sabato 13 dicembre 2008

È RISCHIOSO TORNARE ALL'ENERGIA ATOMICA SENZA UN VERO DIBATTITO PUBBLICO

di Monica Frassoni presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo

UN PROGETTO DI LEGGE SUL NUCLEARE sta andando avanti alla velocità della luce in Parlamento e prevede che l'Italia torni a investire i nostri soldi nell'energia dell'atomo. Non c'è coinvolgimento dei cittadini, niente approfondimenti e confronti su prò e contro, sui costi e rischi, come invece successe ai tempi del referendum del 1987, ricordato spesso come episodio di isteria collettiva del dopo Chernobyl - per me invece fu un grande momento di partecipazione e dì responsabilità.
Si avanza di corsa per buttare via miliardi di euro in una tecnologia vecchia e insicura. I problemi sono gli stessi di venti anni fa: scorie, pericolo di incidenti, stimolo al riarmo nucleare, tantissimi soldi, tempi lunghi... La tecnologia nucleare, più o meno, è sempre la stessa, solo alcuni "ritocchi", costosissimi. I finlandesi lo sanno benissimo: sono gli unici in Europa che stanno costruendo una centrale nucleare dì "terza generazione" a costi doppi di quelli previsti (quota 4,5 miliardi di euro) e ritardi di anni... Tanta fretta, poi, per cosa? Per produrre nel 2030 il 10% (secondo alcuni il 20) dell'energia elettrica che serve all'Italia. Ma molti scienziati, compresi quelli dell'Onu che hanno vinto il Nobel l'anno scorso, dicono che se non si agisce entro i prossimi 15 anni, saranno guai.
C'è bisogno di tanta ricerca per realizzare su vasta scala tecnologie pulite che assicurano un risultato già dopo pochi anni. È la via scelta da Spagna e Germania che, uscendo progressivamente dal nucleare, sono diventati leader nel settore delle fonti rinnovabili creando 250mila posti di lavoro. Il nucleare sicuro è ancora lontanissimo, se mai ci sarà. E l'uranio non è rinnovabile. L'Agenzia per l'Energia Nucleare prevede che basterà per soli 60 anni. Oggi ci sono 439 centrali in funzione nel mondo, forniscono il 6% di energia e il 17% di elettricità a livello globale, meno dell'idroelettrico: vi pare questa la soluzione? Se si raddoppiasse il numero delle centrali, l'uranio finirebbe più in fretta e (petrolio docet) costerebbe molto di più. Votiamo per il sole, il vento, l'acqua, e il futuro.