IO continuo a pensare che il futuro dell'ecologia sta nel design: ovvero nel creare oggetti che risparmino energia, ambiente e tempo. Esemplare la storia di James Dyson, ad esempio....
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DESIGN FUNZIONALE UNA STORIA AMERICANA
La creatività che vince
Una storia umana avvincente quella di James Dyson, che ha rivoluzionato l'aspirapolvere e fondato l'omonima industria di successo. Una storia paragonabile a quella di Steve Jobs, che realizzò nel garage di casa in California, il primo Personal computer della storia, dando vita alla prestigiosa Apple. Anche James Dyson, nel deposito del suo cottage, in solitario, costruì con le proprie mani in modo artigianale più di 5mila prototipi di cicloni da sostituire ai sacchetti, uno al giorno, prima di approdare a quello giusto, attraverso speranze, delusioni e scoraggiamenti, ma sempre con ostinazione e tenacia.
La sua passione, lunga tutta una vita, per il design funzionale, nasce durante gli studi al famoso Royal College of Art, dove ha l'occasione di sporcarsi le mani, lavorando con la plastica e l'acciaio inossidabile. Dopo la laurea, idea il suo primo progetto, il Sea Truck: una motozattera. Per James l'invenzione nasce dalla frustrazione: una carriola che sprofonda nel fango e una verniciatura poco resistente diventano sorgente d'ispirazione per la sua Ballbarrow che conquista il 50% del mercato, e segna la sua prima esperienza da imprenditore. Nel 1979, James acquista i dieci migliori aspirapolvere del mercato e si accorge che si intasano subito. Curioso e dotato di uno spiccato senso di osservazione, accompagnato da un sentimento di frustrazione per il cattivo funzionamento, decide di strappare il sacchetto del suo aspirapolvere Hoover Junior. Nota uno strato di polvere depositato all'interno che ne ostruisce i pori, e diminuisce la potenza di aspirazione.
Questa scoperta rappresenterà per James Dyson la prima svolta importante della sua vita professionale. Il caso lo aiuterà a scoprire il rimedio. Durante una visita a una segheria locale, James nota come la segatura viene separata da grandi cicloni industriali. Smonta il suo aspirapolvere e gli applica un piccolo ciclone di cartone.
Il nuovo sistema funzionava in modo più efficiente rispetto a quello tradizionale con sacchetto. James Dyson inventa così all'età di 31 anni, il primo aspirapolvere senza sacchetto al mondo, con aspirazione stabile, che segnerà l'inizio di una carriera fulminante. La strada è tuttavia ancora lunga e difficoltosa prima del successo. Una dopo l'altra infatti, le multinazionali rifiutano la sua idea innovativa, più interessate a difendere i loro prodotti e l'ingente profitto proveniente dal mercato dei sacchetti. Il commento dei costruttori era sempre lo stesso: «Se esistesse un miglior aspirapolvere, Hoover o Electrolux l'avrebbero già inventato».
Fino alla meta degli anni '80 James propone la sua invenzione. Alla fine riesce a cedere la sua licenza alla società giapponese Apex Inc. Nel 1986 inizia così la produzione dell'aspirapolvere «G force». Dopo 15 anni di frustrazione, ostinazione e oltre 5mila prototipi, James lancia finalmente il Dyson DC01 con il suo nome, che diventa l'aspirapolvere più venduto in Gran Bretagna. Oggi gli aspirapolvere Dyson sono distribuiti in oltre 46 paesi nei cinque continenti a livello mondiale. È la vittoria di David contro Golia, il successo di un inventore appassionato e ostinato che «Come un eroe solitario e perseverante, trionfa sui grandi gruppi industriali con la sola grazia della sua immaginazione», come lo definisce il settimanale francese l'Express. «Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni» diceva Franklin D. Roosevelt. È proprio il caso di James Dyson, che continua a progettare e produrre prodotti innovativi, come il Dyson Digital Motor, la lavatrice a due cestelli e il più recente asciugamani Airblade.
Mentre le unità produttive e di montaggio si trovano adesso per la maggior parte in Malaysia, la sede della Dyson a Malmesbury a sud di Londra ospita la divisione Ricerca, design e sviluppo (Rds) con ben 350 persone tra ingegneri, designer e scienziati. L'approccio olistico al design bandisce le barriere tra le diverse discipline, parti di uno stesso processo. La filosofia del design Dyson: mai essere soddisfatti del prodotto e cercare sempre di migliorarlo. Per James è la funzione, che conta. Il design engineering, come lo definisce, deve partire dall'interno del prodotto verso l'esterno: il buon design deve nascere dalla funzione, per influenzare l'estetica. «I prodotti cominciano a essere belli quando funzionano bene», sostiene James. Dai bozzetti si passa al modello in cartone, poi in compensato, prima dei disegni Cad e relativi modelli di prototipazione rapida. Al centro del processo c'è sempre la sperimentazione.
Il futuro della Dyson dipende dal forte investimento in Rds, un terzo della forza lavoro, e non da piccoli investimenti e ritorni in tempi brevi con la pubblicità, alla quale vengono preferiti i redazionali. «Le relazioni con la stampa sono stati la base della mia strategia di comunicazione», spiega James, per il quale «un buon articolo vale un centinaio di pagine pubblicitarie». Una Dyson anticonformista quindi, per una nuova filosofia d'impresa, con la cultura della differenza nei confronti dell'esistente. «Proviamo a fare le cose diversamente da tutti» spiega James che incoraggia i suoi collaboratori con età media di 25 anni, a essere diversi per principio, persino nell'abbigliamento in azienda: il completo con cravatta alla businessman frena la creatività.
CHRISTIAN DE POORTER
www.depoorterdesign.it
da nova - il sole 24 ore del 20 novembre 2008