Do un giudizio positivo della festa della musica del giugno 2014 a Brescia. In effetti, la città era ancora più bella e viva, non c'era ressa nelle strade; ho assistito a performance dove la qualità sonora buona e il volume contenuto, permettendo la convivenza dei musicisti. Poi, ovviamente , tutti i gusti sono gusti...
Stabilito il "record quantitativo" preferirei comunque diluire l'iniziativa, trasformandola in qualcosa di più significativo culturalmente.
dal Corriere riporto questo contributo di Daniele e Giovanni Comboni, che non conosco.
L'ESPERIENZAPOSITIVA
DI ALTRE CITTA
MUSICA,
LA FESTA DIVENTI FESTIVAL
di
DANIELE E GIOVANNI COMBONI
Una
città
piena di ragazzi. Metrobus affollato da un pubblico in erba, con
biciclette appresso, zainetti ed entusiasmo. Oltre quattrocento
gruppi musicali di ogni genere, ad ogni ora e in più luoghi, un
record continentale. Una città giovane, europea, all'insegna
della «mobilità dolce» e della partecipazione. Dopo la prova
generale, assai positiva, di Suonami, la Festa della Musica
ha dimostrato ancora una volta il potenziale della città, se
ben animata da proposte accattivanti.
Ora
occorre un passo in più,
dalla Festa ad un Festival di tre giorni; internazionale e
multigenere, all'insegna della contaminazione. Perché un
Festival? Perché la città risponde, ha da sempre fame di
musica di ogni genere e di qualità, perché la musica aggrega e
favorisce la coesione. Non solo. Anche la valenza economica ha
la sua ragion d'essere. Osserviamo alcune evidenze comparabili.
Festival
della Letteratura di Mantova. In diciassette edizioni si è
passati da quindicimila a oltre centomila partecipanti;
cinquanta incontri al giorno per cinque giorni, sponsor quali
Eni e Telecom,- un indotto misurato in dieci volte il valore
investito. Circa 1,5 milioni di euro di costi per 15 milioni di
ritorno economico.
Pordenone
legge. Oltre centoventimila presenze nella piccola città
friulana, duecento incontri in cinque giorni, novantamila contatti
web nelle tre settimane che hanno preceduto l'evento, oltre venti
sponsor privati, circa un milione l'indotto.
Festival
dell'Economia di Trento. Tre giorni di incontri che generano un
turismo culturale e professionale di qualità,
per tre milioni di indotto ad edizione; oltre tre milioni di
contatti al sito web nei giorni dell'evento,
settanta
seminari, cento relatori. Cifre a regime, si direbbe, ma
replicabili in un tempo adeguato.
Il
profilo delle tre città
confrontate è assolutamente alla nostra portata. Occorre
partire. Alcuni hanno lamentato la qualità di certi gruppi.
Senz'altro la selezione può avvenire con attenzione
maggiore. Secondo altri l'offerta andrebbe organizzata anche in
periferia. Il Tarello ha ospitato eventi di successo, fino a tarda
sera. A ciò si potranno aggiungere, oltre ai già consolidati
Parco Gallo e Parco Castelli, i giardini pubblici di Badia, San Polo,
San Polino. Il Festival potrebbe diventare un'occasione di
sperimentazione e coinvolgimento di nuove realtà nazionali ed
internazionali.
Non
servono grandi nomi, che sono già
in circuito, ma un elemento originale potrebbe essere rappresentato
dai nuovi talenti. Un riferimento potrebbe essere anche il Lucca
Summer Festival che dal 1998 coinvolge l'intera città.
Ai
contenuti dovranno dedicarsi gli addetti ai lavori. A noi,
invece, il compito di valorizzare la nuova imprenditorialità
creativa e ricreativa, intorno a cui aumenta una nuova ed
interessante domanda di qualità. L'imprenditorialità, se
qualificata e giovane, va sostenuta. Non a caso, nelle
esperienze citate, le Camere di commercio esercitano un ruolo
essenziale, di guida e coordinamento strategico. In città c'è un
precedente, la Mille Miglia Storica. Che piaccia o
meno, costituisce l'evento più internazionale dell'anno, con tre
milioni di indotto misurato nell'ultima edizione. Possiamo fare
anche dell'altro. La musica parla in tutte le sue espressioni un
linguaggio universale. Pensiamoci, per avere un lungo solstizio
d'estate.
corriere della sera, 4 luglio 2014