venerdì 25 luglio 2008

le mostre inutili

Il Sole 24 Ore - Domenica
06/07/2008
Pag. 43
Bando alle mostre inutili
L'International Council of Museums Italia chiede a istituzioni pubbliche e private di puntare solo su rassegne di qualità, di non affittare le opere e di non sprecare denaro nell'effimero

Le sei "raccomandazioni" pubblicate in questa pagina sono parte di un più ampio documento -sottoscritto da tutte le associazioni museali italiane (consulta-bile sul nostro sito www.icom-italia.org : pubblicato integralmente sul supplemento «Mostre del Giornale dell'Arte» li luglio - che ne motiva il senso nel quadro di una riflessione più generale sulle politiche, pubbliche e private, che concernono i musei e il patrimonio culturale nel nostro Paese.
La sua lettura spiega perché Icom Italia - il Comitato nazionale dell'International council of museums - abbia deciso di affidare al Presidente del Collegio dei probiviri, Alessandra Mottola Molfino, il compito di raccogliere i dubbi e il dissenso di tanti professionisti dei musei di fronte alle scelte (non solo di oggi) di quelle amministrazioni che continuano a privilegiare gli eventi rispetto alle istituzioni, la spettacolarità rispetto alla crescita della cultura, il successo immediato rispetto allo sviluppo durevole, in una situazione generale in cui a noi tutti sembra che sia a rischio la sostenibilità stessa del nostro patrimonio culturale e degli istituti della cultura: gli archivi, le biblioteche, i musei.
La decisione è stata presa di fronte alle notizie che venivano da Verona, dell'ingente costo della mostra del Louvre, del prezzo richiesto per il prestito delle opere, del rischio che a farne le spese fossero i musei e la vita culturale della città, investita dopo Treviso e Brescia da un progetto che lasciava tutti a dir poco perplessi.
Ci è subito sembrato, però, che il discor1 so dovesse necessariamente coinvolgere la questione, aperta da decenni, delle priorità nella spesa per la cultura e il patrimonio culturale, a cui abbiamo dedicato una riflessione, non a caso intitolata «Una difficile situazione».
All'elaborazione del documento hanno partecipato molti colleghi deU'Icom e delle altre associazioni museali, in un dibattito che è andato ben oltre la critica del caso specifico, affrontando non solo la questione delle mostre-spettacolo, ma anche quella dei musei- spettacolo, in un'ottica che non nega il confronto con il mercato, ma contesta la subordinazione ad esso e alle sue logiche di breve periodo e agli interessi particolari.
Perché siamo convinti che il patrimonio culturale sia una risorsa per lo sviluppo, ma proprio per questo crediamo ne vada innanzitutto rispettato il valore culturale, salvaguardata l'integrità in quanto bene comune, incrementata e diffusa la conoscenza, valorizzata la funzione per la comunità e per i suoi ospiti.
Da tempo lamentiamo che le risorse per la cultura e per il patrimonio culturale nel nostro Paese siano insufficienti, ma crediamo anche che siano mal spese e che i molti sprechi - in un momento difficile come questo - rappresentino oggi un rischio perla sopravvivenza stessa del nostro patrimonio se le scelte delle amministrazioni pubbliche, ma anche delle fondazioni ex bancarie, privilegiano i facili successi a una prospettiva di lunga durata.
Siamo anche convinti che sia nostro dovere richiamare tutti al rispetto di quei principi etici contenuti nel Codice deontologico per i musei che impedisce di usare i beni museali come fonte di guadagno. Con i presidenti di altri comitati europei, la Francia in primo luogo, stiamo concordando una presa di posizione comune perché, anche se non è andata a buon fine, la proposta del Louvre di "affittare" le sue opere ci sembra profondamente sbagliata.
Riteniamo infine che certe scelte espositive finiscano per essere diseducative nella loro banalità e non siano di aiuto rispetto alla crescita culturale del pubblico a cui si rivolgono, non importa se tanto e poco. Georges Henri Rivière, uno dei padri fondatori dell'Icom non si stancava di ripetere che non gli importava quante persone entrassero nei musei, ma quante ne uscissero cambiate. E pensiamo che questo più che i numeri debba e possa contare per tutti.
La forma è in qualche misura la sostanza e la scelta di proporre delle "raccomandazioni" anziché delle critiche o delle rivendicazioni esprime il nostro vivo desiderio che sulle raccomandazioni e sul documento si rifletta e si discuta in un confronto in cui le ragioni della cultura e quelle dell'economia, del rigore scientifico e della partecipazioni cerchino quella sintesi che, nell'attuale panorama delle politiche pubbliche e private, ci sembrano ancora lontane dall'incontrarsi felicemente. A tutto danno - crediamo - dell'intimo, profondo, duraturo valore del patri-. monio, di cui tutti dobbiamo sentirci custodi e portatori.

