mercoledì 14 dicembre 2011

NIL28 e lab creativi a Milano

Sempre da "La repubblica delle donne", interessante questa iniziativa...vedi soprattutto in coda la sintesi "cosa vuole il NIL28?"
 giorgio gregori

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La città siamo noi

LAB CREATIVI/2 Hanno messo la loro competenza al servizio del quartiere milanese dove abitano. Intorno a via Tertulliano molti si stanno impegnando per la qualità nella vita. E per provare a realizzare sogni: low cost e sostenibili
di Laura Traldi

Perché noi no? Chi, al ritorno da un viaggio a Berlino, Parigi, Londra o Copenhagen, non si è fatto questa domanda, ripiombando nella propria realtà urbana? Difficile non porsela, dopo aver vissuto il quotidiano di metropoli europee che sembrano più rispettose, servite, ecologiche e multi-culturali delle nostre. Forse siamo vittime di un'esterofilia dilagante (a volte un po' trasognata e ingenua), o forse siamo davvero stufi di vivere in città sempre meno a misura d'uomo, dove fioriscono nuovi landmark (o aspiranti tali) ma mancano spazi dove vivere bene tutti e insieme, da buoni vicini. Queste e altre considerazioni venivano messe sul tavolo, lo scorso marzo, da alcuni cittadini del quartiere di Milano che si estende tra viale Umbria e viale Molise, a sud della città. Tecnicamente la Zona 4, anche se a loro questa denominazione amministrativa va decisamente stretta. "Preferiamo parlare di NIL, Nuclei di Identità Locale. Si tratta di una suddivisione della città in aree culturalmente e storicamente vicine", spiega Andrea Boschetti, architetto e urbanista, che su questo tema la sa lunghissima. Il suo studio Metrogramma ha infatti partecipato alla stesura del più recente Pgt, piano di governo del territorio. "Non si tratta di tecnicismi ma di un approccio diverso alla città, che sposta l'attenzione dalla burocrazia alla storia dei territori e alle loro aspirazioni. Noi siamo il NIL28", precisa Boschetti. A Milano ci sono 88 NIL. Ma la maggior parte della gente non sa neanche cosa siano. Allora come mai al NIL28 si è compreso a tal punto il significato di questo acronimo da organizzarsi in un'Associazione a suo sostegno e sviluppo? Semplice. I fondatori dell'Associazione Culturale Distretto Creativo NIL28, che conta circa 30 membri, hanno tre cose in comune: il cap postale di casa e/o lavoro, la creatività come motore trainante della loro professione e una gran voglia di cambiare le cose mettendosi in gioco in prima persona. Anche se non ha una carica ufficiale, Andrea Boschetti è una delle anime dell'Associazione. È stato lui, insieme allo stylist Sergio Colantuoni, agli architetti DotDotDot, agli artigiani Controprogetto e ai designer A/R Studio, a fondarla, dando alla domanda da cui siamo partiti, "perché noi no?", una risposta a metà tra il mea culpa e il programma di azione. Quasi nessuno ha mai voglia di impegnarsi per migliorare le cose. "Allora abbiamo deciso di farlo noi", conclude Boschetti. L'ambizione consisteva in un'appropriazione fisico-sentimentale dello spazio. La città è di chi la vive, nel bene e nel male. Tanto vale provare a viverla al meglio, con i propri vicini. "Da qui la voglia di trasformare il quartiere in un laboratorio urbano sostenibile, ascoltando le necessità di chi lo abita, riflettendo su come affrontarle, proponendo soluzioni realiste". Sembra il manifesto di un'utopia alla moda. E invece no. Esempi analoghi si stanno diffondendo su tutto il territorio. "In Italia le iniziative di aggregazioni territoriali, ispirate a una maggiore coesione sociale, sono più numerose di quanto si pensi", dice Andrea Di Stefano, giornalista e direttore del periodico di finanza etica Valori (valori.it). "Penso, per quanto riguarda Milano, a realtà di accoglienza come La Cordata (lacordata.it), o dedicate alla rivalutazione della cultura contadina come la Cascina Cuccagna (cuccagna.org). In altre città ci si organizza per uno sviluppo del territorio fondato sulla giustizia sociale ed economica: lo fanno (solo per citarne due) il Consorzio Sociale Goel a Locri, in Calabria (goel.coop), e l'associazione Addio Pizzo di Palermo (addiopizzo.org). In Italia, quando i cittadini sentono l'esigenza concreta di riassestare il proprio microcosmo, si rimboccano le maniche". Ma funziona? "Assolutamente sì", assicura Di Stefano. Ne è convinto anche Leopoldo Freyre, presidente del Consiglio nazionale degli architetti e acceso sostenitore del NIL28: "Purtroppo oggi i cittadini vivono la casa come una fortezza e la strada come un territorio estraneo. Servono opere di sensibilizzazione perché le aree pubbliche di quartiere non siano più percepite come zone indistinte, ma spazi urbani che ci appartengono e di cui si ha voglia di prendersi cura. Il futuro delle città non si fa cementificando ancora, ma riutilizzando in modo intelligente quanto esiste già, coinvolgendo i cittadini". Per poi puntare più in alto: "La spinta dal basso purtroppo genera una geografia dell'impegno a macchia di leopardo", continua Di Stefano. "Può sembrare che non si faccia nulla, quando in realtà molte iniziative sono assolutamente avanguardistiche, anche se paragonate a contesti europei. È la conseguenza della mancanza di una regia illuminata". Che è quello a cui puntano al NIL28. "Siamo partiti in piccolo, con progetti a basso costo ma ad alto impatto agli occhi degli abitanti del quartiere: una seduta collettiva lungo la strada, due mostre e un gioco interattivo", dice Colantuoni. "Ma puntiamo all'applicazione del modello in tutta la città: non vogliamo dipendere dal Comune aspettando fondi ma essere un tassello che l'amministrazione può usare per uno sviluppo ostenibile. Siamo già in contatto diretto con altri NIL per creare sinergia". I sogni del NIL28 sono descritti in un documento dal nome ambizioso NIL28 x Expo2015 e oltre. "All'Expo vogliamo arrivare con un quartiere modello, dove non si è costruito nulla ma si è riutilizzato in modo intelligente quanto già esiste. Dove gli spazi di mezzo, da non-luoghi, si siano trasformati in una versione laica e contemporanea di quello che, per secoli, è stato il sagrato della chiesa", spiega Boschetti. Si va (vedi box qui a fianco) da una migliore illuminazione alla trasformazione di una piazza; dalla decorazione di edifici semiabbandonati al potenziamento degli orti di quartiere; dallo sportello di consulenze eco ai workshop che insegnano come riparare biciclette, rimettere a nuovo mobili, recuperare e riutilizzare quanto si pensava non servisse più. Ma anche spazi coperti e sicuri dove far giocare i bambini, punti vendita di prodotti a km zero e la riapertura del cinema Maestoso, chiuso 6 anni fa e ancora rimpianto. "Così vogliono i cittadini", aggiungono gli A/R Studio, che hanno raccolto i desideri di tutti attraverso il gioco partecipativo del Se Fosse. È chiaro che, per realizzare tanti progetti, saranno necessari dei finanziamenti. "In un mondo perfetto verrebbero dalle istituzioni", dice Ivan Camera di NIL28, sostenitore di uno sportello per le consulenze eco energetiche a uso del quartiere. "Penso a sponsorizzazioni di privati. Ma prima dobbiamo ottenere il completo appoggio della popolazione". Con i social network? "Sono strumenti importanti, abbiamo una pagina Facebook. Ma sono solo strumenti: cerchiamo la chiacchierata di persona, non la chat", dice Sergio Colantuoni. "Per questo la nostra prima mossa è stata trasformare via Tertulliano in un salotto". Non scherza. Alla "seduta di quartiere" che ha sancito la nascita dell'Associazione, lo scorso aprile, "ognuno doveva portarsi una sedia, per accomodarsi e godersi gli spettacoli di danza e teatro che gli artisti locali hanno prodotto". E il necessario per allestire (con qualcosa che parlasse di sé) un tavolo di 130 metri (realizzato dagli artigiani Controprogetto). Il risultato è stato un bagno di folla: "Bello che, proprio durante la settimana del Salone del Mobile, quando la differenza tra centro e periferie si sente ancora più nettamente, ci fosse qualcosa di diverso da fare proprio sotto casa". Da allora, altre iniziative - due mostre con i ritratti degli abitanti del NIL28 realizzate da fotografi locali - sono andate in porto. Ora si pensa al Natale, in chiave low cost, ovviamente: la lotteria con premi fai-da-te (dal pomeriggio di lezioni di styling, moda e arredamento tenuti da Sergio Colantuoni, a un'opera dei Controprogetto), l'albero addobbato a led (gentilmente forniti da un'azienda con cui lavora Metrogramma), la scultura partecipata sulla quale ciascuno mette qualcosa di suo, per trasformarla in un monumento di quartiere. E mentre i nostri decidono, qualcuno si è accorto del potenziale che si annidia nei NIL: il 24 ottobre il comune di Milano ha annunciato la nascita della piattaforma interattiva FuoriExpo.org, dove "mettere insieme progetti e idee che ci aiutano ad avvicinarci a Expo, per raccogliere le energie che, se non disperse, saranno vitali per vincere la sfida del 2015". Interessanti le parole di Daniela Benelli, assessore Area metropolitana, Decentramento, Servizi civici, al momento del lancio della piattaforma: "Se riusciremo a connettere la cultura dei NIL con un progetto di Fuori Expo che comunichi la ricchezza multi culturale di Milano, avremo fatto bingo".

