L'EX MOGLIE LO SA
Una modesta proposta per la caccia agli evasori: il fisco, come negli. Usa, butti un occhio sui divorzi.
Enrico Rampini, la repubblica delle donne, 3 dicembre 2011
Caro presidente, affidi la lotta all'evasione alle signore. È un modesto consiglio a Mario Monti, dagli Stati Uniti. Il nuovo premier italiano ha un gran bisogno di recuperare risorse per lo Stato. Ha promesso di farlo con equità. I suoi predecessori hanno fallito quasi sempre, nella lotta contro l'orrenda evasione fiscale italiana, un segno di inciviltà oltre che un crimine contro la società. Non hanno fallito solo quelli che probabilmente "volevano fallire", nel senso che pur senza dirlo proteggevano gli interessi di evasori grandi e piccoli. Hanno spesso deluso anche i governi di centro-sinistra, ottenendo risultati abbastanza modesti in questo campo. Sarebbe ora di guardare con più attenzione alle ricette usate nei paesi dove l'evasione fiscale è minima, rispetto agli standard italiani. Ecco perciò una modesta proposta americana: mettete in comunicazione fra loro gii uffici del fisco e i tribunali che si occupano dei divorzi.
Proprio così. Qui negli Stati Uniti è pratica corrente, e i risultati sono fantastici. Vedete, se per caso un signore prova a occultare la sua vera ricchezza nel momento in cui fa la dichiarazione annua dei redditi, magari qualche volta riesce a farla franca pure qui in America. Non è che il fisco sia onnipotente, i mezzi per le ispezioni non consentono dì andare a ficcare il naso continuamente nei conti di tutti. Però anche per quelli che "ci provano" a fare i furbi all'italiana, arriva un momento del giudizio. È quando si separano dalla moglie. Perché lei sa benissimo qual è il vero patrimonio del coniuge. E gli avvocati della signora sono molto bravi a dare la caccia a ogni gruzzolo che il marito cerca dì mettere al riparo, fosse pure alle isole Calmane, Antigua, o altri paradisi fiscali. Così i tribunali che si occupano di cause di divorzio, per stabilire l'entità degli alimenti, sono una miniera di notizie preziose. Basta stabilire una volta per tutte che queste notizie vengono trasmesse automaticamente agli uffici fiscali, e voilà, i! gioco è fatto: senza spendere un centesimo in più nelle ispezioni, lo Stato ha a sua disposizione un esercito di informatrici spietate. Funziona a meraviglia, credetemi. Perché non provarci anche da noi? Ve l'immaginate quanto meno bisognerà tagliare ì fondi alla scuola o alle pensioni, se si inverte tendenza sul fronte dell'evasione? Sempre per la stessa ragione, sarebbe utile andare a dare un'occhiata alle liste dell'Aire. È l'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero, a cui sono iscritti quelli come me che hanno dovuto trasferirsi in modo permanente in un paese straniero: ci si registra presso l'ultimo comune di residenza (nel mio caso fu Milano) che poi lo comunica al consolato d'Italia del paese in cui si vive. 0 anche viceversa: grazie all'informatica, mi risulta che la comunicazione tra i nostri consolati e i comuni funziona abbastanza bene. Ora, a Milano c'è un segreto di Pulcinella: molti facoltosi cittadini, pur vivendo in città dove hanno affari che vanno a gonfie vele, si sono cancellati da tempo per trasferire la propria residenza altrove. Ma li sì vede circolare regolarmente sui loro lussuosi Suv in via Montenapoleone. Una bella ripulita alle liste dell'Aire potrebbe aiutare parecchio il professor Monti. Non è difficile, basta per esempio che i vìgili urbani facciano un po' di sopralluoghi per verificare se gli iscritti all'Aire siano davvero spariti per sempre dalla città. Nulla di strano. A quel che ricordo io, quando tanti anni fa mi trasferii da Parigi a Milano e quindi misi la mia residenza in Italia, ebbi una visita dei vigili urbani a casa per confermare che potevo eleggere domicilio lì. Basta che gli stessi vìgili facciano anche la verifica all'incontrano, no? Già m'immagino le grida contro l'invasione della privacy, lo Stato di polizia, la dittatura orwelliana, ecc.. Ma guardate che qui negli Stati Uniti ogni volta che io varco la frontiera c'è una registrazione automatica dei miei passaggi. Sicché, per esempio, il giorno in cui volessi passare dallo status di "residente permanente" (Green Card) a quello dì cittadino americano, gli Usa verificherebbero se ho trascorso almeno la metà del tempo sul loro territorio, onde giustificare la mia richiesta.