mercoledì 30 luglio 2014

Lavorare meno - "Solo così il capitalismo può salvare se stesso"

"Solo così il capitalismo può salvare se stesso"
Intervista al sociologo De Masi

di LUCA PAGNI

«è un dibattito che ha almeno ottant'anni. Lo diceva già John Manfred Keynes, negli anni Trenta davanti alla So­cietà delle Nazioni nel suo celebre discorso su quale eco­nomia lasciare ai nipoti. Che poi saremmo noi: per vincere la disoccupazione non c'è altra soluzione che lavorare di meno. E occupare il tempo libero che ne deriva incrementando le spese per la cultura o altrimenti sarà un dramma».
Altro che dibattito sulle 35 ore. Domenico De Masi, so­ciologo e docente alla Sapienza, va ben oltre. «Sono anni che dico queste cose e tutti continuano a scandalizzarsi: ma Keynes sosteneva che il capitalismo ha un futuro solo con un tasso di disoccupazione al 2 per cento...».
Professore, quindi non è solo una questione di scelta
di vita. Toccherà a tutti lavorare meno?

«Ma è inevitabile. Abbiamo passato secoli a faticare tantissimo per produrre poco. Poi sono arrivate la macchine, sia quelle meccaniche che elettroniche. E stanno sosti­tuendo il lavoro umano. Ma è una tempesta, quella che è in corso, di cui non tutti si rendono conto. Una progressio­ne che la globalizzazione ha accelerato e che sta cancel­lando sia il lavoro fisico ed esecutivo, l'operaio, sia il lavo­ro intellettuale esecutivo, l'impiegato di concetto. Insie­me coprono oltre due terzi dell'occupazione. I quali ver­ranno tutti sostituiti dalle macchine».
Ma è un bene o un male? E la crisi come ha inciso?
«Se passa la crisi sarà un vero disastro. Perché l'im­prenditore che avrà più risorse a disposizione comprerà delle macchine più efficienti e di sicuro non assumerà più persone. Perché dovrebbe farlo? Ma da sociologi dico che è un bene che l'uomo si sia liberato del peso di un lavoro noioso e ripetitivo, alienante. Il problema centrale, sem­mai è un altro: cosa si fa nel tempo libero che rimane a no­stra disposizione? Occorre incrementare le risorse per la cultura, perché solo occupando si cinema, arte, letteratu­ra l'uomo può trovare un senso per riempire il vuoto la­sciato dal lavoro. Altrimenti si fanno danni: guardi a tutto quello che ha combinato Berlusconi nel tempo libero... »
Ma per continuare a mantenere l'economia occorre
consumare e avere soldi da spendere: è d'accordo nel
dare comunque un salario a tutti?
«Pagare uno stipendio senza lavorare è sbagliatissimo. Occorre lavorare drasticamente di meno. Invece, conti­nuiamo a pensare al lavoro come se non ci fossero le mac­chine che ci hanno sostituito. Il danno vero lo fanno i manager che da noi si vantano di lavorare 10-12 ore al giorno. C'è uno studio che dimostra che se anche da noi gli uffici chiudessero alle 17 avremmo 500mila posti di lavoro in più. In Germania lo fanno e non mi pare che abbiamo una tasso di disoccupazione come il nostro.... »

Repubblica, 17 luglio 2014