Ciò che l'uomo moderno teme di più è ciò che in passato lodava di più: il riposo, il distacco dalle passioni e dalle ambizioni. Ciò che più desidera, la lotta per la ricchezza e per il potere, è anche ciò che lo rende nemico all'amico.
Pare che i cocainomani italiani siano in crescita continua, specie nella classe dirigente.
Vale a dire: coloro che, per censo e conoscenze, dovrebbero essere più degli altri in grado di intendere e di volere scelgono deliberatamente di non essere, per varie ore della giornata, compos sui, padroni completamente di sé.
Che cosa trovano nella droga? Dicono che toglie la stanchezza e illumina la mente, che moltiplica e prolunga il piacere sessuale, che ti dà coraggio e inventiva.
E quali i prezzi da pagare? Molti, e crescenti nel tempo: il rapporto con i fornitori esosi e infidi, la minor difesa contro le malattie, l'usura cerebrale. L'uso delle droghe, il bisogno delle droghe, è antico quanto l'umanità e nella modernità sembra necessario a sopportare i ritmi e le fatiche.
Il modo di vivere della maggior parte degli italiani che contano è una sfida mortale allo sfinimento e alle ansie.
Vi siete accorti che oggi il saluto abituale non è più «buona giornata» o «buona salute» ma «buon lavoro»?
Si è rovesciato il nostro rapporto con la vita, non più con i suoi piaceri e i suoi riposi, ma con il lavoro, nei tempi biblici considerato una condanna da pagare con il sudore della nostra fronte.
Perché l'uso della droga cresce nei Paesi più ricchi? Perché i Paesi più poveri la coltivano e gliela vendono? Perché i modi e i tempi del lavoro nella modernità ricca sono demenziali.
Sui giornali si legge degli impegni degli italiani importanti: politici, industriali, professionisti, giudici, sacerdoti. Cinque o sei appuntamenti al giorno, dal primo mattino a tarda sera, abolite quasi tutte le forme di ozio o di riposo, riprovevoli le pennichelle pomeridiane, obbligatori gli impegni di rappresentanza, ricercate freneticamente le apparizioni tv, perseguita affannosamente l'ubiquità, per essere presenti dovunque, un vizio più che una necessità, seguiti sempre da segretarie che ti ricordano la catena giornaliera degli impegni di un lavoro che, essendo diventato la più forte delle droghe, esige l'uso delle droghe chimiche per resistere.
Ciò che l'uomo moderno teme di più è ciò che in passato lodava di più: il riposo, il distacco dalle passioni e dalle ambizioni. Ciò che più desidera, la lotta per la ricchezza e per il potere, è anche ciò che lo rende nemico all'amico.
Il lato più sgradevole di questo modernissimo tempo è di essere circondato da concorrenti, pronti a eliminarti. E il ministro Gianfranco Rotondi propone anche di abolire la pausa pranzo.
Giorgio Bocca, venerdi di repubblica, 11 dicembre 2009