lunedì 3 maggio 2010

l'eucarestia da divorziati

Basta poco per ricevere da divorziati l'eucarestia

L'ARCIVESCOVO di Lanciano-Ottona monsignor Ghidelli, ha preso le difese del nostro presidente del Consiglio, dicendo che poteva fare la comunione in quanto non è più convivente con nessuna delle due ex mogli, e poi se si è confessato (pentendosi delle frequentazioni del-
l'amore mercenario) ed è nuovamente puro. Mi chiedo come mai ad una signora del mio paese pia e sempre devota, abbandonata dal marito dopo 40 anni il parroco ha vietato di fare la comunione in quanto separata. Ah, dimenticavo, il marito ha regalato alla parrocchia una statua della Madonna che fa bella mostra vicino all'altare.
Paolo Sanna
Bosa, Sassari

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Ma Berlusconi, divorziato, può fare la comunione?
Ai funerali del signor Vianello, al momento della comunione il signor Berlusconi si accosta all'altare
e prende l'ostia consacrata. Ma nonè un divorziato?
Risponde Michele Serra:

Sono del tutto impreparato in materia, ma immagino che tra un divorziato semplice e un divorziato Unto dal Signore esistano evidenti differenze di valutazione: la Chiesa, come la Legge, è uguale per tutti solo negli auspici degli ingenui. Più in generale, cara Nella, a me sembra che la vasta comunità cattolica italiana non sia molto disposta a cogliere eventuali incompatibilità tra Berlusconi e il dettato della Chiesa. A partire dall'interminabile sabba di mercanzie e di culi che le sue tv hanno imposto come visione del mondo, credo che nessuno come lui abbia inferto colpi altrettanto letali alla cosiddetta «morale cattolica». Poiché la maggioranza dei cattolici lo vota, e i vescovi lo sostengono, dobbiamo dedurne che sono loro, per primi, a mettere tra parentesi la forma e a badare alla sostanza: e la sostanza sono i quattrini alle scuole cattoliche, il potere e gli appalti della Sanità, la conservazione dei privilegi fiscali. Dei «peccati» di Berlusconi, ai cattolici italiani, non importa un fico: si sa che bastano la confessione e un paio di Pater-Ave-Gloria a lavare la coscienza più nera. Siamo solo noi miscredenti a prendere sul serio i peccati: perché sappiamo che dobbiamo portarne il peso da soli, senza nessun prete che ci assolva e benedica.

Venerdi di repubblica, 30 aprile 2010