni governo dovrebbe avere come sua stella polare. Quindi molti di voi li usano regolarmente, considerandoli strumenti assolutamente normali del proprio lavoro. Si chiamano Epik, Confidor, Gaucho, Calipso, Actara, Cruiser. E contengono principi attivi che si chiamano Acetamiprid, Imidacloprid, Thiacloprid, Thiamethoxam, Fipronil. Si usano non solo per il mais, ma anche per molti tipi di frutta e di ortaggi, oltre che per le piante ornamentali. Sì, certo, i fiori. Riuscite a immaginare qualcosa di più paradossale? Le api che muoiono per colpa dei fiori su cui è stato usato un insetticida? Il nettare dei fiori, ai fiori non serve a nulla. Serve solo ad attirare gli insetti, è una sostanza dolce che ha l' unico scopo di nutrire gli insetti che con le loro zampe o ali inzaccherate di polline renderanno il favore alla pianta, trasferendosi sul prossimo fiore e impollinandolo. Quindi, cari agricoltori, ce l' avete voi in mano il timone di questa nave. Siete gli unici che, con un semplice atto di volontà, potete cambiarne la rotta, invece di spedirla contro l' iceberg che si profila all' orizzonte. Anche se la legge non lo vieta, smettete di usare quegli insetticidi. Fatevi consigliare un' alternativa, che non contenga quelle sostanze. In attesa che il lento mondo della politica si attivi e che il mondo della ricerca trovi le risorse per procedere in modo "rigoroso e rispettoso", iniziate voi a fare qualcosa di semplicemente "sensato". Siamo in un Paese strano, che trova tempo, modo e fantasia per impedire ai bambini di giocare a palla in spiaggia, ma non riesce a racimolare l' energia per contrapporsi a un disastro che sta divorando la nostra agricoltura, il nostro ambiente, il nostro benessere. Con le multinazionali della chimica che pur di mantenere i loro incassi sono disposte a cancellare dalla faccia della terra proprio le attività che dovrebbero star loro più a cuore.

Non c' è tempo per adeguarsi al passo dei balletti che si compiono dentro o fuori dai palazzi dei bottoni. Voi potete fare qualcosa subito, segnare ancora una volta un primato di sensibilità e di attenzione per l' ambiente. Vi basta leggere un' etichetta e lasciare quei prodotti sugli scaffali dei rivenditori. Le alternative ci sono, e bisogna cercarle. Dovete comportarvi meglio di quanto le leggi vi chiedono, perché evidentemente queste leggi non sono adeguate, non proteggono né voi né le vostre colture, né la vostra salute né quella del pianeta. A voi chiedo il coraggio di portare tutti fuori dai guai. Ancora una volta, come succede da millenni, prendetevi cura del nostro futuro.

Carlo Petrini
Fonte: http://ricerca.repubblica.it
Lin: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/23/lettera-agli-agricoltori-dovete-salvare-le-api.html

lunedì 11 agosto 2008

EMERGENZA UMANITARIA CAUCASO

EMERGENZA UMANITARIA CAUCASO

L’organizzazione di volontariato “MONDO IN CAMMINO”, attiva da anni in Caucaso, è appena tornata da una missione in quelle regioni, dove, fra l’altro, ha visitato i campi profughi osseti e ceceni. Ha riscontrato situazioni drammatiche: situazioni in cui, oltre all’emergenza umanitaria, è presente uno stato di abbandono generale ed in cui (nonostante i proclami di tutela delle autorità locali) buona parte dei profughi vive senza il riconoscimento dei più elementari diritti umani e civili. Ora, in questa già difficile situazione, andranno ad aggiungersi le migliaia di profughi in fuga dal conflitto osseto/georgiano. Oltre all’assenza di strutture recettive, l’esodo di queste migliaia di persone creerà una situazione di provvisorietà permanente e di tensione conflittuale in tutto il Caucaso che potrà determinare il futuro di tutta la regione, con ripercussioni sugli equilibri strategici internazionali. DI FRONTE A QUESTA TRAGEDIA UMANITARIA Ė ASSOLUTAMENTE NECESSARIO INTERVENIRE.

Mondo in Cammino, che dispone di contatti logistici ed organizzativi in loco, sta preparando una nuova missione, per intervenire direttamente a favore dei profughi.

PER CONTRIBUIRE ALL’EMERGENZA CAUCASO QUESTE SONO LE COORDINATE:

Banca Popolare Etica, Via San Pio, 15 bis, 10100 Torino – ABI: 05018; CAB: 01000; CIN: W; CONTO CORRENTE 000000512770; Codice IBAN: IT 44 W 05018 01000 000000512770

CAUSALE: EMERGENZA CAUCASO

Massimo Bonfatti,

presidente di Mondo in Cammino

www.mondoincammino.org

www.progettokavkas.it

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nota : pubblichiamo l'annuncio a titolo di solidarietà, non abbiamo al momento relazioni con l'associazione "mondo in cammino"

esuberi alitalia: chi racconta storie?