Cosa vuole il NIL28?
 
- PIAZZA E MERCATO Trasformazione del mercato rionale in un salotto (con caffè e una biblioteca).
- SPORTELLO ECO Offerta di consulenze personalizzate su come trasformare la propria abitazione in uno spazio sostenibile.
- ILLUMINAZIONE Perché si faccia luce meglio, dove e quando serve, riducendo l'inquinamento luminoso e i consumi. 
- SCUOLA DI RICICLO Workshop per bambini e adulti su come riparare o riutilizzare di tutto (dalle biciclette alle cose di casa). 
- ORTI Potenziamento dei già esistenti spazi verdi locali, attualmente affidati ai pensionati: perché tutti abbiano la possibilità di produrre lavorando la terra. 
- TOTEM DI QUARTIERE Una mini architettura e un sito internet per la creazione di un canale partecipativo cui tutti possono accedere. 
- AUDIO-VISIVO Un dvd con 30 pillole ecologiche per insegnare ai bambini delle scuole come ottimizzare l'energia, risparmiando e divertendosi. 
- POLIPALI Trasformazione dei pali dei marciapiedi in elementi per mini servizi (legare le bicilette, affiggere annunci, posizionare cestini o luci). 
- DECORAZIONE Interventi artistici sulle facciate cieche di alcuni edifici.
- VERDE DIFFUSO Piantumazione di marciapiedi e piazzette, e idee su come prendersene cura collettivamente.