mercoledì 11 maggio 2011

La Moratti e la merda lanciata per aria

Quando si lancia la merda per aria, bisogna fare attenzione, rischia di caderti addosso....
La signora Letizia, che si professa moderata, e che pure ha un figlio inquisito per abuso edilizio commesso mentre lei è sindaco in carica, senza un minimo di pudore approfitta degli ultimi 25 secondi di un dibattito per lanciare una calunnia contro il suo avversario. E vigliaccamente lo fa sapendo che l’altro non potrà replicare. Ma si può essere così meschini e nel contempo aspirare a ridiventare sindaco di una delle città più importanti d’Europa?


Dal sito del corriere.it, scritto da Giangiacomo Schiavi:

 "Addio fair play, addio toni bassi, addio rivoluzione gentile. Moratti-Pisapia infiamma il finale di una campagna elettorale cominciata con Berlusconi in Procura e finita con i due candidati che si azzuffano su una sentenza del Tribunale. Milano, il voto, la vittoria del sindaco uscente, il possibile ballottaggio, gli scenari sul governo e sul futuro del premier, si tengono tutti assieme, adesso, dopo una quasi rissa negli studi di Sky. Il primo e ultimo faccia a faccia è animato, teso, nervoso, niente strette di mano, sorrisi taglienti: ci sono le tesi opposte sul governo della città, le accuse della Moratti all’avversario di voler islamizzare Milano con le moschee, il veleno di Pisapia sulla sudditanza dell’attuale sindaco alle lobby affaristiche, e il colpo di scena finale. Lei era amico dei terroristi ed è stato condannato per il furto di un’auto negli anni di piombo, ha detto la Moratti allo sfidante. Non è vero, la querelerò per diffamazione, ha risposto Pisapia. ] Addio fair play, addio toni bassi, addio rivoluzione gentile. Moratti-Pisapia infiamma il finale di una campagna elettorale cominciata con Berlusconi in Procura e finita con i due candidati che si azzuffano su una sentenza del Tribunale.

Milano, il voto, la vittoria del sindaco uscente, il possibile ballottaggio, gli scenari sul governo e sul futuro del premier, si tengono tutti assieme, adesso, dopo una quasi rissa negli studi di Sky (le immagini). Il primo e ultimo faccia a faccia è animato, teso, nervoso, niente strette di mano, sorrisi taglienti: ci sono le tesi opposte sul governo della città, le accuse della Moratti all’avversario di voler islamizzare Milano con le moschee, il veleno di Pisapia sulla  sudditanza dell’attuale sindaco alle lobby affaristiche, e il colpo di scena finale.

Lei era amico dei terroristi ed è stato condannato per il furto di un’auto negli anni di piombo, ha detto la Moratti allo sfidante. Non è vero, la querelerò per diffamazione, ha risposto Pisapia."



Stimolato da contributi dei lettori, Giangiacomo Schiavi integra qualche tempo dopo:


Ecco i fatti, relativi agli anni di piombo. Uno: l'arresto di Pisapia con l'accusa per banda armata e il progetto di un sequestro di persona: si trattò di un errore giudiziario, e Pisapia non venne nemmeno processato. Due: l'accusa di concorso morale nel furto di un furgone, di cui parlarono con i
magistrati i pentiti del terrorismo, Sandalo e Barbieri. Pisapia, assolto per insufficienza di prove in primo grado, potè usufruire dell'amnistia, ma in appello venne assolto per non aver commesso il fatto.
Questo lo ha chiarito Pisapia fornendo le carte dopo la trasmissione tv. Letizia Moratti ha detto una cosa non vera: chi accusa deve avere le prove, altrimenti chieda scusa. Si giudica sulla nuda e implacabile verità dei fatti. E i fatti, in questo caso, danno ragione a Pisapia.