Già da tempo era stata abolita l'ICI sulla prima casa, a mio parere una cazzata pazzesca che aveva trovato sponda anche in una sinistra che quando cerca di inseguire lo stile berlusconiano non ne azzecca una. Col risultato che oggi i Comuni sono coll'acqua alla gola perchè mancano soldi per i servizi sociali ecc., mentre chi ha superappartamenti se la gode.
Ma siccome chi era in affitto non poteva "godere" di tanta "generosità", oggi arriva la diminuzione delle tasse per i proprietari di immobili dati in affitto.
Ovviamente con la solita filosofia: chi ha più soldi ci guadagna, chi di meno, si arrangi.
E poi...gli inquilini, ci guadagneranno davvero?
Rimane la domanda: ma visto che da questo versante arriveranno meno tasse, dove le andranno a prendere?
Ho seri dubbi che emerga il "nero".
Non sarebbe il caso di creare un movimento che proponga con forza la detraibilità dalla denuncia dei redditi di TUTTE le spese?
gg
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CEDOLARE secca sugli affitti a due velocità.
Con l' aliquota unica al 25 per cento sconti fiscali super per i proprietari di case con redditi medio-alti e mini-risparmi per quelli con una situazione reddituale più contenuta.
Su canoni da mille euro mensili, i primi potranno risparmiare quasi 2 mila euro annui; i secondi dieci volte di meno. Questi, in estrema sintesi, gli effetti del decreto sul federalismo fiscale che verrà presentato oggi al Consiglio dei ministri, e che disciplina l' autonomia fiscale dei Comuni.
L' ipotesi iniziale di una aliquota unica al 20% è rimasta solo per i canoni agevolati nei Comuni ad alta intensità abitativa, che tuttavia sono una minoranza rispetto al numero di affitti liberi.
I risparmi maggiori, come si diceva, riguardano i proprietari che oggi pagano un' aliquota Irpef tra il 38 e il 43 per cento.
Ad esempio, un contribuente con un reddito di 60 mila euro che ha dato in affitto un appartamento con contratto libero a 1.000 euro mensili, oggi subisce su questo affitto una sforbiciata di 4.182 euro annui.
Con l' introduzione della cedolare secca del 25 per cento, la tassazione si abbasserebbe a 2.550 euro, con uno sconto di 1.632 euro annui, 510 euro in meno di quella ipotizzabile con l' aliquota unica al 20%.
Il risparmio supera i 1.800 euro annui per chi ha un reddito di 100 mila euro.
Ben diversa la situazione di un proprietario con un reddito annuo di 16 mila euro.
Sempre con un affitto mensile libero di 1.000 euro, mentre con l' aliquota unica al 20 per cento avrebbe risparmiato 714 euro, con l' introduzione della cedolare secca al 25% il guadagno si ridurrà ad appena 204 euro mensili.
Vediamo invece cosa succede in caso di canone agevolato, concordato in sede locale fra organizzazioni della proprietà e degli inquilini, e con durata inferiore (tre anni più due rispetto ai quattro più quattro dei contratti liberi).
Ipotizzando un affitto mensile di 750 euro, il proprietario con reddito annuo di 100 mila euro risparmierà con l' aliquota al 20% 1.231 euro mentre quello con un reddito annuo di 16 mila euro otterrà uno sconto di 375 euro.
Insomma, mentre con l' aliquota unica al 25 per cento sugli affitti liberi, si possono ipotizzare risparmi medi di imposta fra 200 e 1.800 euro annui, per i canoni agevolati (con aliquota al 20%) gli sconti vanno da 400 a 1.200.
Ma siccome il grosso degli affitti è a canone libero, i redditi bassi finiranno per essere fortemente svantaggiati rispetto a quelli più elevati. Anzi, per alcuni di essi invece di un risparmio ci potrebbe essere un aggravio.
Infatti, l' aliquota unica al 25% introdurrebbe solo un costo aggiuntivo per chi ha un reddito annuo (compreso quello di affitto) fino a 15 mila euro, con aliquota Irpef al 23 per cento. Si può ritenere che proprio per questa ragione, il decreto dà la possibilità al contribuente di scegliere tra il mantenimento del vecchio regime Irpef e la nuova aliquota. Quest' ultima, che entrerà in vigore a decorrere dal 2011, sostituirà oltre all' Irpef con le relative addizionali anche l' imposta di registro e di bollo sui contratti di affitto. ROSA SERRANO
Repubblica — 04 agosto 2010 pagina 25 sezione: ECONOMIA