Berlusconi ha annunciato che con la fantomatica cordata italiana (che ha però bisogno di un partner straniero) gli esuberi saranno 7000, meno di quanto previsto quando si ipotizzava al fusione con Air france.
da: "....Per risollevare le sorti di Alitalia il governo italiano sta trattando «con una grande compagnia straniera». Lo ha annunciato al Tg1 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, specificando che l'esecutivo da lui guidato farà «una alleanza che si porrà sul piano internazionale. Esattamente l'ipotesi opposta della svendita ad Air France che voleva fare il precedente governo - ha sottolineando il premier - e che comportava tra l'altro 7 mila esuberi. Esuberi ce ne sono di sicuro, cercheremo di ridurli al minimo."...
http://www.corriere.it/politica/08_agosto_07/berlusconi_alitalia_997ac41c-64ae-11dd-8c8a-00144f02aabc.shtml


Peccato che il 10 gennaio fosse stato pubblicato un articolo dove gli esuberi erano 2200.......
Comunque, è interessante andare a fare una ricerca nell'archivio di Repubblica: si scoprono un sacco di vecchi articoli sugli esuberi Alitalia e i vari tentativi di salvataggio....sarebbe comico se non fosse tragico...
vedi ad esempio: http://ricerca.repubblica.it/repubblica?query=esuberi%20alitalia&view=archivio


greg
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Nuova flotta e 1700 esuberi ecco Alitalia targata Air France
Repubblica — 10 gennaio 2008 pagina 44 sezione: ECONOMIA

ROMA - Arriva trafelato, col suo gessato blu, seguito dallo staff italo-francese che gli è rimasto incollato in ogni spostamento. La no-stop romana di Jean-Cyril Spinetta sta per chiudersi («Ho l' aereo tra poche ore, un aereo Alitalia», si affretta a dire). Ha con se quel piano di 100 pagine che prevede genericamente l' addio a Malpensa e la scelta di Fiumicino come hub. Nel progetto, conferma, «ci sono al massimo 1700 esuberi», in Alitalia Fly. E da sabato prossimo, quando verrà siglato l' accordo per la trattativa in esclusiva, ci saranno 8 settimane per arrivare all' offerta vincolante e alla fusione. Spinetta, nel corso del primo incontro in terra italiana con la stampa, tenuto ieri in un affollatissimo hotel del centro di Roma, parla del suo progetto, senza però mostrare troppo del piano che i sindacati confederali temono sia non facile da gestire. Dalle indiscrezioni di giornata cominciano a filtrare dei numeri: in quelle 100 cartelle ci sarebbero almeno 500 tagli in più oltre i 1.700 confermati dal presidente. Si salirebbe infatti a quota 2200 esuberi considerando anche il personale di terra. «Niente di drammatico» sottolineano le fonti interpellate da Repubblica. Quanto alla flotta, a terra resterebbero tra i 22 e i 25 aerei: alcuni perché poco capienti, altri (i Boeing 767) perché non più in linea con quanto ha in mente il management francese che punta su una flotta omogenea, con «i più moderni 777-200» tagliati su misura sulla nascente compagnia italo-franco-olandese. Un vettore di primissimo livello, nelle intenzioni del navigato manager che ha portato in cima alle classifiche Air France: «Non vogliamo solo rilevare Alitalia ma costituire un campione europeo che sia competitivo» assicura Spinetta. Un progetto ambizioso che non dimentica, però, i rischi. Az Servizi, ad esempio è uno di quei temi scivolosi sui quali si può innestare la reazione molto dura di Cgil e Cisl. Nell' incontro avuto al mattino al ministero dell' Economia, Spinetta avrebbe rassicurato Tommaso Padoa-Schioppa sia sul tema della forza lavoro sia su Malpensa. Az Service, invece, viene considerato «un asset importante per il futuro vettore, ma - dice Spinetta - non dobbiamo perdere di vista le cause alla base dei problemi che affliggono Alitalia. È un nodo, questo, che affronteremo in modo equo, senza strappi». Dietro l' ufficialità di queste parole Air France avrebbe l' intenzione di tenere nel perimetro del gruppo la manutenzione "leggera" lasciando al suo destino la manutenzione "pesante" che comunque dovrebbe cadere tra le solide braccia di Finmeccanica. In proposito, dopo l' incontro con il manager francese la leader dell' Ugl, Renata Polverini, ha spiegato che in caso di mantenimento di Az Service nel perimetro Alitalia, la quota del Tesoro nella nuova holding sarebbe del 5%. Allo stesso modo per lo scalo milanese ci sarebbe qualche spiraglio: alcune rotte, ha confermato lo stesso manager francese, potrebbero restare a Malpensa: «Noi - ha confermato - non abbiamo intenzione di abbandonare Milano: nel lungo raggio manterremo varie destinazioni e saremo attenti a ricreare tutti quei collegamenti che si riveleranno necessari». Quindi, ci sono diverse tratte di lungo raggio salvate dai tagli: sette o otto contro le tre previste da aprile. Insomma, il numero uno della più grande compagnia al mondo, dicono fonti vicine all' esecutivo «ha capito di aver vinto, ma non vuole certo stravincere». Il nuovo titolo del super-gruppo, con l' offerta pubblica di scambio al 100% di adesioni, sarà quotato anche a Milano, oltre ad Amsterdam e Parigi. - LUCIO CILLIS

giovedì 7 agosto 2008

manovra economica 2008 (in progress) parte1

Questi sono appunti "in progress" sulla manovra economica 2008 e quanto sta accadendo in Italia. In progress perchè....ogni giorno ce n'è una nuova, e la smentita di quanto fatto il giorno precedente...
E' in forma di appunti, domande, aperta a tutte le risposte, ammesso ce ne siano...
greg

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ABOLIZIONE DELL'ICI SULLA PRIMA CASA
Avrei continuato a pagarla volentieri, se questo fosse servito a garantire servizi sociali, sanità ecc.
La sinistra ha voluto inseguire le demagogie del Grande Imbonitore, ed ora chi ci guadagna sono i proprietari di grandi case che non pagnao nulla.
Per compensare il mancato introito ici, cosa ci chiederanno i comuni?
(inserire qui quello che bolle in pentola).

