domenica 15 giugno 2008

ANORESSIA MEDIEVALE: sante e streghe

SANTE E STREGHE COMUNQUE RIBELLI
ANORESSIA MEDIEVALE: UNA FUGA DALL'UOMO RIVOLTA CONTRO DI SE
CONCITA DE CREGORIO, la repubblica delle donne, 16 GIUGNO 2008

Caterina da Siena (1347) aveva una gemella sopravvissuta pochi giorni alla nascita. Erano la ventitreesima e la ventiquattresima figlia di un tintore e della sua unica moglie, Lapa, vissuta evidentemente incinta e morta centenaria. A quindici anni i genitori vollero che Caterina si sposasse col cognato, vedovo della sorella maggiore appena morta di parto. Lei rifiutò. Chiese, piuttosto che andare in sposa al marito di sua sorella, di entrare nelle Mantellate, ma era troppo giovane per farlo. Allora si ammalò. "Il suo corpo si ricoprì di pustole che ne sfiguravano il volto, il collo e le braccia", scrive la studiosa Pamela Giorgi in Donne sante donne streghe, un'autentica miniera di informazioni sulle possibilità che le donne avevano nel Trecento di evitare matrimoni imposti, subire l'incesto paterno, tacere ogni gesto di violenza e di "sopraffazione androcentrica": farsi sante o streghe, appunto. Uscire dal circuito. Sante le benestanti, streghe le poverette: questione di condizione sociale di partenza. Impressiona - nelle biografìe fitte di risonanze e analogie fra sante e streghe -l'identica intensità e frequenza di disturbi fisici, noi diremmo psicosomatici. Conati di vomito, ronzii alle orecchie, capogiri. Piaghe, pustole, inspiegabilì malattìe della pelle. Senso di soffocamento, alterazioni motorie. Caterina soffriva di vertigini, disturbi della respirazione. Oggi si direbbe crisi di panico. Bernardina Floria-ni, fatto voto di castità e di digiuno, prese a cadere in estasi: le sue visioni avvenivano tra dolori lancinanti, emorragie e repentina comparsa dì piaghe. Aveva le allucinazioni e stava malissimo. Umiliana de Cerchi, chiusa in una torre a pregare piuttosto che andare a seconde nozze con un orrendo, violento marito designato, soffriva dì contrazioni alla mandibola che le impedivano di masticare, e i familiari le forzavano la bocca con un coltello. Aveva lancinanti dolori allo stomaco, emorragie dal naso, provava a uccidersi senza disporre di armi. Ugolina da Vercelli visse in un bosco 47 anni cibandosi di bacche per fuggire l'incesto del padre. Rudolph Bell, storico, certifica che su 170 sante italiane del Medioevo almeno la metà mostrava i sintomi dell'odierna anoressia: la "Santa anoressia", la fuga dal mondo attraverso l'astinenza assoluta, la privazione, la rinuncia al corpo. Caterina da Siena mori, del resto, di fame. Giovanna d'Arco, prima strega poi santa, bruciò senza dire parola sul rogo. Una prova di forza impressionante ("fatevi una cella nella mente dalla quale non possiate uscire", diceva Caterina) che difatti impressionava popolo e sovrani: le adoravano e le perseguitavano con pari foga e ostinazione. Ribelli, nemiche dell'ordine fondato sulla loro morte naturale per sottomissione, in fuga dal loro destino nell'unica direzione possibile: dentro di sé, se necessario contro di sé, alla fine senza di sé, meglio morte che umiliate e schiave. Capaci di una determinazione davvero assoluta. Ancora più di due secoli dopo, alla fine del '500, Beatrice Cenci fu decapitata per aver ordito l'omicidio del padre piuttosto che continuare a essere violentata da lui: una folla immensa e devota l'accompagnò alla sepoltura. Bellezza Orsini, la più famosa delle streghe - una strega di nome Bellezza - era stata data in sposa bambina a un uomo che l'aveva abbandonata poco dopo la nascita del loro figlio, Bartolomeo. Più del ripudio, Bellezza non potè sopportare il rifiuto del figlio da parte dell'uomo che l'aveva generato: lasciata sola con il bambino, qualcosa che sembra facile da capire e invece non si può spiegare. Il più insopportabile dei rifiuti. Fu serva, imparò a dosare le erbe e farne "olii fioriti", fu processata e condannata a morte. Si uccìse in cella tagliandosi la gola con un chiodo, alla vigilia dell'esecuzione.