"Solo
così
il capitalismo può salvare se stesso"
Intervista
al sociologo De Masi
di
LUCA
PAGNI
«è
un
dibattito che ha almeno ottant'anni. Lo diceva già John Manfred
Keynes, negli anni Trenta davanti alla Società delle Nazioni
nel suo celebre discorso su quale economia lasciare ai nipoti.
Che poi saremmo noi: per vincere la disoccupazione non c'è altra
soluzione che lavorare di meno. E occupare il tempo libero che ne
deriva incrementando le spese per la cultura o altrimenti sarà un
dramma».
Altro
che dibattito sulle 35 ore. Domenico De Masi, sociologo e
docente alla Sapienza, va ben oltre. «Sono
anni che dico queste cose e tutti continuano a scandalizzarsi: ma
Keynes sosteneva che il capitalismo ha un futuro solo con un tasso di
disoccupazione al 2 per cento...».
Professore,
quindi non è
solo una questione di scelta
di
vita. Toccherà
a tutti lavorare meno?
«Ma
è inevitabile. Abbiamo passato secoli a faticare tantissimo per
produrre poco. Poi sono arrivate la macchine, sia quelle meccaniche
che elettroniche. E stanno sostituendo il lavoro umano. Ma è
una tempesta, quella che è in corso, di cui non tutti si rendono
conto. Una progressione che la globalizzazione ha accelerato e
che sta cancellando sia il lavoro fisico ed esecutivo,
l'operaio, sia il lavoro intellettuale esecutivo, l'impiegato di
concetto. Insieme coprono oltre due terzi dell'occupazione. I
quali
verranno tutti sostituiti dalle macchine».
Ma
è
un bene o un male? E la crisi come ha inciso?
«Se
passa la crisi sarà un vero disastro. Perché l'imprenditore
che avrà più risorse a disposizione comprerà delle macchine più
efficienti e di sicuro non assumerà più persone. Perché dovrebbe
farlo? Ma da sociologi dico che è un bene che l'uomo si sia liberato
del peso di un lavoro noioso e ripetitivo, alienante. Il problema
centrale, semmai è un altro: cosa si fa nel tempo libero che
rimane a nostra disposizione? Occorre incrementare le risorse
per la cultura, perché solo occupando si cinema, arte, letteratura
l'uomo può trovare un senso per riempire il vuoto lasciato dal
lavoro. Altrimenti si fanno danni: guardi a tutto quello che ha
combinato Berlusconi nel tempo libero... »
Ma
per continuare a mantenere l'economia occorre
consumare
e avere soldi da spendere: è
d'accordo nel
dare
comunque un salario a tutti?
«Pagare
uno stipendio senza lavorare è sbagliatissimo. Occorre lavorare
drasticamente di meno.
Invece, continuiamo a pensare al lavoro come se non ci fossero
le macchine che ci hanno sostituito. Il danno vero lo fanno i
manager che da noi si vantano di lavorare 10-12 ore al giorno. C'è
uno studio che dimostra che se anche da noi gli uffici chiudessero
alle 17 avremmo 500mila posti di lavoro in più. In Germania lo fanno
e non mi pare che abbiamo una tasso di disoccupazione come il
nostro.... »
Repubblica,
17 luglio 2014
da leggere anche: http://www.dirittiglobali.it/2014/07/14/voglio-vita-part-time/