Sono migliaia i messaggi dei lettori arrivati alla casella email "vistadafuori", a raccontarci come l'Italia viene vista dal mondo. Tra sfottò e rassegnazione, ecco che cosa abbiamo letto. E il racconto continua
ROMA - Quattro messaggi al minuto. Una tempesta di lettere che soffia dall'estero e arriva a raccontarci cosa si pensa dell'Italia oltreconfine, alla luce degli ultimi scandali che coinvolgono il presidente del Consiglio. Vistadafuori@repubblica.it è una casella aperta a tutti gli italiani all'estero, a cui è possibile affidare la propria testimonianza dell'Italia di oggi.
Triste Italia. Le e-mail arrivano da tutto il mondo, ma come gocce di pioggia sembrano uscire da una stessa nuvola scura. E contengono tutte, ma proprio tutte, uno sfondo di malinconia, che spesso diventa tristezza e rassegnazione. Siamo in Europa, ma il nostro paese è percepito come un'entità distante. Giulia scrive dalla Francia: "Per noi è (io la definIrei così) una continua battaglia per la credibilità. Una nazione che riposa sopra i fasti del passato... Che tristezza per noi contemporanei! C'è una foresta di concezioni e, ripeto, purtroppo quelle positive poggiano principalmente sui meriti (artistici, culturali) degli italiani che ci hanno preceduto; di oggi non si vede altro che la bellezza del paesaggio (sebbene posta sotto grave minaccia) e la barzelletta politica".
Mariano scrive dalla Danimarca: "L'Italia è ormai
considerata nord Africa. Il mio capo danese mi mostra la cartina geografica e ridacchiando mi dice che forse l'Italia è il pezzo che manca alla Libia...". Anche quando si prova a sdrammatizzare, l'effetto non è mai liberatorio. E sempre in ambito geografico, appariamo distanti anche da quei paesi che nelle barzellette, si usano come esempi di arretratezza. Luca da Londra: "Parlavo di Berlusconi con una ragazza. Lei dice: ma che razza di gente siete? Cacciatelo, cosa aspettate?...Ed io, scusa, ma di dove sei? E lei, "Mozambico".
L'Italia ha stufato. E così anche le barzellette non fanno più ridere. Almeno non gli italiani: Pierluigi racconta com'è la situazione vista da Bruxelles: "Drammatica per noi italiani, spassosa per i colleghi e amici stranieri. Al lavoro non passa giorno senza che colleghi lituani, polacchi, inglesi, belgi, tedeschi, sloveni e francesi mi fermino in corridoio per chiedermi l'ultima su Papi e le sue accompagnatrici". Claudio dalla Germania è più amaro: "Negli anni '70 alcuni tedeschi ci consideravano inaffidabili e mezzi -mafiosi. Oggi, e per via delle varie vicende, i tedeschi fanno di peggio: ci ignorano". Insomma, l'Italia ha stufato. Come riassume Cuchu, dall'Olanda: "Che si dice dell'ennesimo scandalo che ha coinvolto Berlusconi? Le solite cose, le solite battute, i soliti commenti che noi italiani all'estero siamo costretti a sopportare da quando Berlusconi è Presidente del Consiglio".
Un paese incomprensibile. Ad emergere però, oltre alle sensazioni 'a pelle' e al commento en passant, è la perdita di credibilità del nostro paese. "E non solo agli occhi dell'uomo della strada", scrive Paolo dalla Romania, "ma anche degli interlocutori istituzionali e dei partner commerciali. Un fatto che pone noi italiani all'estero in situazioni spesso di grave imbarazzo". E c'è una componente di mistero sul funzionamento delle istituzioni, che rende l'Italia un fenomeno unico. Sara da Londra prova a spiegare: "Qui non capiscono come Berlusconi possa parlare di intrusione dei magistrati nella sua vita personale per lo scandalo Rubygate. Perché non hanno la nozione politica di uno Stato in cui le cose pubbliche vengono continuamente usate per affari privati". E alla confusione istituzionale si aggiungono dubbi nulle normative vigenti: a Giulia che sta a Dublino, i suoi amici chiedono: "Ma in Italia e' legale fare sesso con le minorenni?". Emilia da Barcellona racconta l'incredulità: "Qui la gente comune fa davvero fatica a pensare che il popolo italiano abbia scelto volontariamente di essere rappresentato da Berlusconi". Ma per Nikos, da Londra: "Lo si voglia o no, rappresenta l'Italia e gli italiani all'estero". Forse all'estero ci immaginano come figure mitologiche, come lascia pensare Alberto dal Messico: "Qui il personaggio del Cavaliere riunisce in una sola figura gli inganni di Bernie Madoff, la perversione di Mosley e l'allegria e irresponsabilità di Pulcinella".
Ignoranza e informazione. Ma dopo i dubbi, dallo sguardo straniero arriva una certezza: l'Italia è un paese disinformato. Ecco Francesco, a Madrid da cinque anni, che telefona ai genitori qui: "Una cosa per me sconvolgente é che ogni volta che chiamo a casa e dico ai miei “Ma avete sentito l’ultima su di lui?... Mai una volta che sappiano di cosa stia parlando! Devo dirglielo io dalla Spagna quello che sucede in Italia!". Marco, dal Regno Unito, ha preso le statistiche: "Ho fatto il conto dall'Annuario ISTAT: 17 milioni di persone hanno accesso, di fatto, soltanto ai sei canali televisivi per la loro informazione. Possono soltanto vedere i messaggi televisivi del leader come informazione. Hanno solo quello". "Berlusconi è un esempio di Governo al potere per il potere", dice Luca da Colonia, "e quando dice che l'Italia è il paese più bello del mondo per il tempo, il mangiare e le donne, insegna che c'è prima la bella vita, poi tutto il resto. Un esempio perfetto di cosa non è la Politica". In meno parole, lo stesso concetto espresso da Moreno dall'Irlanda: "In fondo, siamo il paese delle vacanze".
di TIZIANO TONIUTTI
da www.repubblica.it