mercoledì 30 luglio 2014

Riscaldamento urbano - Regole per una città più fresca

Riscaldamento urbano
Regole per una città più fresca
C'è il riscaldamento globale e il riscaldamento locale. Il secondo è la cosiddetta isola di calore, vale a dire quel caldo evitabile che nelle nostre città ci dobbiamo sobbarcare per insipienze architettoniche e urbanistiche. Già fa caldo, il termometro è destinato a salire da qui all'eternità. E allora che si fa? Si asfaltano le strade con un bel selciato nero da abbrustolire i piedi. Si sbarrano i venti con nuove costruzioni, si fanno parcheggi invece di fontane e giardini, eccetera. Con il risultato che - soprattutto la notte - tutto il sole che ha picchiato durante il giorno ci viene restituito con gli interessi. Al punto che fra dentro e fuori le città ci possono essere fino a 5 gradi di differenza. Eppure non sarebbe difficile mitigare il riscaldamento urbano. Ci ha provato un gruppo di città europee che ha studiato per quattro anni nell'ambito del progetto europeo UHI le misure migliori per rinfrescare vie e piazze. Così Modena ha messo a punto un progetto per ridisegnare la zona artigiana posta nella parte Ovest della città, mettendo a punto una sorta di abaco delle buone pratiche anti-caldo: tetti verdi, alberature stradali, facciate e lastricati permeabili e chiari. Il tutto è stato inserito nello strumento di governo urbanistico della città, che concederà piccoli premi volumetrici a chi seguirà queste regole di buon senso architettonico.

Padova ha prodotto una guida alla progettazione "rinfrescante", analizzando diverse zone delle città mediante la termografia satellitare e arrivando così a determinare le soluzioni più efficaci: fra tutte, la combinata superfici verdi e pavimentazione "cool" sembra quella capace di abbassare di più la temperatura, ma anche la piantumazione nelle vie "a canyon" e l'uso di specchi d'acqua nelle piazze. L'importante -dicono i progettisti di UHI - è incorporare queste nuove regole nel piano dell'arredo urbano. Campione di interventi climatici è Lubljana, non a caso regina delle città europee quanto a sostenibilità. Molto questa città ha già fatto a partire dagli
anni Novanta - dalla pedonalizzazione del centro alla ciclabilità, alle auto elettriche comunali. Ora diciamo che sta curando i dettagli, con misure anche impopolari, tipo ridurre i parcheggi per auto, e i pochi che restano dotarli di una superficie a prato con specie pioniere anti-caldo. Un'altra città virtuosa che fa parte del progetto UHI è Stoccarda che può vantarsi di avere in Comune un ufficio che si occupa di clima dal 1938. Da buoni tedeschi, nella città sveva ci si è concentrati sul rinverdimento dei cortili interni alle case, ma anche su misure di respiro cittadino come il verde diffuso e la pianificazione dei corridoi di ventilazione della città, dove è severamente proibito costruire alcunché. Straordinaria la loro carta dei venti e delle correnti cittadine. Anche l'Europa centrale ha dato un contributo fondamentale alla sperimentazione con Vienna, Praga, Budapest e Varsavia. A Vienna, l'equipe di ecologia degli edifici del Politecnico, guidata dal professor Mahdavi, ha potuto constatare come la temperatura possa variare fra due vie vicine anche di 1C°, a seconda delle condizioni microclimatiche dovute alla vegetazione e alla geometria delle strade e degli edifici. Varsavia invece ha prodotto una serie di interessanti confronti da cui emergono alcune semplici regole: aumentare solo Ja dotazione del verde non sposta di tanto il termometro. Ma se ai giardini si aggiungono i tetti verdi si perdono 0,3 C°. Ancora meglio: se nel ripensare un'area sì diminuisce la cubatura degli edifici e si fa molto verde, la temperatura scende di mezzo grado. Nulli o quasi gli interventi sui condomini, per quanto verde si aggiunga. Il progetto europeo UHI (http://eu-uhi.eu), coordinato dal Centro Ambiente e salute dell'ARPA di Modena, si pone ora il compito dì rendere disponibile a tutte le città interessate modelli e linee guida per le politiche di adattamento ala mortifera cappa di caldo di città. Con notevoli vantaggi economici e occupazionali, fra l'altro.

Luca Carra
da : l'espresso, luglio 2014