domenica 12 giugno 2011

La felicità è il part time

Correva l'anno 1982, ero nel centro elaborazione dati della Banca San Paolo di Brescia, schedulazione,  e feci una cosa proprio strana, per l'epoca: chiesi, io maschietto, di poter lavorare a part time IL POMERIGGIO dalle 14.00 alle 19.00. Sarebbe stato un grosso vantaggio per l'azienda, le avrebbe permesso di coprire una fascia oraria particolare. Il capo del personale dell'epoca  rimase un pò basito, anche perchè il part time era roba da mamme, che volevano lavorare dalle 8.20 alle 13.00 circa per andare poi a curare figli e casa. NON me lo concesse, sospettava che sotto ci fosse chissà quale trucco...
Se si legge l'aticolo qui sotto, tratto dalla simpatica rubrica  "appunti e divagazioni di una (non solo) mamma, posso essere considerato un precursore...mancato!
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Il racconto di Dante: «Quell'Azienda non mi. meritava. Perciò mi sono reso disponibile per l'orano ridotto»
La sua sveglia suona sempre alle 6,30, per abitudine e innato rigore. Il lunedì mattina, dopo il caffé, va a nuotare alla piscina pubblica dietro casa. Si gode il privilegio di una vasca tutta per sé perché, a quell'ora, il resto del mondo è affaccendato altrove. Poi torna a casa, si dedica ai lavori domestici, prepara da mangiare («generalmente un primo e un contorno»), apparecchia la tavola e pranza, perché pranzare per bene, dice, è importante per il corpo ma anche per la mente. Il martedì alle 8 è al parco, a correre. Rientra, fa una doccia, ed esce di nuovo per andare al mercato rionale settimanale dove fa la spesa e gira «felice tra le bancarelle». Il mercoledì fa una colazione abbondante, con calma, e si concede la mattina libera «per commissioni, faccende di casa, lettura, ozio o un giro in bicicletta». Il giovedì è come il lunedì, il venerdì come il mercoledì, salvo imprevisti o cambiamenti di programma o di umore. Sabato e domenica è vacanza e fa quello che vuole, tanto la casa è già stata pulita e la spesa già fatta. Non è uno studente molto salutista e poco studioso, non è l'amante di un ricco signore, mantenuta e molto organizzata, non è un atleta di triathlon che si prepara per le Olimpiadi di Londra 2012.

«Scrivi che mi chiamo Dante», mi suggerisce. Ha 40 anni, è single, impiegato in una grande azienda e, unico tra 8mila dipendenti, ha chiesto e ottenuto, circa un anno fa, un part-time pomeridiano dalle 12,30 alle 17,30, «perché il lavoro non è tutto e il mio benessere psicofisico vale di più, anche a costo di qualche sacrificio economico». Dante fu assunto circa 20 anni fa, appena diplomato. «Per 14 anni sono stato al Centro Elaborazione Dati, in funzione 24 ore su 24. Lavoravo su turni, di giorno e di notte, sabato e domenica compresi. Mi piaceva quel lavoro, ero bravo, ho dato tanto ma l'ho fatto con passione». Poi, l'anno scorso, l'azienda stabili che il Centro costava troppo e decise («in modo brutale») di darlo in gestione a una società esterna. «Non hanno tenuto conto della nostra professionalità e del nostro impegno, dall'oggi all'indomani ci hanno spostati in altri reparti». Fu un'epifania. «Presi coscienza che per l'azienda eravamo solo un costo e giunsi alla conclusione che bisogna dedicarle il minor tempo possibile perché non si merita l'impegno che le abbiamo dedicato». Si presentò all'ufficio del personale. «Mi rendo disponibile a lavorare in qualsiasi reparto purché mi diate un part-time pomeridiano», annunciò a un dirigente incuriosito da una richiesta bizzarra.
«Abbiamo mille dipendenti a orario ridotto qui: sono tutte donne e lavorano la mattina. Nessun uomo ha mai chiesto un part-time e nessuno, né donna né uomo, ha mai chiesto di poter lavorare solo il pomeriggio», rispose perplesso. «Voglio riappropriarmi della mia vita, a uso esclusivo del mio benessere», ribattè Dante.
«I capi non mi capiscono, i colleghi mi domandano quanto guadagno e se non sono preoccupato per la mia pensione. Pochi colgono il senso della mia scelta. Eppure sono certo che tanti potrebbero ridurre le ore di lavoro, rinunciare a una parte di stipendio ed essere più felici. Ma non lo fanno perché manca la mentalità». Dante ha scelto di essere libero la mattina «perché posso dormire, andare al mercato, fare commissioni e arrivare in ufficio riposato e soddisfatto». Vive un'esistenza low cost, «ma i vantaggi sono ben più delle rinunce». È abbronzato, sorridente, sereno, ha girato il mondo, in sacco a pelo, e sogna di raggiungere una ragazza con pantaloni militari e sandali, conosciuta tre anni fa in Australia, con cui parla ogni giorno via Skype.
In questa storia qualcuno ha perso e qualcun altro ha vinto, qualcuno non ha capito e qualcun altro ha fatto una grande scoperta. Succede spesso nelle storie. Sta a tutti noi, prima o poi, trovare la nostra morale.
Per condividere appunti & divagazioni scrivete a: elasti@repubblica.it, www.nonsolomamma.com

Repubblica delle donne, 11 GIUGNO 2011