sabato 15 gennaio 2011

i costi dei parlamentari

Mi è stata inviato questo articolo relativo ai costi dei parlamentari.

Le prebende dei deputati ecc non mi scandalizzano. Sono sicuro che molti  se li meriterano tutti e non approfittano dei biglietti aerei per andare a comprare il pesce a Tripoli.

Il problema è che il sistema berlusconiano e leghista, oggi più di ieri, fa sì che un posto al parlamento e pensione relativa siano un sistema mascherato per pagare, a spese dei contribuenti,  un vitalizio in seguito a prestazioni di signorine/signorini più o meno compiacenti, che in base alle prestazioni e dimostrazioni di fedeltà possono anche ambire a posti di ministro.

Questa è l'applicazione pratica dell'attuale legge elettorale, che non fa scegliere ai cittadini i candidati, ma ai boss dei partiti. Che ovviamente così possono fare eleggere soubrettes, modelle, "igieniste dentali", figli e parenti vari.
gg

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Costi e sfizi - la recessione non è entrata in Parlamento
A dispetto della recessione, c'è un settore nel nostro paese che non conosce crisi: gli stipendi dei politici. Che tra indennità, pensioni, benefit e auto blu viaggiano su un reddito annuo da capogiro se confrontato con quello di un normale cittadino.


Lo stipendio di deputati e senatori, in crescita dal 1948
Il Parlamento costa agli italiani la bellezza di un 1,66 miliardi di euro, così divisi: 1,069 miliardi alla Camera (630 deputati) e 594 milioni al Senato (315 senatori eletti, più 7 a vita).
L'indennità parlamentare è regolata da una legge del 1965 ed è agganciata allo stipendio di un magistrato presidente di sezione di Cassazione con 35 anni di anzianità. Cioè chi è appena stato eletto prende lo stesso stipendio di un magistrato a fine carriera.
Per i deputati si parla di una media approssimativa di 15mila euro mensili; per i senatori si tratta invece all'incirca di 17mila euro. Senza contare i benefit. Insomma entrare in Parlamento è un affare. Il reddito lordo dei parlamentari dal 1948 al 2006 ha avuto un tasso di crescita medio annuo del 10%; dal 1985 al 2004 il reddito reale annuale è aumentato di cinque-otto volte rispetto a quello di un operaio, di quattro-sei volte rispetto a un impiegato e di tre-quattro volte più di un dirigente.
Dalla fine degli anni novanta, inoltre, il 25% dei deputati guadagna un reddito extraparlamentare superiore a quello della maggioranza dei dirigenti.
I ricchi stipendi dei Consiglieri Regionali
A ben guardare anche i consiglieri regionali non se la passano poi tanto male. I più pagati dopo i piemontesi (16mila euro mensili) sono quelli della Puglia (13mila 830 euro al mese), Abruzzo (13mila 359), Lombardia (dodicimila 555), Sardegna (undicimila 417), Calabria (undicimila 316 euro) e Emilia-Romagna (undicimila euro). Quanto ai presidenti di regione, invece, spicca su tutti quello pugliese: Nichi Vendola percepisce 18mila 885 euro mensili. Alle sue spalle i Governatori di Sardegna (Cappellacci) e Sicilia (Raffaele Lombardo), che incassano rispettivamente 14mila 624 e 14mila 329 euro mensili.
Le pensioni dei parlamentari, una spesa da centinaia di milioni
Lo scorso anno abbiamo speso per le pensioni dei deputati 138,2 milioni di euro. Per quelle dei senatori 81,2 milioni di euro. I contributi versati sono stati undici milioni e 835 mila per i deputati, sei milioni e 100 mila per palazzo Madama. Tutto a carico della collettività.

La pensione può oscillare da un minimo netto mensile di duemila 400 euro ad un massimo di circa novemila 900 euro. Senza contare i privilegi come quelli sui requisiti d'età. Ufficialmente, sia alla Camera che al Senato, un vitalizio, così è denominata la pensione, si ottiene a 65 anni. Ma a conti fatti la norma vale solo per chi è stato eletto per la prima volta con le ultime Politiche del 2008. Gli altri, a seconda degli anni di mandato, usufruiscono di sconti notevoli. Alla Camera basta aver conquistato un'elezione prima del 1996 e totalizzato 20 anni di contribuzione, anche con il riscatto volontario degli anni mancanti, per ottenere l'assegno all'età di 50 anni. Al Senato è ancora più facile, sono sufficienti 15 anni di contributi se si è stati eletti prima del 2001.
L'Italia prima al mondo per numero di auto blu
In nessun altro Stato al mondo ci sono tante auto blu quante nel nostro. Palazzo Chigi spende cinque milioni 700mila euro per gli stipendi degli autisti e al 31 marzo scorso, le auto blu risultavano essere 629mila 120. Questo esercito costa ai contribuenti 21 miliardi di euro all'anno fra stipendi degli autisti, carburante, pedaggi autostradali, leasing, noleggio. Poi c'è la reperibilità e pronto impiego. Complessivamente il servizio "a chiamata" ha toccato una spesa annua di tre milioni e 329mila euro nel 2009. A questi milioni di euro vanno aggiunti i costi dell'affitto dei veicoli (467mila euro nel 2009), del carburante (128mila euro nel 2009) e di parcheggi e manutenzioni (95mila euro nel 2009). In totale, oltre nove milioni di euro l'anno.
E oltre allo stipendio anche un lungo elenco di benefit
Dalla banca ai tesserini per viaggiare gratis in treno e in aereo, dall'assistenza sanitaria ai corsi di lingua: è lungo l'elenco di benefit e agevolazioni per i nostri parlamentari.
•    Trasporti. A ciascun eletto vengono rilasciate speciali tessere per usufruire
gratuitamente del trasporto aereo e ferroviario e per viaggiare in autostrada senza
pagare il pedaggio.
•    Assistenza sanitaria. I parlamentari e i loro familiari possono iscriversi a
un fondo per l'assistenza sanitaria integrativa. I nostri rappresentanti non
vengono lasciati soli neanche al momento della dichiarazione dei redditi: un
apposito ufficio li assiste nella compilazione dei modelli di denuncia fiscale.
•    Beauty e relax. La barberia di Montecitorio è riservata ai parlamentari. Per
le deputate e senatrici, sono invece messi a disposizione dei buoni da utilizzare
nei saloni convenzionati. Nei sotterranei della Camera, inoltre, c'è una sauna
riservata solo a loro.
•    Banca. I servizi bancari sono offerti dal Banco di Napoli. I nostri
rappresentanti godono di condizioni di favore sia per i conti correnti sia per i
mutui.
•    Posta. A ciascun parlamentare spetta un plafond per le spese; può servirsi
di due uffici senza spostarsi troppo: uno all'interno di Montecitorio, l'altro nel
palazzo dei gruppi in via Uffici del Vicario.
•    Cultura. I nostri rappresentanti hanno inoltre diritto a corsi gratuiti e
personalizzati di informatica e di lingue straniere. Disponibile anche un servizio
di interpreti.