lunedì 7 marzo 2011

cultura "padana" a Brescia

Ecco un articolo da www.bresciapoint.it, che cerca di fare il punto in merito alla situazione della colonizzazione "padana" anche della musica.
E' veramente pietoso constatare quanto la ricerca delle radici culturali in salsa Lega si traduca nelle più bieche operazioni di clientelismo politico. Ma chi si ricorda dei bei tempi quando, eravamo ai primi anni '70, la Regione Lombardia non ancora formigonizzata pubblicò una quindicina di volumi dedicati alle tradizioni delle province della Lombardia, con interviste, ricerche sul campo musicale, spartiti, dischi (avevano riscoperto il carnevale di bagolino, tra le altre cose), e il tutto era distribuito gratuitamente a chi ne faceva richiesta? Il successo fu tale che i volumi andarono esauriti, per essere poi riediti da Tarantola.
E se vi capita, cercateli, anche nell'usato (la Libreria "La Fenice " di Brescia ne aveva alcuni). Ne vale la pena!
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Orchestra di Brescia: L'infinita saga del "maestro padano"
A fine gennaio 2011 si è esaurito, a tenore della determinazione dirigenziale a firma del dr. Innocenzo Sala in data 25/09/2010, l’incarico che la Provincia di Brescia aveva conferito al maestro Rojatti per lo svolgimento di attività di programmazione e progettazione in ambito musicale.
Dopo avere evidenziato fin dal 20/09/2010 le peculiari caratteristiche della vicenda che aveva portato alla nomina del collaboratore (due su tutte: la prestigiosa parentela con un ex parlamentare e ora presidente di provincia, e il "brillante" risultato conseguito alla direzione della defunta orchestra padana), Tempo Moderno si era nuovamente occupato della vicenda il 12/01/2011, sottolineando come, oltre al costo diretto costituito dal generoso compenso al musicista, le attività musicali della provincia avevano generato altri costi per un totale di circa 70.000,00 euro.

Oggi, la situazione è la seguente:

    * l’incarico al maestro Rojatti è scaduto;
    * non risulta pubblicato uno straccio di bando per ricoprire il posto che è stato da lui ricoperto fino a pochi giorni fa;
    * con un molto discutibile salto mortale contabile, il Settore Cultura dell’amministrazione provinciale ha impegnato, il 31.12.2010, la bella somma di 60.000 euro a valere sul bilancio 2010 (soldi che si dovrebbero spendere nel 2010, ma pare difficile che ci si possa esser riusciti nel pomeriggio del 31/12/2010, tra l’altro, un venerdì) per “promuovere importanti peculiarità artistiche, culturali e turistiche del territorio, incrementando in modo strategico la fruizione della musica” attraverso l’attività della “neonata Brescia Orchestra” che “assurge a simbolo dell’Ente in occasioni ufficiali connotandolo per il suo impegno culturale”;
    * con una delibera di giunta del 24/01/2011 dal contenuto piuttosto fumoso, la n. 21, il massimo organo dell’amministrazione provinciale si impegna a “perseguire la realizzazione di un grande progetto con finalità turistiche alla scoperta della presenza musicale in provincia con la collaborazione e la professionalità di operatori turistici grazie ai quali sono stati individuati itinerari e circuiti culturali, musicali e didattici di sicuro richiamo turistico” coinvolgendo la lodata Brescia Orchestra, la Fondazione Romano Romanini, l’Associazione Brescia Story, il Conservatorio; il tutto con i denari di un fondo costituito dall’erogazione dell’Istituto UBI Banco di Brescia, pari, all’apertura dell’esercizio, a 129.000 euro. Per la verità, la Fondazione Romano Romanini era già comparsa nei libri contabili del settore Cultura nel 2010 (in verità, per la prima volta), avendo ricevuto un contributo di 25.000 euro per il suo festival del violino. Di questo grande progetto, per la verità, non è dato sapere altro.

