mercoledì 11 giugno 2008

il design e l'acqua

TENDENZE - VETRO
La forma dell'acqua
Non solo lusso. Da valorizzare quella del rubinetto
La bottiglia di acqua minerale con i cristalli di Swarovsky è un vezzo da 100 euro, che attori e pin-up del piccolo schermo amano consumare in pubblico, per guadagnarsi una foto sui rotocalchi. Siamo di fronte a eccessi che evidenziano l'esistenza di un mercato composto da diverse bottiglie di minerale firmate da designer e stilisti di grido.
La moda delle acque da design è iniziata qualche anno fa negli Stati Uniti, poi si è trasferita in Europa, dove sono stati aperti diversi punti vendita con un assortimento di bottiglie provenienti da tutto il mondo. «La più gettonata a livello internazionale è l'acqua delle isole Fiji, molto richiesta per i livello di purezza e di qualità - spiega Michele Massari della Sosu-shi, un food format di cucina creativa giapponese presente a Bologna e in diverse città con un ricco assortimento di minerali -.In Italia il mercato è dominato dalla Voss norvegese, con
la sua inconfondibile bottiglia cilindrica che richiama l'immagine di una cascata. C'è anche la TyNant venduta nelle bottiglie di vetro blu e rosse. Un segmento a parte è quello delle edizioni limitate, come la bottiglia triangolare di Evian ispirata al profilo frastagliato delle montagne»! Il senso estetico ha però travolto anche le acque minerali in vendita al supermercato, che negli ultimi anni hanno rinnovato aspetto, ergonomia e dimensioni, introducendo colori come l'azzurro e il verde. Le ultime novità proposte dai marchi leader di mercato interessano la vendita di bottiglie in vetro o plastica dal look molto eleganti, destinate a hotel e ristoranti. Di fronte a questa realtà morli si chiedono quanto è sensato proporre come packaging, bottiglie che costano mille volte più del contenuto.
«La cultura dell'acqua minerale è tipica di Paesi come l'Italia e la Francia dove per consuetudine si pasteggia con il vino - spiega Anna Meroni docente di Design strategico del Politecnico di Milano -. Negli Stati Uniti e nel Nord Europa dove a tavola si consumano preferibilmente birre o bevande zuccherate, l'acqua non rientra nei consumi quotidiani. Questo ruolo centrale attribuito alla bottiglia è importante perché vuoi dire riconoscere un ruolo centrale e una valenza salutistica al prodotto. Certo le bottiglie di vetro disegnate dai design non si bevono tutti i giorni (come succede per i vini di pregio), ma alla fine resta comunque un riferimento culturale, utile per non banalizzare un bene prezioso».
Il compito del designer non è solo quello di valorizzare l'acqua di lusso, occorre incentivare il consumo di quella del rubinetto, soprattutto quando presenta buone caratteristiche chimico-fìsiche.
L'obiettivo deve essere rendere "cool" il consumo di acqua, con idee e progetti che vanno in questa direzione. La filiera produttiva italiana sforna 10 miliardi di litri di minerale ogni anno, con un impatto ambientale considerevole, anche se le bottiglie sono riciclate, riciclabili e sempre più leggere. Nonostante ciò molti considerano un po' assurdo far circolare centinaia di migliaia di camion da un capo all'altro della penisola carichi di minerale.
«Per provare a invertire il senso di marcia - prosegue Meroni - si potrebbero ripristinare le fontanelle di quartiere e posizionarne altre nelle scuole, negli uffici e negli ambienti pubblici. A Venezia hanno provato a incentivare il consumo inviando a casa una brocca. Nei ristoranti si potrebbe adottare l'abitudine francese di presentare a tavola una brocca di acqua del rubinetto. Da noi un comportamento simile verrebbe ritenuto un gesto da poveri e non una scelta di carattere ambientale. Un contributo deve però arrivare anche dagli enti che gestiscono gli acquedotti, perché oggi si può sanitizzare l'acqua con pochissimo cloro, senza conferire quel gusto che mortifica anche la migliore acqua da sorgente».
ROBERTO LA PIRA
«L'impatto ambientale collegato alla filiera produttiva dell'acqua minerale è elevato, per questo qualcuno in Belgio propone un "rolling bottle" da tre litri di forma ovale. La novità più interessante è firmata da Sant'Anna che prestissimo inizierà a utilizzare bottiglie ottenute al 100% da amido vegetale ricavato dal mais. Durante la fase di sperimentazione sono state sottoposte a test un milione di esemplari, e ormai si è pronti a produrre su ampia scala. Questo nuovo materiale si smaltisce completamente in 80 giorni, permette di risparmiare il 60% di combustibili fossili perché utilizza risorse rinnovabili di origine vegetale, e riduce del 50% le emissioni di C02.
da "il sole 24ore - nova - giugno 2008"