sabato 27 giugno 2009

la lettura silenziosa

La lettura silenziosa

La più autentica rivoluzione, nel campo della lettura, in realtà credo non sia quella cui stiamo assistendo oggi, ma quella che avvenne due millenni e mezzo fa.
Può sembrare buffo, ma Aristotele veniva canzonato apostrofandolo come il «Lettore», per il semplice fatto che fu uno dei primi a leggere in silenzio, in un angolo appartato della biblioteca Ad Aristotele dobbiamo anche questo: l'invenzione della lettura silenziosa, riflessiva filosofica. Un'invenzione geniale, che oggi troppo alla leggera tendiamo a dare per scontata.
Un passaggio dall'oralità alla scrittura non è stato una passeggiata. Ai tempi di Aristotele, ogni lettura andava declamata Veniva così del tutto compromesso ogni intimo e libero confronto con l'autore del libro. E chissà che confusione regnava in biblioteca! Per non parlare di altri, non trascurabili, inconvenienti. Un mito ricorda che la fanciulla Cidippe fu costretta a sposare il suospasimante respinto Aconzio perché questi, durante un banchetto, le porse un pomo su cui era iscrittal a solenne promessa di matrimonio. L'ingenua Cidippe, prese ilpomo e lesse subito ciò che c'era scritto sopra ad alta voce e davanti a tutti, com'era uso. Cidippe, per sua sfortuna non conosceva la lettura silenziosa,
Per fortuna nostra Aristotele comprese invece che la scrittura e la lettura di conseguenza sono innanzitutto un fatto intimo e privato, che non ammette interferenze. Proprio lui che pensava che per essenza l'uomo è un «animalepolitico»! Ma non c'è contraddizione in questo. Tutt'altro.Il silenzio,anzi, diventa complice e garante della libertà. In silenzio si instaura fra il lettore e l'autore, un legame dialogico fertile, un flusso continuo di idee e di passioni. Oggi, aldilà di ogni supporto cartaceo o informatico, sarebbe inconcepibile una lettura che non sia di questo tipo. Una lettura che ci permetta di riflettere liberamente e dunque forse, di essere cittadini migliori e di contribuire almeno un poco a tenere in vita le nostre fragili democrazie.
Armando Massarenti, sole 24 ore 17 maggio 2009