lunedì 31 agosto 2009

il valore delle cose e l'eticità

Intervento di Giorgio Gregori sul blog "accordo.it", a proposito delle contraffazioni di chitarre

La settimana scorsa su "repubblica" c'era un articolo sulla civiltà del consumismo, nella quale ad un certo punto si perde la cognizione del valore delle cose e si passa invece ad un "prezzo" totalmente sganciato dal valore.
Sul "prezzo" e sul valore delle chitarre ci sarebbe molto da discutere, in particolare sulle contraffazioni: il problema non è solo la specuzione del marchiare "gibson" una splendida copia della stessa.
Che è cosa diversa dal "valutare" quanto vale, in soldoni, quella copia, che magari è bella come l'originale, suona magari uguale - spesso sono le dita che fanno la differenza, non le vernici.
Tradotto, cosa voglio dire: oggi esistono sul mercato splendide produzioni cinesi a prezzi bassissimi, qualitativamente eccellenti. Il problema dei prezzi bassissimi non è nella qualità del materiale, ma nelle tutele dei lavoratori: se la loro paga è bassa, e non ci sono protezioni adeguate (ad esempio nella verniciatura) e nella fabbrica inquinano l'ambiente, il prezzo basso deriva da questi risparmi o sfruttamenti.
Il fatto è che tutti, giustamente, vorremmo comperare ottime "cose" al prezzo più basso, e difficilmente allegato alle "cose" troviamo un certificato che attesti l'"eticità" della produzione (che è cosa diversa dall'onestà di chi vende copie contraffatte). E con questo chiamo in causa TUTTE le varie marche, più o meno blasonate, che producono in usa come in cina o in vietnam.
Sarebbe interessante fare una lista dei produttori "eticamente virtuosi", rispettosi dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori, oltre che bravi.....