sabato 14 giugno 2008

auto: tassa sull'uso?

NELLE CITTÀ LE PROPOSTE DI BERN GRUSH
II traffico localizzato
Inutili le congestion charge, serve una tassa sull'uso

Bouchon, embatellamiento, truffa jam, bilko o Ruckstaù, chiamateli come volete, ma gli ingorghi sono una maledizione della prosperità comune alle città in tutto il mondo. «Debellarli non è facile, ma neppure impossibile», osserva Bern Grush, ingegnere presso l'Università di Waterloo, in Canada e chief scientist della Skymeter Corp, una start-up che a Toronto ha messo a punto una tecnologia satellitare per l'addebitamento al conducente a seconda dell'itinerario scelto. L'idea promette dì essere una piccola rivoluzione in grado di rendere obsolete tasse come la "congestion charge" applicata a Londra ol'Eco-pass entrato in vigore a Milano all'inizio dell'anno.
«Il problema di queste misure -osserva Grush - è che sono ingiuste ed economicamente penalizzanti per l'economia dei centri cittadini che vivono proprio dell'afflusso di persone». La "congestion charge" ideale dovrebbe infatti variare continuamente, in proporzione a quanto ogni veicolo contribuisce a rallentare la scorrevolezza del traffico. Purtroppo non è così e il grafico della maggior parte dei sistemi applicati nelle città mostra uno "scalino",, un momento del giorno, per esempio le 8 del mattino, nel quale si comincia a pagare senza una progressione proporzionale all'incremento del traffico. «In realtà - spiega Grush - ci sono più picchi nella giornata, tipicamente uno al mattino e uno alla sera, ma anche momenti di traffico più ridotto, per esempio a metà mattinata, nel quale è ingiusto addebitare la stessa cifra a un utente che crea molto meno traffico e meno emissioni». Pochissime città oggi hanno adottato sistemi di questo tipo anche se Stoccolma e altri centri del Nord Europa si stanno muovendo in questa direzione.
Oggi però esistono nuove tecnologie, come quella sviluppata da Skymeter, in grado di calcolare in tempo reale la posizione e quindi il costo da addebitare a ogni veicolo a seconda del percorso e dell'ora scelta. Il sistema sviluppato in Canada non ha bisogno dell'installazione di varchi elettronici, ma solo di un apparecchio integrabile in tutti i modelli di autovetture. La premessa è la costruzione di una carta dettagliata del traffico cittadino, come quelle che oggi cominciano a essere fatte grazie alla rilevazione della concentrazione di utenze di cellulari e altri dati.
La punta di diamante del sistema è l'algoritmo che permette di correggere i dati del sistema Gps, che normalmente avrebbe fino a 150 centimetri di errore in modo da individuare precisamente la posizione dell'auto. Un'innovazione preziosa che ne permetterebbe l'utilizzo anche nei centri cittadini dove i sistemi satellitari soffrono dell'effetto "canyon", cioè dell'oscuramento dei satelliti da parte degli immobili più alti. L'innovazione - osserva Grush – potrebbe rivoluzionare il modello economico non solo della circolazione a pagamento nei centri cittadini, ma anche quello delle assicurazioni, che potrebbero offrire tariffe più competitive ai clienti più disciplinati. Un'altra applicazione sarebbe la gestione remota delle aree di parcheggio con incentivazione a occupare le zone meno frequentate grazie a tariffe più basse gestite in tempo reale. Se applicata su vasta scala, secondo alcuni, questo tipo di congestion charge variabile potrebbe addirittura sostituire le tasse sul carburante applicate in molti Paesi, di fatto un costo generalizzato sulla circolazione, a favore di una più giusta tassa sugli ingorghi. «In sostanza oggi la tecnologia è abbastanza sofisticata da permettere alla congestion charge di diventare un vero e proprio strumento di politica del traffico, in grado di incentivare i comportamenti ambientalmente più virtuosi e colpire chi crea maggior traffico in maniera specifica».
Il tema però è sensibile perché parlare di localizzazione satellitare di ogni vettura in circolazione solleva subito interrogativi e preoccupazioni. «Perché un sistema di questo genere funzioni e sia accettato deve soddisfare tre condizioni: equità, facilità d'uso e privacy - osserva Grush che sulle questioni legate al traffico interviene spesso
sui media canadesi e statunitensi -ma ci sono molti luoghi comuni da sfatare». L'equità è un punto importante perché quando si parla di tasse sulla circolazione si pensa che i più colpiti siano i più poveri. «Questo è il primo mito da sfatare - avverte l'ingegnere statunitense trapiantato nell'Ontano - perché chi ha redditi più bassi preferisce i trasporti pubblici, il cui servizio migliora proprio con la riduzione del traffico». La facilità non sembra un problema visto che il dispositivo messo a puntoaToronto,nel’ incubatore cittadino del Mars dove è ospitata Skymeter, è poco più grande della scatola di un telepass ed è a prova di manipolazione.
Ma soprattutto, in una società dove intercettazioni telematiche e database sulle preferenze di consumo sembrano moltiplicarsi, è la questione della privacy la più scottante. «L'amministrazione cittadina che volesse tracciare il percorso di tutti i conducenti che si muovono nella sua area diventerebbe estremamente impopolare - osserva Grush -, ma oggi esistono chiavi di anonimizzazione che permettono di gestire questi sistemi in maniera riservata e trasparente per il consumatore che sarebbe l'unico in grado di associare nome e itinerari e riceverebbe a casa una bolletta del tutto analoga a quella del proprio telefono cellulare». Il sistema di Skymeter, nonostante gli ottimi risultati nei confronti con i Gps normali stenta a essere adottato nelle città canadesi e statunitensi, ma la piccola azienda canadese ha già attirato l'attenzione di alcune amministrazioni europee e soprattutto delle megalopoli asiatiche come Singapore, alle prese con una vera e propria esplosione del traffico su gomma e impatti ambientali altissimi sia sulla qualità dell'aria che sulla salute dei residenti.
Guido romeo.nova1oo.ilsole24ore.com/ 24 gennaio 2008
www.skymetercorp.com
http://grushhour.blogspot.com