Bill Viola mi era piaciuto moltissimo, quando l'avevo visto a Roma. Il particolare curioso era stato che ero andato per vedere la mostra sugli Etruschi (Viola non sapevo proprio chi fosse) ed è stata la brava guida della mostra che ci ha invitato a vedere questi video.
A Roma c'erano, tra gli altri, Observance, The Crossing, Emergence
via a http://www.billviola.com/ per darti un'idea...
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NAPOLI Bastano sei video per fare una grande mostra di pittura. Specialmente se l' artista si chiama Bill Viola (nato a New York nel 1951) e la cornice è il Museo di Capodimonte di Napoli che custodisce grandi capolavori dell' arte, tra cui la celebre Flagellazione di Caravaggio. In occasione delle manifestazioni per il IV centenario della morte di Michelangelo Merisi, l' artista americano è stato invitato ad un confronto tra la sua opera e l' iconografia del grande artista lombardo. Bill Viola si fa portatore del tempo che muove le figuree fa irruzione nello spazio della pittura animandolo con il linguaggio attivo del video. Spazio e tempo trovano un intreccio che potenzia la scena pittorica di Caravaggio, evidenziando attraverso un teatro di ombre e luci, un eterno conflitto, il turbamento dei personaggi ed una violenta spiritualità che buca anche la carne, le espressioni e la postura dei corpi. I sei video in mostra, Observance, The Quintet of the Astonished, Transfiguration, Union, The Raft e Three Women, sono tutti ispirati alla storia dell' arte, ad evidenziare la poetica dell' artista americano che vuole nobilitare il mezzo e portare la sua opera nell' alveo della pittura e della sua tradizione. Observance (2002, durata 10,15 minuti) riprende l' iconografia dei quattro apostoli di Dürer: sedici figure di diverse età sfilano davatntia qualcosa che non vediamo con intense espressioni di dolore. Qui la sofferenza trova il suo giusto movimento, scuote la fissità spaziale della pittura ed arriva ad articolarsi in una polifonica iconografia in cui il dolore detta tutte le sue dissonanze. Fino a creare una sorta di visione stereofonica della sofferenza umana che passa attraverso il corpo dell' intera umanità. Anche The Quintet of the Astonished (2000, 15.20 minuti) si ispira alla grande pittura del passato ed in particolare a Hieronymus Bosch che con la sua opera ci ha consegnato l' illustrazione presurreale della meraviglia e del terrore. Attraverso il video Viola riesce a coniugare i due temi fino all' esclamazionee fissarne così ogni esito possibile. Ancora una volta l' artista americano produce un' opera di rianimazione della pittura del grande artista tedesco, sottraendola alla sua grandiosa identità di natura morta, fissata cioè definitivamente nello spazio, e spostandola in un ambito di trasfigurazione cinetica, portata oltre ogni semplice apparizione verso le morbide sequenze del sogno. D' altronde è sempre il tempo a dominare la scena, tanto che in Transfiguration (2007, 7.00 minuti)e Three Women (2008, 9.06 minuti ), Bill Viola si cimenta con due sue possibili articolazioni: velocità e lentezza. Nel primo video c' è una precisa scelta di colore: bianco e nero, un sottotono cromatico che rende indeterminata la visione della figura protagonista. Questa emerge infine dall' oscurità di grafite attraversando una soglia d' acqua per affermare che il tempo non finisce mai di finire. Al contrario Three women è l' esaltazione del colore, il premio cromatico destinato dall' artista alle tre figure femminili. E' evidente che qui si voglia sottrarre il video da ogni schiavitù puramente documentale per nobilitarne l' uso, rendendolo capace di illustrare i grandi temi della vita e della morte, della felicità e della precarietà, del dolore e della commozione. Bill Viola, con l' ausilio dei muovi mezzi cerca di andare oltre l' affermazione di Leonardo da Vinci della "pittura come cosa mentale", il fermo-immagine puro e semplice. Egli vuole commuovere lo spettatore, letteralmente muoverlo nella mente e nel corpo e sospingerlo fisicamente in un movimento d' incontro con l' immagine. Ma l' opera che maggiormente si misura con l' iconografia caravaggesca è The Raft (2004, 10.33 minuti): la ripresa ben calibrata di una performance collettiva, un gruppo di 19 uomini e donne colpito da un forte getto d' acqua che si aggrappano tra loro. Un' azione - al ralenti - altamente drammatica che evidenzia il corpo come materia dolente e nello stesso tempo resistente, il conflitto per la sopravvivenza e un' indispensabile pietas solidale di fronte alle calamità della natura o al sopruso sociale. "L' arte di Caravaggio, così come la sua vita turbolenta, fu pervasa da un' energia frenetica e inappagabile, che sembrava emergere dalle profondità della terra. La sua più grande conquista può essere in ultimo la sua miracolosa unione di colore e carne. Caravaggio anelava all' incarnazione", afferma Bill Viola. In fondo i due artisti, seppur a distanza di 4 secoli e in diversa maniera per tecnica ed esiti formali, anelano entrambi ad incarnare ognuno per sé lo zeitgeist della propria epoca, spirituale quella di Caravaggio e tecnologica quella di Bill Viola. Entrambi vogliono letteralmente dar corpo allo Spazioe al Tempo, per affermare la condizione dell' uomo in perenne conflitto con la propria natura e comunque anelante ad una pacificazione che soltanto le forme dell' arte riescono a conquistare. Movimento della memoria a futura memoria. - ACHILLE BONITO OLIVARepubblica — 18 dicembre 2010 pagina 52 sezione: CULTURA