sabato 15 gennaio 2011

Aspesi: ilparadosso delle donne

 I quotidiano la Repubblica pubblica da anni un interessantissimo inserto, Diario, i cui numeri sono tutti consultabili a:
http://www.repubblica.it/static/diario/index.html?ref=HRF-1

nell'ultimo, dal titolo "genitori- il nuovo desiderio di un figlio a tutti i costi" c'era questo articolo di Natalia Aspesi.
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il paradosso delle donne

Non sono più soltanto mamme e babbi vip a sventolare i loro piccini anche infanti sui giornali per famiglie, ma pure i nonni, come il nostro premier che lucidato in modo da sembrare ventenne, ha iniziato la del resto mai interrotta campagna elettorale dalla copertina del suo prestigioso organo di partito, Chi. Lui in mezzo a: 5 figli, due aspiranti generi, un' aspirante nuora, 5 bellissimi nipotini, anche con ciuccio in bocca, di cui almeno un paio gli assomigliano molto, a parte i riccioli biondi.


Bambini come propaganda, come l' ennesimo feticcio del successo, accanto allo yacht di 60 metri e alle poltrone stile Luigi XV nei saloni del castello non avito. Di questa epidemia genitoriale cadono preda anche persone qualsiasi: non è per esempio solo Gianna Nannini, donna libera e anticonformista che, ultracinquantenne, è riuscita finalmente a realizzare il suo desiderio di maternità. Coppie o singoli, quando il metodo classico non dà risultati e diventa sempre più faticoso, ricorrono alle apposite cliniche che se ne infischiano degli anatemi vaticani e delle nostre probe leggi.
Ultimamente sono soprattutto le coppie stabili monosesso, a desiderare ardentemente un figlio, offrendo al fortunato fantolino il rifugio protettivo di due mamme o di due babbi; e pare che queste creaturine vengano su benissimo, almeno non peggio degli altri di più tradizionale provenienza, dove ormai i babbi fanno la mamma e la mamma fa mamma e babbo: quando il babbo se ne è andato con una ucraina ventenne ma anche quando il babbo resta, e avendo imparato a cambiare i pannolini e a preparare il biberon, diventa troppo mamma per esercitare il ruolo paterno.
In questo fiorire di nursery, baby alta moda, psichiatri infantili, videogiochi, Tata Matilda e intrattenitori di babyfeste, chi non ha figli torna ad essere, a seconda dei punti di vista, un anarchico, un poveretto, un fortunato, uno stravagante, un asociale, in ogni caso un diverso: soprattutto se di sesso femminile, perché se una donna non è mamma non è una vera donna.
E infatti una donna senza figli deve rendere conto ancora adesso di questa sua anomalia: insomma continua ad essere una curiosità da sondaggio e da dolente intervista. Che rispondere? È stato il caso? Così la mia vita non ha senso? I bimbi mi fanno orrore? Sarei stata una mamma perfetta ma non ho mai trovato il giusto padre? Oppure: sono già la mamma dei miei libri. O anche: come figlio mi basta mio marito. Ecc. Viene in mente il romanzo "Ogni passione spenta" di Vita Sackville West, in cui l' ottantenne signora rimasta vedova si accorge che i suoi figli, ormai vecchi, le sono estranei e antipatici, oppure un altro bel libro, "Le parole tra noi leggere" di Lalla Romano, che già dal primo capitolo fa passare la voglia di averne.
Ci sono donne che si disperano per non essere madri, e forse sono quelle che possiedono il famoso istinto materno, e quelle che ringraziano il cielo, che probabilmente di quel misterioso istinto sono prive. Il problema non è tanto mettere al mondo dei figli, quanto saperli crescere. I figli paiono oggi un dono così straordinario che certi genitori non si sentono alla loro altezza, diventandone subito sudditi servili, proni ad ogni urlo selvaggio: magari i bambini anelerebbero a un bel ceffone rassicurante, e invece ottengono solo costosi gadget che li fanno andare in bestia. In questo modo le non mamme e i non babbi organizzano un viaggio al Santuario di Compostela per ringraziare della propria sterilità, con la benedizione dei non figli grati di non dover a tre anni andare a scuola di musica, di hockey e di inglese.
- NATALIA ASPESI
13 gennaio 2011 —   pagina 43   sezione: DIARIO