Non c’è niente di più «usa e getta» della sigaretta e pare che a farne le spese sia il mare trasformato in un gigantesco posacenere. Ce lo racconta una ricerca dell’Unep (le Nazioni unite per l’ambiente) che ha catalogato i rifiuti marini per quantità. Risulta che il 40% del pattume tra le onde si compra in tabaccheria, tra mozziconi di sigarette, sigari e pacchetti vuoti.
Molto più della plastica, al secondo posto di questa poco invidiabile classifica con bottiglie, buste, posate, piatti e cannucce. E se è vero che «i rifiuti marini sono sintomo di un malessere globale» come afferma il direttore dell’Unep Achim Steiner, c’è da stare poco allegri.
Da Rimini parte però un segnale forte contro la sporcizia del mare. Con un sistema di vasche che raccolgono le acque piovane, si intercettano i rifiuti che la pioggia dilava dalle strade, compresi i famigerati mozziconi. «In questo modo - spiega il sindaco Alberto Ravaioli - evitiamo che in mare finiscano grandi quantità di immondizia, mentre sulle nostre spiagge, da anni, i bagnini raccolgono le «cicche» alla fine della giornata recuperando tonnellate di mozziconi». L’allarme delle Nazioni unite non appare nuovo a Legambiente, da anni impegnata con la «Goletta verde» a scandagliare il Mediterraneo mettendo in guardia dai pericoli di rifiuti e inquinamento. «Certamente i mozziconi sono un rischio che va stroncato anche perché i filtri trattengono quantità enormi di veleni» spiega il vicepresidente Sebastiano Veneri. «Nelle nostre campagne di pulizia periodiche sulle spiagge abbiamo però riscontrato che in assoluto il rifiuto quantitativamente più consistente è rappresentato dai ‘cotton fioc’col bastoncino di plastica non biodegradabile».
Il problema dei mozziconi, preoccupa anche i titolari dei bagni delle località costiere. Lo sa bene Giorgio Mussoni, 72 anni, presidente dei bagnini di Rimini, ex marinaio ed ex accanito fumatore. «Nel mare, si sa, c’è di tutto, anche i resti delle sigarette, ma da tempo noi ci siamo attrezzati» avverte. «Sotto gli ombrelloni abbiamo messo i posacenere e tutte le sere passiamo coi retini per raccogliere le ‘cicche’ di quelli che usano la sabbia per spegnere la sigaretta». Una bella campagna di prevenzione per evitare che i fondali dell’Adriatico soffochino sotto una coltre di rifiuti. Ma in spiaggia si comportano tutti in modo disciplinato? A questa domanda l’attore Alessandro Haber, fumatore incallito, alza le mani e si arrende: «Lo so, confesso, è tutta colpa mia» confida scherzosamente. «Se trovo un posacenere la metto lì, ma se non c’è… È vero, dovrei dare l’esempio e occorrerebbe che lo facessi, ma assicuro che per il resto - continua - sono ecologista: voglio bene agli alberi, alle balene e ai panda, però per favore lasciatemi fumare».
La soluzione non è certo proibire secondo l’ex direttore di Rai3 Angelo Guglielmi che premette di non essere un assiduo frequentatore di spiagge: «Ci vuole una grande campagna di educazione con altoparlanti in riva al mare che ripetano ogni ora di non buttare i mozziconi sulla sabbia. Dico questo perché sono antiproibizionista tranne che per le droghe». Giuseppe Montanari, responsabile del monitoraggio della motonave «Daphne» che controlla le coste romagnole, non nega il problema dei mozziconi, ma avverte che i pericoli vengono dai fosfati e dai nitrati che, in certi periodi dell’anno, provocano l’eutrofizzazione e la mancanza di ossigeno nel mare con conseguenze molto gravi. Oltre alle sigarette, ci sono gli scarichi industriali, civili e la zootecnia dell’intera valle padana. Anche Veneri mette in guardia dall’inquinamento chimico. «Nel Mediterraneo - spiega - c’è la più alta percentuale di catrame del mondo, 38 milligrammi per metro cubo, oltre a 85 mila tonnellate di metalli pesanti e 900 mila di fosforo»