CARISSIMO NUCLEARE
Si riparla di centrali nucleari e di un probabile referendum, sempre che il governo non caschi. È quindi il momento di «contemplare un tantino la situazione storica», per dirla col duca d'Auge dalla cima della torre nei Fiori blu dì Raymond Queneau, altrettanto sconfortato di Cosimo Piovasco di Rondò quando saliva sull'albero nel Barone rampante. Durante l'estate è cresciuto il prezzo del modello di reattore Epr venduto in quattro esemplari da Nicolas Sarkozy a Silvio Berlusconi. Mentre in Finlandia la costruzione del primo Epr tenta di battere (per durata) il record della Fabbrica del Duomo di Milano, in Francia quella del secondo procede con simili ritardi e aumenti più rapidi: il costo del solo edificio della centrale è passato da quattro a cinque miliardi in sedici mesi. Quanto alle scorie, dopo ventanni e dieci miliardi di dollari spesi in studi preliminari per aprire un deposito nei Nevada, il governo americano ci ha rinunciato, e ora una coalizione di stati e città con scorie in casa gli intenta un processo che ai contribuenti rischia di costare il doppio. Sulla rivista Nature, intanto, Doyne Far-mer pubblica un confronto tra il prezzo del chilowatt/ora di varie fonti: quello da nucleare risulta superiore a quello da gas naturale e persino da carbone, almeno dove esiste la sanità pubblica e chi di carbone s'ammala si fa curare senza finire sul lastrico. Farmer, protagonista del libro Sbancare Wall Street, un matematico del caos che giocando in Borsa-s'è procurato quanto bastava per
comprare il computer più potente dell'epoca, penso che i conti li sappia fare. Per chi non si fida di un ex capellone tuttora pacifista, in un rapporto del Massachusetts Institute of Technology economisti e tecnocrati arrivano alla stessa conclusione: anche se ai tempi degli hippies andavano all'asilo.
Sylvie Coyaud
Repubblica delel donne 2 ottobre 2010