Questo libro mi ha chiarito le idee su un argomento fondamentale sul quale, arrivato a una rispettabile età, avevo idee approssimative. Il titolo è "La distinzione tra moneta e denaro" scritto da Maria Grazia Turri. L'autrice insegna comunicazione aziendale all'università di Torino. È un'economista ma nel libro la sua materia sconfina anche nella filosofia. Potrà sembrare incredibile, ma un oggetto essenzialmente «materiale» come la moneta è influenzato come pochi altri dalla psicologia e dal flusso delle idee.
Il libro tratta anche aspetti tecnici dell'argomento, niente però che un lettore normalmente allenato e non specialista (come me) non possa affrontare. Dunque moneta e denaro due categorie profondamente diverse anche se non tutti lo sanno.
Attingo dalla chiarissima introduzione di Maurizio Ferraris: il denaro è un concetto che vive nel tempo ma non nello spazio. S'incarna, passa cioè dello stato di concetto a quello concreto di oggetto, in diverse materie tra le quali la moneta. La moneta però non è solo il corrispettivo concreto dell'astratto denaro. Svolge varie funzioni: numerario, mezzo di pagamento, mezzo di scambio, riserva di valore. Com'è noto una volta le monete erano (anche) d'oro. In una seconda fase ci si accontentò di pensare che i pezzi di carta sui quali era scritto un certo valore (diecimila lire; cinquecento euro, dieci dollari ecc.) fossero convertibili in oro se portati all'istituto che li aveva emessi. Da tempo però la convertibilità in oro non è più garantita dalle banche centrali. I cinquecento euro o i dieci dollari vanno dunque per il mondo e servono a comperare questo e quello unicamente sulla base della fiducia. Il loro valore intrinseco è zero così com'è zero il valore intrinseco del pezzetto di plastica che si chiama carta di credito. Il fatto che la moneta abbia continuato a circolare non valendo più niente in sé ha separato il suo «valore» dal suo «potere» avviando una spirale che è arrivata fino alla fantafinanza alla quale dobbiamo l'attuale crisi. L'aspetto innovativo del saggio è rimettere insieme denaro e moneta facendo scaturire da questa ricomposizione una funzione sociale che una spregiudicata separazione ha compromesso. Come possiamo constatare ogni giorno.
Corrado Augias il venerdi di repubblica 28 agosto 2009