Sembra che abbiano abolito la separazione dei conti correnti dei professionisti tra quello personale e quello per la ditta...così sarà sempre più difficile fare controlli fiscali...

Come pure sembra abbiano portato da 5.000 a 10.000 euro il massimo per gli assegni trasferibili....altro regalo per chi fa ballare i soldi...

martedì 5 agosto 2008

alitalia & C: fantaeconomia o realtà??

Forse questa è solo fantaeconomia....ma vale la pena tenere da parte l'articolo e rivederlo tra qualche mese...
greg
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Alitalia-Telecom-Generali: il trittico della vergogna!

L'estate del 2008 verrà ricordata probabilmente, oltre che per le Olimpiadi, anche come l'estate opaca di un capitalismo italiano decaduto e povero.
In agosto si stanno decidendo le sorti di alcune importanti aziende e il potere politico economico italiano sta pensando a una grande spartizione a tutto danno del Mercato libero. La politica ha le mani libere, dopo le votazioni, nello spartirsi la torta. I partiti sono rimasti infatti in pochi (i piccoli partiti politici che chiedevano di mangiare ...sono stati eliminati e i grandi si possono agevolmente spartire importanti profitti che la loro posizione politica mette a disposizione). La madre di tutte le schifezze si chiama Alitalia (Milano: (Pubblicità)


ALITALIA
Prodi tentò di venderla ai francesi (in cambio di chissà quali favori). Ma molti si opposero. Era meglio venderla agli amici degli amici. Il costo dell'operazione Alitalia per le casse dello stato italiano nel 2008 sarà enorme. A NOI CONTRIBUENTI COSTERA' CIRCA 1 MILIARDO (FORSE DI PIU')
- Considerate persi i 300 milioni elargiti a inizio anno
- Il piano di salvataggio prevede il NON RIMBORSO DELL'OBBLIGAZIONE Alitalia in mano al governo (per circa 400 milioni più interessi....ovvero altri 30 milioni)
- Oneri che lo stato si prenderà per venire incontro al salvataggio di Alitalia (esuberi, prepensionamenti, cassa integrazione ecc ecc per un totale calcolabile in 300 milioni ma forse tali oneri sono sottostimati.

Senza contare che: agli azionisti di Alitalia non verrà riconosciuto nulla e ai proprietari di obbligazioni solo pochi spiccioli. Con questo aiuto governare Alitalia sarebbe facile. Anche un bambino ci riuscirebbe a far decollare la compagnia di bandiera.
Tutto sommato come contribuente potrei anche starci. Pago tanti e tanti soldi ma riesco ad ottenere uno snellimento (finalmente) di dipendenti, ottengo una società NON INDEBITATA, con il giusto personale, con un marchio e una struttura importante. Fare soldi con una tale struttura è facile. Il tutto passa poi da un forte aumento di capitale e il gioco è fatto.

Alitalia potrà risorgere. Ma poi io contribuente vengo sconvolto dalla notizia....
I NUOVI AZIONISTI NON SARANNO PIU' GLI ITALIANI MA UN GRUPPO DI IMPRENDITORI DA STRAPAZZO:
- TOTO (DI AIRONE). Ryanair sostiene che Airone goda di cattiva salute e che rischi il fallimento. La banca finanziatrice di Airone è Banca Intesa, tramite Passera (che gode di una RELAZIONE PERICOLOSA con il capo delle relazioni esterne di Airone stessa). Anche Dagospia prende in giro il nostro Passera citando spesso il suo "AMORE" per Airone... Airone vorrebbe salvarsi fondendosi con Alitalia (a spese del contribuente italiano) o apportando valore (peccato che l'apporto potrebbe essere fatto a valori doppi di quelli di mercato, salvando de facto la società da un possibile dissesto). Banca Intesa finanzia non solo Airone ma anche Alitalia. Il fallimento delle due società porterebbe un danno enorme alla banca e al corso delle sue azioni. Milano Finanza di Panerai (noto amico di Passera, Montezemolo, Ligresti, Della Valle, Geronzi, Mussari, Toto, ha lanciato una possente campagna di stampa a favore di Banca Intesa. Una campagna assurdamente di parte che getta un'ombra sulla capacità di certa stampa di essere obiettiva e non strumentalizzata)
- COLANNINO
Imprenditore che portò al dissesto Telecom Italia (Milano: TIT.MI - notizie) . Che ottenne, come buona uscita da telecom Immsi per due soldi. Immsi era una società immobiliare, gli immobili erano a bilancio a un prezzo basso. Colannino vendette il patrimonio di Immsi (con profitto) e comprò Piaggio
L'acquisto di Piaggio riuscì grazie alla negoziazione con le banche. Le convinse a trasformare debito in azioni. L'opera di Colannino, con un mercato mondiale in crescita e con bassi tassi d'interesse riuscì e la Piaggio fu portata con successo in borsa poco tempo fa a 2,30 euro. Il parco buoi credette in Colannino....e comprò Piaggio. Oggi l'azienda di pontedera quota intorno a 1,30 euro. il parco Buoi è servito. Immsi è tornata a quotare 0,7, ovvero lo stesso prezzo che Colannino pagò a Telecom. Anche perchè i cantieri navali Rodriguez non decollano anzi...così come le ville in sardegna che sta vendendo. Oggi si dice che Colannino potrebbe essere l'azionista di riferimento di Alitalia (forse venderà la Piaggo per 2,5 euro) investirà 200 milioni in Alitalia quasi in assenza di rischio e la stampa lo proclamerà eroe nazionale (salvatore di Alitalia).
BENETTON
Oltre a loro due è previsto l'intervento di Benetton (che ha appena avuto in regalo da Berlusconi delle tariffe autostradali che garantiranno grandi profitti monopolistici).
LIGRESTI
Anche Ligresti sarà della partita. I due, dopo il controllo di Impregilo (grandi commesse) provano anche a entrare negli aerei. (Benetton è già dentro nelle Stazioni ferroviarie - con Caltagirone - nelle concessioni dei punti di ristoro -Autogrill - e negli aereoporti - Non è un mistero che Benetton punti anche ai porti!!!).
MONTEZEMOLO
Nel frattempo Montezemolo giocherà al capostazione, facendo sfrecciare i suoi treni rosso sangue (sangue degli italiano che hanno pagato per decenni i binari e i treni statali) sui binari di proprietà Ferrovie dello Stato per due soldi. La competizione con le ammaccate Ferrovie è impari, e il garante del mercato dovrebbe intervenire a difesa del sistema pubblico che con Montezemolo perde già in partenza. Con l'aggravante di sapere già di perdere, anzi forse con l'obiettivo di perdere il più possibile...).
TRONCHETTI PROVERA Poteva forse mancare all'assalto!

