giovedì 14 aprile 2011

Centrali a teleriscaldamento a biomasse...un pò di dubbi

La direttiva europea
sulle energie rinnovabile prevede che un 20 per
cento del consumo di energia venga dalle
rinnovabili. Tra gli incentivi previsti ci sono
quelli per le biomasse solide: scarti agricoli e
più frequentemente, legno triturato. Ma l'Unione
Europea ha dimanticato di stabilire dei paletti
comuni circa la sostenibilità delle biomasse.


L'impiego di biomasse per la produzione di
energia elettrica può avere un senso solo se
strettamente legato al territorio
, con impianti
che non superano i 5 megawat elettrici,
finalizzati ad assorbire il surplus di uno
specifico bosco (potature boschive, cortecce e
scarti - non certo i tronchi). Questo è un
sistema effieciente e pulito, ma non basterà mai
a coprire ampie fette di fabbisogno energetico.
Ma anche per questi impianti servono paletti per
evitare che si riforniscano con biomasse a prezzo
concorrenziale (magari perché prelevate in modo
distruttivo).

Nel 2005 il Consorzio Biomassa Alto Adige,
pioniere nell'utilizzo delle biomasse avvertiva:
"in futuro sarà necessario studiare con grande
attenzione in quali siti la costruzione di nuove
centrali di teleriscaldamento sia ancora cosa
sensata. La biomassa disponibile infatti potrebbe
presto scarseggiare, mettendo cosi in moto una
spirale dei prezzi..." Il Consorzio proponeva
quindi di bloccare la costruzione di nuove
centrali.

Se si sceglie di sovvenzionare l'impiego di
biomassa come sistema, si incentiva il mercato
dei cippati e dei pellet, avviando una spirale di
non ritorno. Queste sono merci globali che
rispondono solo a due fattori: prezzo e
disponibilità. Insomma, si finirà con una
impennata delle importazioni di fibre illegali
dall'Est europeo, o dalle foreste primarie della
Tasmania.

L'Italia è già il primo importatore mondiale di
legna da ardere (per lo più dall'Europa
orientale) secondo importatore europeo di chips e
pellets.

Le biomasse già fanno concorrenza a altre
industrie divoratirci di legname: le cartiere e i
produttori di pannelli. Bastano le nostre foreste
ad alimentarli tutti? Non bastano. C'è davvero
bisogno degli incentivi alle biomasse?

La caccia alle biomasse non aiuterà a
riqualificare i boschi, che potrebbero invece
produrre legname di pregio (la quercia e il
faggio che vediamo sono quasi tutti di
importazione) con cicli di sfoltimento prudenti,
basati sulla singola pianta, sulla qualità del
suo legno, sul suo rapporto col bosco. Le
biomasse invece si basano su cippati
indifferenziati, e su volumi produttivi decisi a
monte. Ma il bosco non è una miniera. E' un
ecosistema.

da: terra! onlus