martedì 9 marzo 2010

La morte di Dio in prima serata

è di tre mesi fa, ma attualissimo...
----
di Riccardo Chiaberge
Applaudire il Papa non costa nulla, ed è il miglior salvacondotto per continuare a fare il contrario di quello che il Papa si aspetta da noi. Come ha osservato Aldo Grasso, il j'accuse di Benedetto XVI contro il «meccanismo perverso» dei media che amplificano il male e intossicano i cuori è stato approvato con fervore sospetto proprio da quelli che più praticano un certo tipo di televisione: «A cominciare da Bruno Vespa che per anni ha vissuto sui trans, sulle escort, sui delitti di Cogne e di Garlascojacendo vedere cadaveri e sangue, e non sembra avere nessuna intenzione dismettere». «La tv è un mezzo straordinario, di una complessità meravigliosa», sostiene il critico del Corriere, che ha partecipato al convegno «Dio oggi» promosso dalla Cei ma in essa non c'è posto per l'assoluto.
Soltanto il relativo fa audience. Ecco dove si annida il cancro relativista e nichilista che sta divorando la civiltà cristiana, e dal quale il pontefice non si stanca di metterci in guardia: non nei laboratori del Cnr o nelle aule della Sapienza, ma negli studi di Saxa Rubra e di Mediaset.
Nei salotti catodici in cui tutto è opinione, perfino le sentenze passate in giudicato.
Dove i saccenti hanno la meglio sui sapienti, dove il parere di una showgirl o di un bellimbusto ignorante vale più di quello di un magistrato poco telegenico, i condannati per assassinio diventano divi, le profezie maya sano messe sullo stesso piano dei modelli elaborati dai climatologi, e i pregiudizi ideologici di un s&ttosegretario hanno un peso superiore ai giudizi di uno scienziato. E il premier, a seconda del colore di chi interviene, è per cinque minuti un mafioso e un martire per i successivi cinque. Ma mai, neppure un istante, quello che dovrebbe essere: un capo di governo chiamato a rendere conto delle promesse non mantenute. «Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere»: sono parole di Joseph Ratzinger, nella sua ultima enciclica. Già, la verità. Povera veritas, quante volte ci capita di vederla seduta sui divanetti televisivi, affollati di imbonitori? Altro che Scientismo ateo: è dal Saccentismo mediatico che dobbiamo guardarci.
Anche e soprattutto quando si fìnge devoto.

http://riccardochiaberge blog.1lsole24ore.com 13 dicembre 2009