giovedì 12 giugno 2008

Fotovoltaico in Sicilia

La Sicilia si mette alla luce del sole
DI LUCA SALVIGLI

Film sottili e flessibili per utilizzare la luce del sole e tradurla in corrente elettrica. Senza bisogno di silicio. Con l'obiettivo di farne un'innovazione strategica per la Sicilia, mettendo vicine università, centri di ricerca e imprese.
Al fotovoltaico di nuova generazione è dedicato il Sicily's Photovoltaics Research Fole, attivo da sei mesi ma inaugurato ufficialmente ieri (ndr 27 gennaio2008) a Bagheria. Mette insieme tre diversi gruppi di ricerca siciliani: quel» di Mario Pagliaro (Cnr), Ignazio Licata (Isem, Institute for scentific methodology) e quello di Leonardo Palmisano (Dipartimento di Ingegneria chimica dell'Università di Palermo).
L'oggetto dell'attività di ricerca e formazione sul territorio è un materiale fotovoltaico che grazie alla sua flessibilità può essere applicato sopra alle superfici. Può essere utilizzato per alimentare i telefoni cellulari e i computer; essere "spalmato" sul vetro di una macchina o sugli esterni di un edificio; o ancora rivestire le mura interne. Anche perché «rispetto al
fotovoltaico tradizionale garantisce una maggiore ampiezza di banda - spiega Pagliaro - funziona allo stesso modo anche quando il sole non arriva direttamente, oppure quando il cielo è nuvoloso». Aziende come l'americana Nanosolar o G24i (capitale americano ma produzione a Cardiff, in Galles) sono ormai note in tutto il mondo per la produzione di questa tecnologia.
Il nuovo centro di ricerca, dice Palmisano, vuoi fare sì che «imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni della Sicilia trovino nel polo un riferimento stabile sul territorio per orientarsi in un settore di importanza cruciale per il futuro dell'isola, quello del
fotovoltaico». La Sicilia è la regione europea con la maggiore irradiazione solare, con punte di 1.700 kWh/m2. L'interesse per l'energia del sole nell'area è confermato dagli investimenti programmati dall'Enel per i prossimi quattro anni: venti parchi fotovoltaici che produrranno 300 megawatt di energia, grazie a un finanziamento che mette insieme diversi enti per arrivare a un miliardo e 800 milioni di euro.
Il fotovoltaico di nuova generazione è di due tipi: il primo è organico, basato sui polimeri, il secondo inorganico, realizzato con l'alluminio. Il Sicily's Photovoltaics Research Fole lavora su tutti e due, anche se il secondo per adesso mostra prospettive più interessanti. «I test in laboratorio arrivano a un'efficienza del 40%, mentre nel caso dei polimeri al 20. A livello applicativo si arriva al 15% perché vanno risolte alcune difficoltà nella manifattura». Rispetto al silicio c'è un'ulteriore differenza: «II costo è cinque volte inferiore», Pagliaro e il resto del gruppo vogliono diventare un punto di riferimento perle imprese della regione, sperando di colmare la scarsa competenza. Intanto ha avviato i contatti con l'australiana Dyesol, che ha già dato mezzo milione di dollari al Polo solare organico del Lazio per l'acquisto della strumentazione necessaria per il lavoro di ricerca. L'azienda sta valutando l'arrivo in Italia per la produzione, e in quel caso Pagliaro vuole assicurarsi un passaggio in Sicilia. Intanto dalla facoltà di Ingegneria elettronica dell'università di Pisa arriveranno alcuni dottorandi, finanziati dalla italiana Enerqos, che ha il suo centro operativo all'interno del Polo tecnologico di Navacchio (Pisa). Iucasalvioli.nova1oo.ilsole24ore.com
pubblicato il 24 gennaio 2008