lunedì 20 dicembre 2010

santa lucia

Su carasantalucia.it qualche lettera arriva, ma robetta.
Dopo settimane di ininterrotte rivelazioni, il duecentocinquantunmiladuecentottanteseiesimo cable di Wikileaks cadde nel vuoto. Era il penultimo, ma eravamo tutti troppo stanchi per prestare attenzione. Sosteneva che nel novembre 2008 il pontefice e le più alte gerarchie vaticane avevano progettato una violenta offensiva mediatica contro il Natale. Mrs Olimpia O'Doll, l'addetta all'ambasciata Usa presso la Santa. Sede, riferiva: «Fonti interne vaticane rivelano che ogni mattina, al risveglio il Santo Padre si mette a urlare paonazzo: «È uno scandallo! La sacra festa difiene celeprazione di uno sfrenato relatifismo e dell'orda del consumo! Pisogna punire qvel vecchio cialtrone infingardo... Pabbo Natale...». Il legato vaticano in Norvegia ritiene pro-
babile che il più famoso cittadino di Dr0bak verrà presto scomunicato per blasfemia. Cordiali saluti, O.O'Doll». Sfiancati dalla messe di rivelazioni (e distratti dai regali ancora da fare), i mezzi di informazione ignorarono in massa la notizia. In Italia ne parlò soltanto una piccola radio privata della Val Trompia, innescando una catena di eventi che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia e di cui presto tutti pagheremo le conseguenze.

Fu all'ora di pranzo. Gli altoparlanti del refettorio della clinica Anni Felici di Gardone Val Trompia (Brescia) diffusero la notizia, ma tra i numerosi anziani intenti a mangiare e intontiti dai tranquillanti e dall'età, soltanto una reagì. S'irrigidì - il cucchiaio della minestrina sospeso a mezz'aria - e spalancò due occhi di un azzurro cosi pieno di erre, di esse e di zeta da fare male ai denti a pronunciarlo. Era cieca da sempre. Si chiamava Lucia. Santa Lucia.
In quell'istante, ripensò ai secoli felici prima del prepensionamento, quando era lei che portava doni e dolciumi. Rivisse il trauma dell'arrivo del maledetto ciccione vestito di rosso che le avrebbe rubato per sempre l'amore dei bambini del mondo. Certo, qualcuno che credeva in lei c'era ancora. Sul sito carasantalucia.it i bimbi continuavano a scrìverle letterine per il 13 dicembre - glielo aveva detto Castaldo, il suo aiutante, l'ultima volta che era andato a trovarla - ma anche questi qui volevano solo la playstation, i gormiti e le winx. Dai suoi occhi az-zurrissimi scese una lacrima, la lacrima precipitò nel piatto e le fece sgorgare un'idea.
La notte del 24 dicembre, Lucia avrebbe ingannato l'infermiera, dando di nascosto i suoi sonniferi alla vicina di letto. Doveva restare lucida. Doveva restare sveglia. Doveva cavarsela da sola. Gesù bambino sarebbe arrivato solo dopo, a cose fatte, nasceva il 25, poer fiulin, che cosa si poteva pretendere... Alle due di notte, scivolò in vestaglia fuori dal letto e scese pian piano le scale, attenta a non fare rumore. Viveva lì da talmente tanti anni che conosceva a memoria il percorso, nonostante il buio della notte e dei suoi occhi. Sentì russare il custode e raggiunse il salone, camminando un po' rigida. Poi, si lasciò cadere sulla sedia a dondolo davanti al grande camino. Le lucine rosse sull'abete sintetico parevano ceri di un cimitero di insetti. Passarono due ore, quando d'improvviso, su su, dal camino, giunse un tramestio. «Infame palla di lardo», mugugnò la vecchia, scattando in piedi ed estraendo qualcosa da sotto la vestaglia.
Babbo Natale morì alle ore 4.37 del 25 dicembre, freddato da due colpi dì fucile Beretta s55 esplosi a bruciapelo. Lucia puntò tutto sulla legittima difesa e in commissariato fu messo a verbale: «Credevo che fosse il solito rapinatore extracomunitario».


Cose che non vanno più di moda di GIACOMO PAPI
D40
18 DICEMBRE 2010