lunedì 13 dicembre 2010

Parco Ticino: sfrattato il più grande centro per le cicogne della Lombardia

Ho chiesto ulteriori informazioni al Comune di Zerbolò, aspetto risposta.
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L'amministrazione comunale sfratta le cicogne bianche. Con una decisione che non tiene conto degli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni, il comune ha deciso di scrivere la  parola 'fine' al progetto di reintroduzione dello splendido esemplare che si considerava quasi estinto dai cieli della Lombardia. Da oggi quindi le cicogne dovranno cercarsi una nuova casa perchè il Comune ha deciso di costruire una balera dove oggi si trova il centro cicogne.


Tutto questo sta accadendo a Zerbolò, piccolo centro della pianura pavese tagliato in due dall'autostrada Milano – Genova, dove negli ultimi dodici anni oltre 50.000 persone si sono recate a visitare “Cascina Venara”, dove le associazioni ambientaliste - prima la LIPU, poi la Onlus Olduvai, e ora Legambiente - si sono alternate nella gestione di quello che, grazie anche ad un investimento del Parco del Ticino per la ristrutturazione dei vecchi immobili, è diventato il più grande centro lombardo per il ripopolamento  - “restocking” - della cicogna bianca. Un progetto seguito da esperti e volontari per accudire il più grande nucleo lombardo del maestoso volatile che altrove, in Europa, ha fatto felici non solo i bambini ma anche gli operatori turistici. E le premesse perchè un simile, forte richiamo per il turismo naturalistico potesse svilupparsi anche nel Parco del Ticino c'erano tutte: infatti dall'avvio fino ad oggi le prime cicogne, giunte dalla penisola iberica e accudite in grandi voliere, si sono trovate molto bene e hanno avuto un notevole successo riproduttivo, permettendo ogni anno di liberare coppie adulte nidificanti nei dintorni e, soprattutto, attirando esemplari vaganti che si accoppiavano e volavano nelle campagne pavesi prima di riprendere la migrazione verso il continente africano. In questi mesi solo gli esemplari nati in voliera, avendo perso l'istinto migratorio, rimangono stabilmente a vagare nelle campagne vicine a Zerbolò, ricevendo dal centro cibo e, all'occorrenza, cure mediche per superare l'inverno.
Una bella storia dunque, che sembrava avviata a conseguire un importante risultato per la conservazione della natura in Lombardia: nel 2010 i nidi sono stati ben 13 – oltre un terzo di tutte le nidificazioni avvenute in Lombardia - e quasi tutte le riproduzioni si sono svolte con successo. Ma gli appelli degli scienziati in occasione dell'anno della biodiversità non hanno superato le mura del municipio di Zerbolò. Infatti dal primo gennaio del nuovo anno Legambiente dovrà abbandonare il centro, sfrattata dal comune che ha chiesto ed ottenuto un finanziamento regionale per realizzare un ostello al posto della cascina che, secondo le dichiarazione del sindaco Fiocchi, dovrebbe diventare addirittura una balera, alla faccia delle norme di tutela del Parco e della Comunità Europea.
“Siamo molto preoccupati per l'esito del progetto cicogna – dichiara Cristina Nera, responsabile del Centro – perchè le cicogne stanziali hanno ancora bisogno di cure: sono animali incapaci di trovare sostentamento  nei mesi freddi, quando i loro compagni vanno a svernare a ben altre latitudini. Senza il quotidiano apporto di cibo è inevitabile l'aumento di mortalità e la diminuzione delle probabilità di successo riproduttivo. Non proseguendo il progetto di Cascina Venara, il comune si assume una grossa responsabilità nei confronti del ritorno di questa specie in Lombardia”.
La Cascina in questi anni era diventata anche un punto di riferimento per il volontariato ambientale della zona: grazie ad un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo attraverso il CSV di Pavia, il circolo Legambiente Terre d’acqua aveva  realizzato un grande “giardino per gli insetti”: un vero e proprio orto botanico di antiche varietà coltivate di cereali, aromatiche e ortaggi, selezionate anche per accogliere numerose specie di coleotteri e farfalle. Un'esperienza di impegno e soddisfazione sia per gli attivisti di Legambiente che per le scuole e i gruppi di disabili che trovavano il modo di rendersi utili nella cura di questo campionario vegetale vivente.
“Dal comune non riusciamo a ottenere risposte sulla continuazione delle attività del centro – dichiara Renato Bertoglio, del circolo 'Terre d'Acqua' di Legambiente – da parte nostra ci siamo resi disponibili a valutare una possibile convivenza con i cantieri e le future attività dell'ostello, ma non arrivano risposte dal Sindaco per proseguire un'attività che fino ad oggi ha permesso a migliaia di bambini e bambine di avvicinarsi alla natura e di scoprire il Parco del Ticino”.
I tempi per salvare le cicogne e il centro parco di Cascina Venara ormai stanno per scadere, anche se si moltiplicano gli appelli in rete a difesa di questa esperienza. “Chiediamo al Parco del Ticino di far sentire la propria voce nei confronti del comune, ma nei prossimi giorni chiederemo anche a Regione Lombardia di intervenire per verificare la compatibilità dei progetti del comune: ci sembra impossibile che un contributo previsto da una legge regionale che ha per obiettivo lo sviluppo dell'accoglienza turistica nelle aree protette, possa venire impiegato per mettere a rischio uno dei più importanti patrimoni di biodiversità del Parco Ticino”. (ufficio stampa Legambiente Lombardia, 9 dicembre 2010)