Il Documento
Raccomandazione n. 1
ICOM Italia chiede alle Pubbliche amministrazioni, alle Fondazioni ex-bancarie e ad altri sponsor/mecenati di distinguere i finanziamenti perle mostre-evento effimere e commerciali da quelli per le istituzioni culturali permanenti e di finanziare queste ultime con maggiore costanza e altrettanta generosità, visto il loro duraturo ruolo educativo e sociale verso i più diversi tipi di pubblico e il dovere di :onservare integri (anche rioralmente) i patrimoni dei musei jerle prossime generazioni. I ìnanziamenti agli eventi effimeri lon possono soverchiare e mnientare quelli alle istituzioni :ulturali permanenti; pena il rischio ii cancellare le indispensabili iiversità culturali. ICOM Italia accomanda che i direttori eil jersonale tecnico-scientifico dei nusei siano coinvolti nella programmazione delle atti vita espositive anche se realizzate in altre sedi, partecipino alla loro ideazione e progettazione anche quando esse siano organizzate da soggetti esterni; a tutela delia loro scientificità, della valorizzazione delle risorse locali, dei patrimoni del territorio e delle istituzioni culturali locali (musei, università, Associazioni, eccetera); evitando anche che esse siano qualitativamente deficitarie, ripeti tive.eteroprodotte e senza valore aggiunto culturale per la città e le sueistituzioni.
Raccomandazione n. 2
ICOM Italia chiede alle Pubbliche amministrazioni, alle Fondazioni ex-bancarie e ad altri sponsor/mecenati di finanziare le attività istituzionali, di ricerca, educative e sociali dei musei per i loro valori permanenti, evitando di porle in alcun modo in un'oggettiva competizione con eventi espositivi a carattere effimero; in modo tale da affermare sempre più i! valore di una cultura non consumistica e di una economia basata sulla
conoscenza e la creatività.
Raccomandazione n. 3
ICOM Italia chiede ai musei italiani privati e pubblici di non praticare le loan-feessw prestiti delle proprie opere a mostre, in modo da non mettere a rischio il valore immateriale e non commerciale dei beni cultura li, anche in ossequio al dettato delle recenti modifiche al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che vieta no di considerare!" beni culturali come mercé e per non essere costretti, in un momento di progressiva riduzione delle risorse pubbliche, a prendere decisioni motivate esclusivamente da un immediato benefìcio economico e non da considerazioni diopportunità culturali. ICOM Italia si impegna 3 porre questa questione in sede intemazionale al Comitato per la deontologia dell'ICOM, avviando sin d'ora i contatti con i Comitati ICOM nazionali e internazionali affinchè questoimpegno coinvolga! musei e i professionisti di tutti i paesi interessati.
Raccomandazione n. 4
ICOM Italia chiede alle Pubbliche amministrazioni, ai privati gestori dell'organizzazione delle mostre e alle Fondazioni ex-bancarie di rendere pubblici e trasparenti i bilanci delle mostre e di svolgere indagini prima e dopo le mostresul gradimento del pubblico e sull'impatto turistico, economico e culturale complessivo sul proprio territorio di tali eventi, anche ne! medio-lungo periodo. Ovvero di adottare metodi di indagine e indicatori di successo o insuccesso complessi, quali i Baia nced Scorecards(BSC), superando i limiti della contabilità economico finanziaria tradizionale.
Raccomandazione n. 5
ICOM Italia chiede alle Pubbliche amministrazioni e alle Fondazioni ex-bancarie di incrementare e, comunque, di non ridurrei finanziamenti destinati ai musei e alle loro attività primarie, evitando di finanziare solo eventi temporanei e di impegnarsi al fine di evitare che una "monocultura", come quella delle mostre-spettacolosi espanda distruggendo il differenziato patrimonio genetico dei territori culturali. ICOM-Italia chiede alle pubbliche amministrazioni di valutare lasostenibilità delle
politiche culturali nel loro complesso ponendo attenzione alla diversità delle culture locali, nello spirito del dettato
costituzionale dell'articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura [...]Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Raccomandazione n. 6
ICOM Italia richiama i musei pubblici e privati a porre attenzione, nello svolgimento delle proprie atti vita didattiche, culturali e di comunicazione con il pubblico, al ruolo/status del Museo come contenitoredi valori non mercantili, non scambiabili, necessari alla conoscenza della storia umana; a non creare opere-feticcio a scapito delle altre, con il rischio di arrivare a una omologazione monoculturale; e a spingere i musei a coltivare e incoraggiare i volontari, i donatori, i mecenati, i collezionisti, gli studiosi, i quali sono una parte di pubblico determinante per ilfuturo dei musei stessi.
Ufficio Stampa