mercoledì 5 dicembre 2012

il dialetto bresciano

Sono grato al mio vecchio Maestro delle elementari, si chiamava Lucchese, che amava la terra bresciana e a noi bambini, che facevamo ancora fatica a leggere e scrivere in italiano, aveva fatto comperare un estratto della "Melodia e Congedo" del poeta bresciano Canossi. E imparavamo la storia di Brescia, le dieci giornate, leggendo (e scrivendo!) anche in dialetto, quello che Canossi così definisce: «Chè 'l nòst dialèt dè ö e dè ü, issé sgrèz / chè 'l par dè sgagnà sas e dè spüdà / e chè 'l ruìna j'öcc a chi la lèz« («Perché il nostro dialetto di ö e di ü, così grezzo / che pare di addentare sassi e di sputare / e che rovina gli occhi a chi lo legge»). Mi piacerebbe sapere quanti leghisti sono in grado di comprenderlo e di scriverlo... L'altra passione del mio Maestro erano i cori alpini: una volta ogni tanto c'era l'ascolto in classe dei dischi del coro della S.A.T.! Quelli invece, su disco, da piccolo non mi hanno mai appassionato. Ma ascoltare un bravo coro alpino dal vivo è spesso una sensazione fantastica.