Forse riuscite a intuire cosa sta accadendo in italia questa estate. SI STA ORGANIZZANDO UN ENORME FURTO AI DANNI DEL POPOLO VACANZIERO ITALIANO.

Pochi falsi imprenditori stanno per banchettare al tavolo Alitalia dove ci sarà un solo perdente: il popolo italiano che paga le tasse. Dimenticavo di raccontarvi due cosa...
Morgan Stanley , Nomura, Banca intesa, potrebbero essere i partner finanziari dell'operazione...
Fra un paio d'anni Alitalia (dopo una tale cura di cavallo) tornerà a valere parecchio in borsa, peccato che la maggior parte degli investitori saranno 8 o 9 imprenditori e soggetto bancari.
Ecco la nuova politica economica italiana: RUBARE AI POVERI PER DARE AI RICCHI (altro che Robin Tax....caro Tremonti....) I nostri imprenditori coccolati dalla stampa locale scenderanno di peso nelle compagnia di bandiera vendendo il 51% a un partner straniero (con tutta probabilità.....Air France ) e realizzeranno una ricca plusvalenza.
Noi Italiani invece saremo pronti a subire un altro scippo senza dire nulla ...anzi spendendo ogni giorno 1,20 euro per comprare giornali che ci vorranno raccontare una VERITA' FALSA E PILOTATA.
Ma in agsto si giocano almeno altre due partite importanti:
Mentre Bazoli e Passera otterranno il si del governo per la faccenda Alitalia (tanto chi paga sono sempre i contribulenti)....Berlusconi cercherà di giocarsi al meglio le chance di contare di più sui tavoli di Generali e Telecom. (il cosidetto scambio di favori e amicizie incrociate... vedi Berlusconi-Geronzi, Berlusconi-Benetton ecc ecc)
Il tutto a formare un trittico di spartizione del potere e di favori incrociati con un solo obiettivo: APPROFITTARE DI QUESTO CROLLO DEI MERCATI PER FREGARE IL PARCO BUOI, FREGARE I CONSUMATORI, FREGARE IL POPOLO ITALIANO E ANDARE CONTRO IL MERCATO LIBERO CON L'ASSENSO DELLA STAMPA.

GENERALI - MEDIOBANCA - ALLEANZA
Geronzi (Penna Bianca), in questa partita gioca la parte del "Leone". Berlusconi è molto attento a sfruttare occasioni per poter contare di più. L'amicizia con Geronzi è nota. E qualcuno sostiene che prima o poi Geronzi prenderà il posto di Bernheim in Generali. Successivamente Generali cercherà di prendere il controllo di Mediobanca. francesi permettendo. Berlusconi e Doris potrebbero giocare un importante partita.
Pensate che la chiusura di operazioni al ribasso su mediolanum potrebbero proiettare il titolo verso i 4 euro in autunno o alla prima grossa risalita degli indici, ovvero pronto per una fusione con Generali. Chissà....
Su Alleanza sarà ovvia un Opa di Generali per due soldi...(forse 7 euro?). Per fare questo il titolo dovrà essere affossato anche a 5 euro. (pensate che già cominciano oggi a mettere le mani avanti, facendo credere che Allenaza cambierà la politica di distribuzione dei dividendi per una politica meno generosa..ottima mossa se si vuole affossare il titolo).

TELECOM ITALIA
Il titolo è volutamente portato in giù da mani che vogliono portarlo a 1 euro ( e forse anche 0,9). L'aumento di capitale sarà per l'autunno ma il terreno deve essere preparato.
Galateri e Bernabè stanno giocando una partita interessante (ricordiamo che galateri è uomo Fiat e mediobanca)dove l'unico perdente sarà il mercato.
Telefonica , Intesa , Generali, Mediobanca dovranno reintegrare le garanzie. Fossati cercherà di mediare gli incauti acquisti fatti al tempo del governo dell'amico Prodi.
Benetton cerca di aiutare Berlusconi a entrare con la sua Fininvest in Telecom (o direttamente o tramite un aumento della partecipazione in Generali o mediobanca).
Tutto per il meglio in questa torrida estate...vero?

da: http://it.biz.yahoo.com/05082008/92/alitalia-telecom-generali-trittico-delle-vergona.html

il nuovo viaggio di Paolo Rumiz

Inizia da martedi 5 agosto, su "la repubblica" il nuovo viaggio di Paolo Rumiz, in pullman, treno, traghetto e autostop, settemila chilometri dall'artico al mediterraneo, dentro Paesi che sono la pancia e l'anima dell'europa ma di cui non si trova traccia nei depliant turistici: Botnia, Carelia, Curlandia, Volinia, Tracia, Latgalia, Masuria,Polesia, Rutenia, Podolia, Bucovina....
Gli altri suoi viaggi mi sono piaciuti moltissimo (e anche con una punta di invidia, c'è da dire....).

