sabato 15 ottobre 2011

 Eh si, c'è pure la giornata del lavarsi le mani! Quante volte abbiamo visto uscire allegramente dai bagni degli autogrill persone che non si sono  lavate le mani? Quanti capi del personale ho visto uscire dai bagni senza lavarsi, e poi stringere le mani a tutti? Bleah!
Per conto mio, da tempo cerco di limitare le strette di mano al minimo possibile...
Comunque, nel 1932  il fascismo l'aveva sostituita con la pagliacciata del "saluto romano", adducendo, tra le varie motivazioni, anche quella che il saluto romano "è più igienico".


Note curiose:  sul finire del 1939 a cura del Partito Nazionale Fascista, venne pubblicato un libro dal titolo "Vademecum dello stile fascista". Esso conteneva i Fogli di disposizioni del segretario Achille Starace, giudicati di grande importanza per insegnare agli italiani - come scriveva nella prefazione Asvero Gravelli - quali dovevano essere lo stile e le norme di vita dei veri fascisti. E' da questa raccolta  che sono tratti i brani che seguono.
(I Fogli staraciani uscirono quasi quotidianamente dalla fine del 1931 all'ottobre del 1939).


- Il saluto romano non impone l'obbligo di togliersi il cappello.
- Il verbale di una vertenza fra camerati è stato chiuso con la formula: "Si sono riconciliati con una stretta di mano". La formula da adottare deve invece essere questa: "Si sono riconciliati salutandosi romanamente".
- In qualche angolo morto, non solo si è rimasti ancorati alla stretta di mano, ma accade anche che qualcuno resti mortificato quando gli si fa notare che si saluta romanamente. Sono tipi da studiare, come quelli che, salutando romanamente con molta cautela, fanno anche la riverenza.
- "Dedito alla stretta di mano", ecco la nota caratteristica da segnare nella cartella personale di chi persista in questa esteriorità caratteristica di scarso spirito fascista. L'annotazione è necessaria. L'esperienza fatta in questo campo ha dato eccellenti risultati per la valutazione di alcuni tesserati.