mercoledì 2 settembre 2009

Ragioni per vivere

Mi è piaciuta la recensione....


ATTENTI A QUEL LIBRO
di Tiziano Gianotti
Amy Hempel, Ragioni per vivere, Mondadori, 18 euro, esce l'8 settembre
"Il mio cuore - credevo si fermasse. Così ho preso la macchina e sono andata a cercare Dio".
È l'attacco del primo racconto della prima raccolta di Amy Hempel. Ragioni di vivere (1985. tradotta nel 1986), bel titolo riproposto ora per queste collected stories, che aprono in modo sontuoso quella che si profila come una grande stagione.

La frase d'abbrivo contiene già i motivi maggiori della sua arte: la presenza della morte, il viaggio in auto, l'interrogazione muta - e ci dice subito che siamo in America.
Una frase memorabile, come tante dell'autore, che costruisce le sue short stories sulla composizione ritmata, armoniosa di frasi perfette, miracoli di precisione.
Potremmo dire che Amy Hempel è la frase. E quanto alla "precisione", al suo valore per lo scrittore - e non solo - rimandiamo a Offertorio, racconto di una ossessione erotica di raciniana clarté, vero suggello al libro.
Sono tanti, i racconti memorabili - e c'è una notevole novella, quasi una summa dei motivi dello scrittore, che è anche il prologo a Offertorio.
Protagoniste, le donne. Dure e fragili, selvatiche sempre, melanconiche e belle - non glamorous, belle sul serio. Donne che sbagliano e ripartono, parlano di sentimenti e di fantasmi e di uomini che sono figura di fantasmi, amano i cani e gli altri animali, hanno paura di volare e viaggiano in treno coast to coast, soprattutto amano stare al volante, sole. Donne che sanno quello che vogliono, ma non se lo ricordano più, qualcuna di loro vittima di una fatale lealtà alla madre, alla disgrazia: una di loro si sveglia sempre nella posizione in cui la madre venne trovata morta. Intorno a loro, gli States.
Un posto dove è bello stare ai bordi dell'acqua, che sia oceano fiume lago, guidare e ascoltare i pensieri ("Chiamatela meditazione. Chiamatelo ronzio") e succede di cambiare casa spesso e volentieri.
Su tutto, la frustrazione - una glassa velenosa sul cuore: "La frustrazione strappa le erbacce, non compone mazzi di fiori".
Una voce inconfondibile, modulata in accordo con quella naturalezza che è la "giocosità del cuore" a cui anela la protagonista del racconto d'apertura: la naturalezza che si ottiene con la pratica costante dell'artificio e del pericolo. Ecco cos'è quel rumore di fondo, la tensione del filo inossidabile di Amy Hempel: "Così forse sono un animale selvatico che si scrolla di dosso il trauma della mancata cattura". Perfetto, miss Hempel.

La repubblica delel donne, 29 agosto 2009