Greg

un mulino su ogni tetto

l dispositivo sarà prodotto da un'azienda italiana. tra i progetti anche la barca ad idrogeno
Il sogno di Starck: un mulino su ogni tetto
Un microgeneratore eolico permetterà di risparmiare l'80 per cento dell'energia utilizzata nelle abitazioni

MILANO - Quando scienza, ecologia e design vanno a braccetto, si può stare certi che di mezzo c'è lo zampino di Philippe Starck, il creativo francese che dopo avere legato il suo nome alla produzione di mobili e complementi d'arredo al tempo stesso sexy e (relativamente) alla portata di tutti, facendosi così paladino del «democratic design», intravede ora per se stesso e per il mondo del design nel suo complesso, un futuro tutto all'insegna del verde. E' insomma l'era dell'«ecologic design» e l'ariete con cui si prepara a sfondare il mercato degli ecodispositivi domestici è un microgeneratore di energia che promette di abbattere dell'80% il ricorso alle forme di energia tradizionali. Un piccolo mulino a vento che, nella filosofia starckiana, non è solo funzionale ma anche e soprattutto bello.


Il mulino a vento disegnato da Philippe Starck
PRODOTTO ITALIANO - Presentato ad aprile nel corso del Salone del mobile di Milano, il l'«Eolienne» di Starck ha conquistato un'intera paginata sull'International Herald Tribune. Prodotto da un'azienda italiana, la toscana Pramac, specializzata nella produzione di generatori elettrici e componenti per impianti fotovoltaici (e che nei mesi scorsi ha creato una newco con Banca Intesa, la Solar Express, specializzata nella produzione di energia solare), l'innovativo mulino a vento dovrebbe essere venduto ad un prezzo tra i 500 e gli 800 euro e poi piazzato sul tetto della propria abitazione. Collegato all'impianto di casa, sarebbe in grado di fornire la gran parte del fabbisogno energetico domestico. Il rendimento, va da sè, è legato a molti fattori, primo fra tutti l'esposizione a venti e correnti.

DESIGN TRA LE TEGOLE - Ma sul fatto che un prodotto del genere possa sfondare, lo stesso Starck sembra avere pochi dubbi, spiegando che una buona parte del successo dell'«Eolienne» potrebbe arrivare proprio dal suo design. E in effetti si è decisamente lontani sia dai classici mulini a vento a pale tipici del panorama olandese, sia dai moderni impianti piazzati in serie sulle creste delle colline per la produzione di energia eolica su vasta scala. Il windmill di Starck, con la sua forma quadrata, gli angoli arrotondati e, soprattutto, il look sinuoso e accattivante reso dalla plastica trasparente con cui è realizzato, si presta ad essere una presenza discreta sui tetti delle città, molto meno invasiva di certe ventole metalliche di areazione per canne fumarie o della selva di antenne, tradizionali o paraboliche, che orna le sommità di molti edifici dove gli impianti centralizzati non si sa neppure cosa siano. «In linea con il concetto di immaterialità - ha spiegato il designer -, ho disegnato un windmill molto speciale: bellissimo, la prima turbina eolica quasi invisibile

ECOLOGIA DEMOCRATICA - Starck, in un'intervista al Mondo, il settimanale economico del Corriere della Sera, aveva parlato del suo microgeneratore eolico come di un esempio di «alta tecnologia coniugata con la creatività attraverso un progetto rivoluzionario». E aveva colto l'occasione della presentazione del prototipo per presentare il suo nuovo credo: «Per vent' anni - diceva Starck ho creato oggetti che potessero essere acquistati da più persone possibile, dallo spremiagrumi di Alessi alla sedia La Marie di Kartell, contro l' elitarismo del design. Ora desidero che l' ecologia sia alla portata di tutti. Il windmill rappresenta, infatti, la democratizzazione dell' ecologia. Sarà contenuto in una scatola e venduto nei supermercati, a costi contenuti. Perché chiunque possa decidere di comprarlo e, in pochi minuti, montarselo sul tetto di casa». La collaborazione con l'azienda porterà anche alla realizzazione di una nuova generazione di pannelli fotovoltaici, di barche a idrogeno e auto elettriche. Insomma, tutto quello che può servire per rendere sempre più compatibili le comodità della vita moderna e la sostenibilità ambientale.

LA BARCA A IDROGENO - L'Herald Tribune non ha dubbi: se Starck è riuscito per anni ad avere successo con quelli che lui stesso ha definito oggetti inutili, figuriamoci ora che la sua creatività è al servizio della massima funzionalità e della pubblica utilità. E la dimostrazione pratica la darà, oltre che con il mulino a vento domestico, con la concretizzazione del progetto di barca a idrogeno, il cui primo esemplare realizzato sarà consegnato la prossima primavera all'hotel Bauer di Venezia Del resto è lo stesso architetto a spiegare quanto sia inevitabile che oggetti e beni di uso quotidiano, anche quando si è sposata la causa della sostenibilità, siano in primo luogo belli: «L'ecologia deve essere un piacere, non una punizione».

