giovedì 25 giugno 2009

Cucine solari

La missione è diffondere nel mondo l'uso delle cucine solari come strumento di aiuto umanitario e insieme ecologico, promuovendo un metodo di cottura del cibo a costo zero e a zero impatto ambientale:

per questo, la Solar Cookers International, organizzazione non profit californiana, collabora da anni con l'ONU, l'UNESCO e una costellazione di ong nel mondo, compresa l'italiana Don Bosco. Fra i progetti di punta, oltre a quello nei campi nel sud del Nepal, la fornitura delle eco-cucine in Ciad, nei campi dei profughi in fuga dal conflitto Sudan-Oarfur. Il programma consente alle donne di non allontanarsi dalle proprie abitazioni per il rifornimento di legna, esponendosi in questo modo al pericolo di violenze sessuali e omicidi da parte della fazione avversa. Anche in Kenya è stato avviato un progetto di fornitura delle cucine per combattere la deforestazione avanzante, in un Paese dove solo il 3% delle foreste è rimasto intatto. È inoltre allo studio un ulteriore utilizzo di questa tecnologia pulita: usare il surplus di energia generata dalle cucine solari per alimentare lampadine e fonti luminose, nelle zone ancora prive di energia elettrica, in Kenya, Ciad e Nepal, Solar Cookers International lavora in cooperazione con l'agenzia ONU per i rifugiati Netherlands Refugee Foundation, olandese. Sul siti di entrambe le organizzazioni, www.solarcookers.org e www.vluchteling.org, è possibile effettuare donazioni direttamente online a sostegno dei programmi. Per donazioni finalizzate solo al campo profughi nepalese di Beldanji, si può anche contattare la Vajra Foundation Nepal (www.vajra.nl): lavora sul territorio occupandosi dei training per la manutenzione e la pulizia delle "paraboliche", organizza corsi di cucina e sta cercando di avviare produzione e assemblaggio delle cucine in loco, in modo da creare nuovi posti di lavoro.
La repubblica delle donne, 20 giugno 2009