Così stanti le cose, la provincia di Brescia, oggi, sarebbe senza consulente musicale. E, soprattutto, il maestro Rojatti non avrebbe più alcun ruolo nel Settore Cultura dell’amministrazione provinciale.

Eppure, parecchie persone, in città e in provincia, hanno ricevuto una letterina datata 02/02/2011, a firma dell’assessore alla cultura (e altro) Razzi, con la quale quest’ultima invita ad assistere a un concerto di musica classica, “promosso dalla Provincia di Brescia”, e programmato per la sera del 19/02/2011 presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Il programma è costituito da “l’esecuzione delle famose sinfonie n. 1 in do maggiore op.21 e n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven”. L’invito precisa che l’evento fa parte di una rassegna (“Provincia in Musica”) e di “un più ampio progetto finalizzato alla valorizzazione della musica colta”.

Inutile abusare del tempo del lettore con l’analisi del testo dell’invito, che pure contiene spunti quasi umoristici; quel che merita sottolineare è che, anche se il suo nome non compare nella letterina dell’assessore Razzi, l’esecuzione delle famose (ma c’era bisogno di dirlo?) sinfonie beethoveniane sarà affidata all’immancabile maestro Rojatti.

Chi lo dice? Ma l’organo ufficiale: La Padania, che in un articolo del 13/02/2011 assicura che il maestro padano, ancorchè momentaneamente disoccupato, si ergerà sul podio dell’orchestra bresciana nelle auguste sale del conservatorio milanese. L’articolo precisa altresì che l’evento è offerto da varie “realtà del territorio” bresciano. Chiunque capirebbe che questo vuol dire che pagano loro, che i soldi li tirano fuori le innominate realtà del territorio.

Però, tra le determinazioni dirigenziali della solerte dirigente, e attivista della Lega Nord, che affianca l’assessore Razzi, la dott.ssa Medaglia, spunta un provvedimento del 11/02/2011 che dispone la spesa di 4400 euro per il noleggio della sala Verdi del conservatorio di Milano per la sera del 19/02/2011.

Sorgono spontanee almeno due considerazioni;

la prima: ma non dovevano offrirlo le realtà del territorio, il concerto?

La seconda: ma se l’orchestra e la sua direzione sono così prestigiose come ci ripetono a ogni piè sospinto, come mai il conservatorio di Milano non lo ospita, questo benedetto concerto?

E sì che il presidente della Provincia, che a questa cosa ci tiene proprio tanto, non ha perso occasione per ripetere quanto è bravo il maestro e quanto siamo fortunati ad averlo, visto che ci fa risparmiare 300.000 euro all’anno e fa musica riempiendo un vuoto che, fino al suo arrivo, scavava come un fiume carsico nelle nostre anime.

Già, ma c’era poi davvero, questo vuoto? Davvero fino a Rojatti a Brescia e provincia sentivamo, al massimo, suonare il campanello della porta?

Per il vero, dal 2003 a Brescia c’è un’orchestra stabile, la Brixia Symphony Orchestra, che ha eseguito concerti di “musica colta” per interi cicli e stagioni, proprio con il patrocinio dell’amministrazione provinciale (patrocinio che, a leggere l’elenco dei contributi erogati dallo stesso settore Cultura della Provincia, permane tuttora, certo a cifre ben più modeste di quelle spese per le attività del maestro padano).

Ma allora, non è solo il risparmio dei 300.000 auro all’anno a essere una favola; lo è anche l’asserita mancanza di un’orchestra stabile a Brescia, fino all’avvento dell’era Rojatti.

Verrebbe da chiedersi, allora, perchè si è pensato di dover impiantare un’orchestra nuova anziché valorizzare quella esistente. E vien da rispondere, in modo ovvio, che nessuna orchestra può permettersi due podi di direttore.

E al maestro padano un podio andava garantito.

da www.bresciapoint.it