sabato 5 marzo 2011

La scomparsa dell’etica

Anche se scomparisse dalla scena
pubblica, il Paese ormai ne è stato
già infettato. Involgarito e gradasso,
plagiato e schierato, senza più nemmeno
quel minimo senso di dignità
che ci salva dalla saccenteria petulante
e vigliacca. I segni si vedono
dappertutto. I già "onorevoli" di una
volta degradati a reggi coda. Gli
scranni delle due camere ridotti a
curve da stadio. La scomparsa dell'etica,
privata e pubblica, è così
estesa da invadere ogni settore della
vita della società e delle persone,
della associazioni e dei singoli cittadini:
l'individualismo, l'edonismo,
il narcisismo, il machismo, il darwinismo
sociale, il vendere persino se
stessi ad ogni profferta sono i nuovi
connotati dell'identità italiana. Non
molto tempo fa, Rocco D’Ambrosio, docente di Etica politica presso
la facoltà teologica pugliese di Bari e
la Pontificia Università Gregoriana
di Roma, lamentava questa débacle:
“Si riflette poco sulla natura culturale
del berlusconismo, fatto di sete
sfrenata di potere e denaro, vilipendio
delle istituzioni democratiche,
asservimento delle leggi a proprio
favore, volgarità, arroganza, razzismo,
tv spazzatura, utilizzo strumentale
della religione cattolica, offesa
della laicità dello Stato, infedeltà
personali, condotta morale, pubblica
e privata, riprovevole, autoreferenzialità.
Sono questi elementi
che vanno compresi e studiati, a
prescindere dalla scena politica: sono
il cancro della nostra Italia attuale”.
Come non dargli ragione?
Aldo Antonelli - Parroco
(lettera a il fatto quotidiano - 5 marzo 2011)