A. Sa.
"Corriere della sera" 04 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

Dedicato a chi pensa che per una donna felicità faccia rima solo con maternità

lettera al "venerdi di repubblica" 1 agosto 2008


Dedicato a chi pensa che per una donna felicità faccia rima solo con maternità
HO 44 ANNI e non ho mai sentito il bisogno di avere figli. Sono un cuore di pietra? Fin da piccola non mi vedevo nei panni di una mamma, non ho mai avuto un rifiuto netto ma neppure uno slancio, né quello che è stato il mio compagno per 14 anni, che ho amato infinitamente e poi è morto, mi ha fatto sentire che dentro di me c'era «una mamma». Magari fra 10 anni mi pentirò, tra 20 mi dispererò, ma per ora ho una vita bella, piena di amore dato e ricevuto, di interessi, di dolcezze. E quando vedo alcune mie amiche, non tutte per carità, che si barcamenano fra corse figli affanni ansie e confidano che non ce la fanno più, che da quando ci sono i bambini stentano a farsi guardare dal marito, che le rinunce pesano da morire, io penso che sono brave e che io quel talento e quelle forze non li avrei. Sarà che qualche anno fa ho avuto un incidente stradale spaventoso da cui mi sono salvata per miracolo, e mi è parso da allora di aver capito che tendiamo a volere quello che non abbiamo e a pensare che la felicità sia sempre altrove, in un amore, un figlio, in qualcosa da inseguire.
Ora sto con un uomo di 36 anni che vorrà prima o poi dei figli, che per questo motivo andrà via, o forse andrò via io per altri motivi, o magari nessuno andrà via. Si può essere felici con o senza figli, con o senza un compagno bello, innamorato e fedele. Lo so che «con» è meglio, ma vivere aspettando è un'idea che mi mette una gran tristezza. Dice una mia amica che ha tre bambini: «Se non li avessi avuti avrei dei rimpianti, così però rimpiango
quello che non ho più, il bel lavoro di prima, la serenità di leggere libri, andare al cinema, sentirmi ogni tanto spensierata e comunque i rimorsi di non essere una madre capace non me li toglie nessuno, anche se mi impegno loro non sono mai contenti». Manuela* Milano

Commento di Natalia Aspesi
Mi spiace di aver dovuto tagliare la sua bella ma lunga lettera. La penso anch'io come lei: si desidera troppo spesso quello che non si ha, si pensa che è quella privazione a renderci infelici o inquieti, e invece ciò che ci rende infelici e inquieti è dentro di noi e solo noi possiamo liberarcene. Avere o non avere figli non è sempre una scelta, spesso è un caso o una fatalità: non diventare madre può essere sentita come una libertà o una mancanza, ma non è né una fortuna né una tragedia. È la vita. Penso, molto raramente, se sarei stata una buona madre, mi assolvo sempre dicendo che forse sarei stata pessima. Essere madre oggi, non si sa come, è molto più difficile di un tempo, forse perché si vuole tutto, ma non tutto si riesce ad avere. Guardandomi attorno vedo giovani donne che adorano i loro figli, amano il loro lavoro, ma non riescono più, per stanchezza o altro, ad essere le amanti entusiaste del loro compagno: il quale a sua volta difficilmente capisce e si disamora. Tutto l'amore della coppia finisce spesso per riversarsi sul figlio, che diventa un piccolo despota, un bambino iperprotetto cui non si insegna ad affrontare le difficoltà della vita. Capisco chi non se la sente di addossarsi questa responsabilità enorme, anche se poi si vedono donne privilegiate dalla loro natura, che sanno essere madri con leggerezza e dedizione, autorità e allegria e mogli mai stanche e incantevoli. Comunque posso dirle che più passano gli anni, meno si rimpiange dì non aver avuto figli. Si goda la sua serenità e il suo giovanotto che molte mamme felici le invidieranno.

quelle domande sospette per i buoni scuola

Sarebbe troppo semplice prevedere l'accertamento automatico dei redditi per tutti coloro che presentano domanda per i buoni scuola????
greg

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quelle domande sospette per i buoni scuola

Repubblica — 02 agosto 2008 pagina 36 sezione: COMMENTI
Sono dipendente di una delle Regioni del Nord Italia che concedono il contributo denominato "buono scuola". L' obiettivo di questa iniziativa è dare alle famiglie la possibilità di scegliere in quale scuola far studiare i propri figli: chi, a causa del basso reddito, dovrebbe accontentarsi di una scuola pubblica, grazie a questo contributo, potrà permettersi un istituto privato. Il mio compito consiste nel valutare i dati dei richiedenti ed escludere i non aventi diritto: possono, infatti, accedere ai buoni scuola solo le famiglie che non superino un certo reddito annuale, corrispondente più o meno a quello di un impiegato di medio livello. Qui si fanno scoperte interessanti: spesso succede che in uno stesso nucleo più figli frequentino scuole private dalle rette molto alte. A fronte di spese scolastiche così elevate, il reddito familiare dichiarato dalla maggioranza di chi presenta domanda di buono scuola lascia però a bocca aperta: non solo spesso supera di poco le spese sostenute, ma non è raro che sia addirittura zero. Ci si domanda come, una volta pagata la scuola, certe famiglie riescano a comprare da mangiare. Nella lunga lista degli assegnatari del contributo compaiono titolari di imprese private, commercianti, ristoratori, medici, avvocati e altri liberi professionisti. Ad esempio, c' è la famiglia del consulente finanziario che dichiara un totale di spese scolastiche per i figli pari a 7.580 euro l' anno, ma dichiara di percepirne soltanto 1.680 di reddito. La maggior parte di loro chiede di ricevere il pagamento del contributo tramite assegno, per non fornire i dati del proprio conto corrente. Noi impiegati abbiamo le mani legate: i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni vengono effettuati a campione e noi non siamo autorizzati a segnalare a chi li svolge casi particolari, neanche se eclatanti. Lettera firmata

