sabato 14 giugno 2008

brevetti sostenibili aperti

PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Brevetti sostenibili aperti

Condividere la conoscenza. Solo così le innovazioni potranno sposare la causa ambientale.
Sembra essere questo, in sintesi, il convincimento del Consìglio mondiale degli imprenditori per lo sviluppo sostenibile (Wbcsd) che - in collaborazione con top vender del calibro di Ibm, Nokia, Sony e Pitney Bowes - ha dato vita a un progetto internazionale senza precedenti per la condivisione pubblica di brevetti innovativi con valore ecologico.
Ispirato al modello open source e sulla scia delle Creative Commons, l'EcoPatent Commons - questo il nome dell'ambizioso progetto - avrà il compito di raccogliere e rendere pubblico qualsiasi brevetto che presenti caratteristiche innovative per la tutela dell'ambiente e la cui eventuale applicazione offra benefici di tipo ecologico. Tra questi, la conservazione dell'energia, l'aumento dell'efficienza energetica e dei combustibili, l'incremento delle opportunità di riciclaggio, la prevenzione dell'inquinamento, l'utilizzo di materiali o sostanze nel rispetto dell'ambiente, la riduzione del consumo di acqua. Dal riciclo di cellulari obsoleti in orologi, calcolatrici e Pda, al risparmio della carta attraverso nuovi materiali per l'imballaggio, sono già una trentina i brevetti a disposizione di aziende, imprenditori e società che potranno approfittarne per creare e sviluppare i propri prodotti e servizi, virando verso (o ampliando) un modello di business all'insegna dello sviluppo sostenibile.
In antitesi rispetto alla gestione dei brevetti tradizionali, tutto ciò potrà essere fatto gratuitamente e in piena autonomia, senza chiedere alcun permesso né pagare alcuna royalty. Una serie di facilities che, secondo i promotori dell'iniziativa, incoraggeranno la ricerca e l'innovazione di processi produttivi eco-compatibili. Questi ultimi troppo spesso associati a una scarsa competitivita economica: «Non vi è alcuna ragione per la quale un'attività ecologicamente sostenibile non possa essere commercialmente vantaggiosa», ha fatto sapere David Kappos, responsabile per la proprietà intellettuale di Ibm.
Non sarà solo l'ambiente, dunque, a godere dell'Eco-Patent Commons, Ci saranno benefici collaterali - non necessariamente verdi - insiti nel modello aperto che ne è alla base, ossia la libera condivisione della proprietà intellettuale. Aspetto che porterà aziende, imprenditori e ricercatori a creare nuove sinergie. A comunicare di più. A confrontarsi e cooperare alla crescita di un medesimo progetto, accelerandone i processi produttivi e mettendone a profitto gli aspetti peculiari della propria attività economica. Oltre a rappresentare un'occasione unica per le imprese, che potranno caratterizzare il proprio business condividendo innovazioni e soluzioni per uno sviluppo sostenibile, l'Eco-Patent Commons, ha commentato Bjorn Stigson, presidente del Wbcsd: «Offre anche l'opportunità di identificare aree di interesse comune e instaurare nuovi rapporti di collaborazione per rafforzare ulteriormente lo sviluppo delle tecnologie brevettate e non solo».
Ma una grande iniziativa di equilibrio ecologico ha bisogno di grandi consensi. Che John Kelly si augura arrivino al più presto: «Sollecitiamo caldamente altre imprese a contribuire a questo progetto», ha sottolineato il senior vice President e director di Ibm Research.
MASSIMO MATTONE mmattone@edmaster.it
www.wbcsd .org/webf epe

da: sole 24 ore 24 gennaio 2008