L’11 settembre dimenticato
Cile 11 settembre 1973, inizia il colpo di Stato militare fascista. Viene soffocato nel sangue il sogno di
giustizia sociale e progresso rappresentato dal governo di Salvador Allende, indimenticato presidente, che difenderà armi in pugno, fino alle estreme conseguenze, la libertà del suo popolo.
Inizia l’11 settembre 1973 la ditta-tura di Pinochet: oltre 30 mila morti,
arresti, torture, desaparecidos, i voli della morte. Nei giorni in cui si celebra l’11 settembre dell’America, è impossibile non ricordare a chiunque, che è accaduto un altro 11 settembre certamente non meno grave per numero di vittime fra morti, torturati, esiliati ed un intero popolo per quasi vent’anni, sottomesso dal tallone della dit-tatura fascista, nell’indifferenza delle potenze mondiali.
E ciò che accadde a Santiago quell’11 settembre ed in tutto il Cile, non avvenne a causa del terrorismo, di quel terrorismo per cui oggi si “esporta la democrazia” con le “missioni di pace” bombardando, ma per la deteminante partecipazione della democrazia per eccellenza, quella degli Stati Uniti d’America.
C’è dunque un 11 settembre dimenticato dalla storia.
Valga la lezione morale del Presidente Salvador Allende, con le parole pronunciate nel suo memorabile ultimo discorso ai cileni, parole attuali anche per il presente del nostro Paese: “Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro, in cui il tradimento, la codardia e la fellonia pretendono di imporsi”.
Alessandro Fontanesi, lettera a "il fatto quotidiano" del 10 settembre 2011