Cari lettori, anche se non siete dei matematici, come il nostro Marco Buratti, che in ultima pagina compone il suo palindomo settimanale (ed è autore per Liberilibri di "E poi Martina lavava l'anitra miope"), ciò non vi impedisce di giocare con le parole. Basta intedersi sulle regole.
«Quando un topo appare sazio / noi diciamo che è un topazio. / Quando un bue porta il fardello / noi diciamo che è un budello / Quando un cane fa il maldestro / noi diciamo che è un canestro». Così su «Topolino», il 25 agosto 1955, si giocava con le «parole-valigia», dette anche portemanteau word in onore di Lewis Carroll che in Attraverso lo specchio (1871) chiamò così un baule in due parti staccate, una delle quali entrava nell'altra come una scatola entra in un coperchio che la racchiuda completamente.
L'effetto può sembrare complicato (nei casi migliori non lo è) ma la regola è semplice. Si prende la testa di una parola e la coda di un'altra parola, come in Motel o in Eliporto. Italo Calvino, traducendo I fiori blu (1965) di Queneau ha inventato «tossulta» (tossisce e sussulta). Umberto Eco, riferendosi a Finnegans Wake (La veglia di Wake) (1939) di James Joyce, li ribattezza "finneghismi": Arfabeto, Sistema di scrittura per cani; Colfinger, Agente segreto sotto le mentite spoglie di collaboratrice domestica; Sentimmenthal, Canzone di Wanda Osiris per spot pubblicitario; Vampirla, Discendente inetto del conte Dracula; Oromogio, Swatch che suona solo le ore tristi; Autograal, Posto di ristoro per Cavalieri della Tavola Rotonda; Ermafrodato, Transessuale ingannato da chirurgo pasticcione; Cornitologo, Etologo che studia l'adulterio tra uccelli; Dentifreezer, Borsa termica per conservare le dentiere; Istetrica, Levatrice in preda a crisi di nervi; Cannarino, Piccolo uccello dedito all'uso di droghe leggere.
Da Eco vengono le istruzioni anche per gli «ircocervi»: «Fondere insieme il nome di due personaggi noti in modo che al nuovo personaggio si assegni un'opera che ricordi alcune caratteristiche dei due personaggi originari. Il termine "ircocervo" designa un mostro mitologico, metà caprone (irco) e metà cervo». Qualche esempio basterà a chiarire la regola; Achille Bonito Olivolà (autore), Saclart (opera); Arthur Rambo, Uno stallone all'inferno; Danton Alighieri, Guelfi e Giacobini; Edgar Allan Fo, Racconti del mistero buffo; Guglielmo Marcuse, La radio a una sola rete; Ilona Stalin, Il culo della personalità; Jean-Luc Gondrand, Sino all'ultimo trasporto; Jerry Lewis Carroll, Alice nel paese dei picchiatelli; Marcel Prost, Alla ricerca del tempo migliore.
Come vedete, è un bel gioco anche perché offre splendide occasioni per coniugare la cultura alta con quella popolare. Un altro gioco consiste nel cambiare una lettera a una parola nota per creare un neologismo per poi definirne il significato. Nel suo Bestiario dell'impiegatto, Gianni Zauli propose la Falegna (grossa farfalla notturna che taglia e sega rami e alberi in continuazione), il Crèm Camel (camelide con una sola gobba gelatinosa dal dolce sapore di zucchero caramellato), l'Ippocondriaco (cavallo molto apprensivo per la propria salute), la Ranalfabeta (anfibio incapace di leggere e di scrivere). Lo spostamento o la sostituizone di singole lettere, e i significati divertenti e equivoci che possono generare, possono riguardare anche i proverbi o i detti memorabili Eco e De Mauro scrissero 99 proverbi strutturalisti, tra cui Chi Lacan l'aspetti, Il Propp stroppia, Derrida bene chi scrive ultimo, Vedi Peirce e poi Morris, La lingua batte dove il senso duole. Antonio Porta sul vecchio «Alfabeta» popose proverbi come: «Un nano lava l'altro» e «Dio li fa e poi li accoppa».
Guido Ceronetti, sulla rivista «Il Caffè» di Giambattista Vicari, vera palesta di oulipiani più o meno consapevoli e di oplepiani ante-litteram, pubblicò altri spostamenti, usando espressioni usuali e ricavando «Un bel feto di torta», «Il lezzo coniugale», «Secrezione del Readers' Digest». A lui si deve anche uno splendido finneghismo ante-litteram (o plagio anticipato, come dicono gli oplepiani): «proustituta = meretrice che è anche lettrice di Proust».
Fermiamoci qui. Le regole dovrebbero essere chiare. Scegliete voi il gioco che preferite. Comprese le paronomasìe di Aragona, che potete applicare non solo ai libri di Calvino. Meglio se fate come Buratti e prendete spunto dall'attualità. L'effetto può essere più devastante di un editoriale. Mandate i vostri componimenti a:
letteratura.potenziale@ilsole24ore.com (oppure a.massarenti@ilsole24ore.com).
nota mia: chi volesse approfondire l'argomento dell'oulipo può andare a vedere l'articolo pubblicato sul sole:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-11-07/centomila-miliardi-calvino-160943.shtml?uuid=AYjBWthC