nucleare: se dentrol'energia si nasconde un demone

Interessante l'inserto di Repubblica (diario) sul nucleare: "se dentro l'energia si nasconde un demone" scaricabile da qui:


http://download.repubblica.it/pdf/diario/2008/290708.pdf

la libertà di vivere e morire

la libertà di vivere e morire
Repubblica — 29 luglio 2008 pagina 26 sezione: COMMENTI
Egregio Dott. Augias, la notizia della morte di Randy Pausch, il professore della Carnegie Mellon University divenuto famoso per la sua "ultima lezione", mi ha fatto riflettere ancora una volta sul senso della vita e della morte. Negli stessi giorni in cui in Italia si discute della vicenda di Eluana Englaro, dall' altra parte dell' Oceano un uomo consapevole di essere stato colpito da un male incurabile ha deciso di lasciare a tutti il suo testamento spirituale. Non voglio paragonare le due situazioni, ma sono d' accordo con il Signor Pierri (la Repubblica del 25 luglio) secondo cui «per il Signore non sembra tanto importante quanto si vive, ma come si vive: se nel bene o nel male». Randy Pausch, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro, Giovanni Nuvoli, Paolo Ravasin e tanti altri come loro, hanno combattuto e combattono per lo stesso diritto, ovvero quello di poter decidere in che modo affrontare un destino crudele ed immutabile. Da cristiana, ho fede nell' aldilà, in quella che sarà la vita vera, quella eterna; da laica, credo nel libero arbitrio e nella "legge morale" che ci consente di operare su questa terra con coscienza. Non credo che queste due posizioni siano inconciliabili e, malgrado possano apparire come una contraddizione, mi inducono a rispettare sempre la volontà altrui. Ilaria Botti ilabotti@yahoo.it

La risposta di Corrado Augias:
Credo che la signora Botti faccia benissimo a considerarsi cristiana ma anche titolare di ' libero arbitrio' , cioè di una personale, inalienabile facoltà di scelta di fronte a situazioni estreme. Una teologia crudele ha a lungo considerato il dolore un mezzo necessario per la salvezza, un necessario strumento di espiazione per il mitico peccato commesso dai progenitori nell' Eden. Si è arrivati perfino a considerare il dolore come il sintomo di una colpa, un castigo di Dio. Non devo certo dire io, che non appartengo a quella religione, fino a che punto questa ipotesi teologica diventasse blasfemia. Incombeva su queste concezioni l' ombra cupa della Controriforma, la visione di un cristianesimo, nella versione cattolica, visto come mortificazione, il peso di farsi ' politica' . L' idea di Dio come consolazione e amore, entità capace di comprendere l' umana fragilità, era stata totalmente rimossa e cancellata quando perfino la Bibbia (che viene tirata in ballo solo quando fa comodo) prevede esplicitamente la possibilità del cedimento: «Meglio la morte che una vita amara, il riposo eterno che una malattia cronica» (Siracide 30, 17). Esiste però, sempre nell' ambito del cristianesimo, anche un' altra teologia che senza negare il valore spirituale che il dolore può avere, ammette che se un individuo, dopo anni di sofferenza senza esito e senza più speranza, voglia affrettare il ritorno alla ' Casa del padre' (come ebbe a dire perfino papa Giovanni Paolo II), ebbene egli possa farlo. Questa teologia vede Dio non come un' entità punitiva bensì come ragione di gioia. Non c' è bisogno di dire quale delle due filosofie dia maggiore consolazione e forza.

fermarsi a pensare...

Fermarsi a pensare riavvia il cervello ecco tutti i segreti per la pausa ideale
La Repubblica, 31/07/2008
Il candidato alla presidenza Usa Obama ha ammesso di mettere in agenda l´appuntamento con la riflessione Secondo gli esperti l´esplorazione della propria mente aiuta a non ingolfarla con gli affanni quotidiani
Per i filosofi la meditazione è l´ascetica metropolitana da esercitare anche nei luoghi del quotidiano Isolarsi per dedicarsi ai propri pensieri, a casa e al lavoro, ci salva dallo stress "Ed è ciò che ci rende umani" MICHELE BOCCI
ROMA

