domenica 5 dicembre 2010

Ecomafie 2010, ombre su Brescia

In Lombardia la provincia di Brescia è prima per illegalità legate al ciclo dei rifiuti. A dirlo è il rapporto "Ecomafia 2010" che Legambiente Brescia presenterà lunedì 6 dicembre alle 18 nella sala Piamarta di via San Faustino in città. 

I numeri sono inquietanti per tutta la regione, e anche la Leonessa d’Italia non ne è indenne.
Secondo il rapporto annuale, scritto da Legambiente e dall’associazione Libera di don Ciotti, la provincia di Brescia è la prima nella triste classifica delle illegalità legate alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, con 31 infrazioni accertate nel 2009. Seguono Pavia con 28 e Cremona con 23. In tutta la regione in questo settore, a vario titolo, i reati sono stati 153, 241 le persone denunciate e 55 i sequestri. Solo il traffico illecito di rifiuti in Lombardia, come regione di partenza o di transito, è stato accertato in 14 casi, il 9,2% del totale italiano.
Ma Brescia indossa la maglia nera anche per un altro reato ambientale: quello del ciclo illegale del cemento, che passa per l’abusivismo edilizio, gli appalti pubblici truccati fino alle escavazioni illegali nei fiumi. In questa particolare classifica, la nostra provincia è terza per numero di reati (36), dietro a Bergamo (42) e Sondrio (81). Durante tutto l’anno scorso, in Lombardia sono stati accertati 254 reati di questo tipo, con 312 denunce e 23 sequestri. In totale, la nostra regione nel 2009 ha totalizzato la bellezza di 855 infrazioni contro l’ambiente, che hanno portato alla denuncia di 865 persone su tutto il territorio. Inoltre la Lombardia è stata protagonista per il 34% delle grandi inchieste italiane sui traffici illeciti di rifiuti.
Il rapporto completo "Ecomafia 2010" verrà presentato lunedì. Nella serata, presentata dal giornalista Thomas Bendinelli, interverranno Nicola Maria Pace, procuratore distrettuale antimafia di Brescia che si è occupato personalmente di alcune di queste inchieste, ed Enrico Fontana, coautore e responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente. "Abbiamo la sensazione, parlando con i magistrati inquirenti, che i dati emersi siano solo il 5-10% della realtà e che il fenomeno della penetrazione mafiosa sia molto più avanzato anche a Brescia", ha detto Carmine Trecroci, docente di economia e finanza all’università cittadina e vicepresidente di Legambiente Brescia.
"Polizia e carabinieri si stanno impegnando molto, ma il fenomeno è stato finora sottovalutato a vari livelli. In particolare per quanto riguarda il riciclaggio di denaro sporco, proveniente da racket o spaccio di droga, attraverso il subentro nel controllo di aziende considerate pulite".

DA QUIBRESCIA.IT sabato 04 dicembre 2010