Disposti a mangiare bistecche e polpette solo due volte a settimana, anziché quattro? A metter su la lavatrice solo se il sole splende o tira vento (pena sovrapprezzo)? A scegliere, quando è possibile, il treno al posto dell' aereo? Se questi sacrifici non vi spaventano, il Wwf vi promette un futuro ad energia pulita, senza centrali nucleari e senza effetto serra.
L' Energy Report presentato oggi, assicura, infatti, che un futuro in cui le emissioni di anidride carbonica vengono abbattute dell' 80%, i combustibili fossili, come carbone, gas e petrolio sono solo un ricordo e il mondo viene alimentato al 100% da energie rinnovabili è perfettamente possibile.
Ci possiamo arrivare, anche con le tecnologie attualmente disponibili, a metà secolo, nel 2050, in tempo per scongiurare le catastrofi del riscaldamento globale, senza rinunciare al nostro tenore di vita, ma soloa qualche distratta abitudine. E rendendo anche la vita migliore ai più sfortunati fra noi e, in generale, al pianeta.
L' obiettivo "100% rinnovabili" è, in realtà, meno remoto e ambizioso di quanto sembri. Anche un gigante del petrolio come Bp prevede, nel suo recente "Energy Outlook 2030", un tumultuoso sviluppo delle energie alternative nei prossimi anni. E il presidente Usa, Obama, ha fissato al 2035 il traguardo di un' economia americana per l' 80% ad energia pulita.
Ma l' energia pulita di Obama comprende anche nucleare e gas, che il Wwf, invece, non ritiene necessari. E le proiezioni della Bp lasciano ai combustibili fossili, ancora per decenni, un ruolo centrale. L' obiettivo del 100% affianca, invece, l' Energy Report ad altri studi, di ispirazione ambientalista.
Lo scenario che, in due anni di lavoro, una società specializzata, Ecofys, ha realizzato per il Wwf, va, tuttavia, più in là degli studi precedenti, perché si fa carico di due aspetti, spesso trascurati.
Il primo è il dovere morale di portare l' energia a quell' 1,4 miliardi di abitanti della Terra che, oggi, non ce l' hanno.
Il secondo, iscritto nel Dna del Wwf, è la protezione dell' ambiente, che costringe a decisioni difficili, ad esempio, in materia di dighe e di biocombustibili.
Il risultato è un sentiero un po' più stretto di quello prospettato in altri studi. Senza interventi, la domanda di energia, nel 2050, sarebbe il doppio di quella attuale. Di solito, gli scenari ambientalisti prevedono di stabilizzarla al livello attuale.
L' "Energy Report" prevede che, a metà secolo, sia del 15% inferiorea quella attuale, non perché spegniamo la luce più spesso, ma perché l' usiamo meglio, ad esempio con interventi più decisi sull' isolamento dei fabbricati.
Quella che serve arriverà soprattutto dall' elettricità, destinata a passare da un quarto a metà dell' energia totale, grazie anche ad un parco auto interamente a batteria.
Da dove viene questa elettricità? Non dal nucleare, che, secondo il Wwf, pone più problemi di quanti ne risolva. Anche senza nuovi progressi tecnologici, il 45% dell' elettricità può venire dal solare, sia i pannelli fotovoltaici che gli specchi delle centrali termiche. Un altro 25% dal vento, con la costruzione di 1 milione di turbine a terra e 100 mila in mare. Un 13%, bruciando legno e rifiuti. E un 12% dall' idroelettrico: meno del 15% di oggi, per minimizzare gli sconvolgimenti delle dighe sull' ambiente. Il resto, da geotermia, onde e maree che, allo stato attuale della tecnologia, possono offrire solo un contributo modesto.
Perché, tuttavia, le cose funzionino, occorre ripensare le strutture di raccolta dell' elettricità prodotta (con le "super reti" internazionali) e quelle di distribuzione (le "reti intelligenti"): per il comune utente, significa adoperare la lavatrice a prezzo scontato, se, quel giorno, le condizioni di sole e vento sono favorevoli.
L' elettricità non può, però, con le tecnologie di oggi, far fronte a molte necessità industriali e alle esigenze del trasporto pesante, via terra, mare e cielo. Per questo, l' Energy Report punta sui biocombustibili. Ma, avendo posto il paletto delle tecnologie esistenti, non può inserire nel mix i biocombustibili di seconda generazione, tratti dagli scarti vegetali, che sono, tuttora, futuribili.
C' è quindi un problema di competizione diretta con l' uso agricolo della terra. Lo scenario Wwf prevede di assegnare alla produzione di etanolo e biodiesel un sesto delle terre coltivabili, limitandosi a quelle che non hanno bisogno di essere irrigate. Ne diminuirebbero gli ettari destinabili alla produzione di alimenti. Per uscire dall' impasse, l' Ecofys propone di ridurre la terra destinata all' allevamento (oggi un terzo delle terre coltivabili viene sfruttato per crescere o alimentare animali).
Meno carne, dunque: nei paesi ricchi, il consumo dovrebbe dimezzarsi, in quelli emergenti non aumentare più del 25%. Quanto costa tutto questo? Gli investimenti previsti sono ingenti. Per adeguare agli standard di risparmio le case, ogni anno il 2-3% delle case andrebbe ristrutturato. Complessivamente, gli investimenti previsti sono dell' ordine di mille miliardi di euro l' anno.
A partire dal 2035-2040, tuttavia, i risparmi comincerebbero a superare gli investimenti. Nel 2050, il mondo risparmierebbe 4 mila miliardi di euro l' anno, sulla bolletta dell' energia. Anche i costi, d' altra parte, vanno visti in prospettiva, ad esempio delle tragedie incombenti, se non si ferma l' effetto serra.
Secondo un recente studio, già nel 2030 il mondo dovrà spendere almeno 200 miliardi di euro l' anno, per costruire dighe contro l' avanzare dei marie trasportare l' acqua nei campi devastati dalla siccità. E nuove tecnologie possono venire in aiuto: se, alla fine, si riuscirà a produrre biocombustibile direttamente dagli scarti vegetali, non ci sarà più la competizione con la terra coltivabile.
MAURIZIO RICCI
la repubblica, 3 febbraio 2011