C´è voluto uno degli strumenti principe della comunicazione globale, per giunta puntato sul personaggio oggi maggiormente esposto nei media, per rilanciare il valore della solitudine, del quarto d´ora di pausa da dedicare tutti i giorni a se stessi per pensare e ricaricarsi. Il lungo microfono dell´emittente americana Abc che sabato scorso ha rubato una conversazione privata tra il candidato premier americano Barack Obama e il capo dei conservatori inglesi David Cameron ha rivelato al pianeta che anche gli uomini politici più impegnati ambiscono a tenere ogni giorno uno spazio bianco nell´agenda. Per smettere di lavorare e riflettere.
Quella mezz´ora di solitudine assoluta può rivelarsi una risorsa straordinaria per chiunque, non solo per i leader politici, ma bisogna saperla vivere al meglio. Come? Intanto spegnendo tv, computer e telefonino e magari facendo una bella passeggiata. Per dedicarsi esclusivamente a pensare. «Io la chiamo ascetica metropolitana. Perché si può esercitare anche nei luoghi del nostro quotidiano, nelle nostre città», spiega Duccio Demetrio, professore di filosofia dell´educazione a Milano Bicocca, tra l´altro autore di due libri intitolati "La vita schiva" e "Filosofia del camminare". «Ritagliarsi spazi per pensare - prosegue Demetrio - fa anche bene da un punto di vista neurologico, perché aiuta la mente a non fare cortocircuito, a non ingolfarsi di vita affannata, quotidiana. E fa bene perché ci decentriamo dalle occupazioni più consuete per esplorare altre possibilità della mente e del pensiero, assicurandoci una ricarica di energia vitale».
La Bbc, in un servizio, ha indicato cosa fare e cosa evitare per permettersi ogni giorno una pausa di riflessione. Il rapporto con il lavoro è la prima cosa su cui intervenire e il pranzo il momento clou dei comportamenti autolesionisti. La maggior parte delle persone saltano la pausa di mezzogiorno, qualcuno la comprime in dieci minuti piazzandosi con un panino in mano davanti al computer. «Dobbiamo fare in modo che i lavoratori escano all´ora di pranzo - dice David Hunter, della Lifelong learning Uk, un grande centro inglese di consulenza per operatori del settore dell´istruzione - Se lasci la tua scrivania per andare a farti un giro in strada, torni con la mente più fresca e meglio disposto al lavoro». Non è importante mangiare fuori, al ristorante, si può anche consumare il pranzo velocemente, ciò che conta è appunto farsi una passeggiata. «Va bene anche andare al parco a guardare i passeri - dice ancora Demetrio - Sedersi al tavolo di un bar, magari scrivere una pagina del proprio diario, su carta ovviamente. Non bisogna fare niente di eccezionale. L´importante è essere soli». Secondo Giorgio Maria Bressa, docente di psicobiologia del comportamento umano a Viterbo, non è tanto importante essere soli e nel silenzio quanto essere capaci di ritagliarsi spazi a propria dimensione. «Anche durante la riunione di un cda - dice - Sapersi isolare per pensare ha a che fare con il controllo dell´ansia. Chi ha un rapporto ansioso con il tempo non riesce a staccare. Già nel primo, agognato, giorno di ferie lo vedrete mettere mano al cellulare per controllare se è acceso».
Riguardo ai luoghi e alle situazioni migliori per pensare, Tony Buzan, cognitivista che ha inventato le mappe mentali, forme di rappresentazione grafica del pensiero, spiega di aver chiesto a molte persone dove fossero quando hanno avuto grandi idee. «Al di là dell´età, della razza e dell´educazione hanno tutti indicato le stesse cose: nella doccia, sempre in bagno ma a farsi la barba, nella natura a passeggiare, a letto prima di addormentarsi o appena svegli, in viaggio, in un momento d´ascolto di musica classica». Tom Hodgkinson, fondatore della rivista inglese Idler, che da quindici anni esplora modi alternativi di vivere e lavorare, mette invece in guardia sui comportamenti da evitare. «La tendenza delle grandi aziende - spiega - è quella di tenerci sempre impegnati. E quando non abbiamo nulla da fare ci distraiamo con una quantità infinita di media, come la tv, le e-mail e internet in generale». E così si finisce per non staccare mai, per non riflettere. «È necessario invece capire - prosegue Hodgkinson - che pensare è importante. È ciò che ci rende umani».

venerdì 1 agosto 2008

scoperto sistema per immagazzinare energia solare in modo efficiente

Ecco finalmente quello che aspettavo da anni....altro che nucleare!

greg

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l'applicazione su larga scala del processo è molto facile e richiederà non più di dieci anni
Usa: scoperto sistema per immagazzinare energia solare in modo efficiente
Studio Mit: disegnato un nuovo tipo di catalizzatore che permette di utilizzare il calore dei pannelli solari

BOSTON (USA) - Promette una vera e propria «rivoluzione» nell'uso dell'energia solare la scoperta fatta dagli ingegneri del Massachussets institute of technology (Mit) di Boston. In uno studio pubblicato dalla rivista «Science» hanno infatti descritto per la prima volta un modo per immagazzinare l'energia prodotta dai pannelli solari.

LA SCOPERTA - La scoperta è stata ispirata da uno dei passaggi della fotosintesi, in cui l'acqua viene scissa in idrogeno e ossigeno. Per riuscire a ripetere lo stesso procedimento i ricercatori hanno disegnato un nuovo catalizzatore, cioè una sostanza che favorisce una reazione ma che alla fine può essere recuperata intatta, poco costoso e che funziona a temperatura ambiente. Il sistema progettato prevede che l'elettricità prodotta ad esempio da un pannello fotovoltaico venga utilizzata, insieme al catalizzatore nuovo e a uno tradizionale, per scindere l'acqua in idrogeno e ossigeno gassosi. Questi possono essere immagazzinati e utilizzati per alimentare delle celle a combustibile. «Questo è quello che cercavamo di fare da anni - spiega Daniel Nocera, che ha coordinato lo studio - l'energia solare è sempre stata limitata dal fatto che si interrompeva in assenza di sole. Adesso possiamo considerarla praticamente illimitata». Secondo i ricercatori, l'applicazione su larga scala del processo è molto facile e richiederà non più di dieci anni.

da:www.corriere.it
31 luglio 2008(ultima modifica: 01 agosto 2008)