sabato 3 novembre 2012

i nomi degli evasori

Mi piace questo commento pubblicato nel blog di Stefano Corradino: 

Per mettere a posto il paese dal punto di vista fiscale basterebbero pochi punti:
1. reclusione fino a 10 anni e oltre per casi con aggravanti (evasione in collegamento con altri reati come corruzione, falso in bilancio ecc.) come negli stati uniti, "eterni maestri di democrazia e virtuosismi fiscali"
2. sequestro di tutti i beni e messa all'asta oppure messa a disposizione per l'uso da parte delle autorità pubbliche
3. pubblicazione imposta (come per le sentenze pubblicate) delle liste degli evasori su giornali nazionali scelti
4. non obbligo di pagamento di un bene oppure un servizio se al momento del pagamento il venditore non presenta una ricevuta fiscale valida
5. trattati internazionali con i paradisi fiscali come quello fra le svizzera e la germania
6. possibilità di detrazioni per beni e servizi anche per il comune cittadino e non solo per aziende e professionisti
7. controlli fiscali annuali (come in molti paesi europei)
8. progressivo abbassamento del carico fiscale per aziende e professionisti che dopo il controllo risultano essere in regola con gli adempimenti fiscali

In fondo le province le hanno abolite in una notte, l'articolo 18 in poche settimane ... penso che in due o tre settimane (ma si, diamo tempo fino a natale) potranno anche decidere su questi punti   



E se anche in Italia pubblicassimo i nomi degli evasori?

di | blog de "il fatto" 2 novembre 2012
Se la pubblicazione dei redditi è prevista dalla legge per quale ragione la pubblicazione dei nomi di chi evade le tasse e porta i soldi in Svizzera può essere punibile con l’arresto? La domanda sorgeva spontanea all’indomani del processo penale ai danni del giornalista greco Costas Vaxevanis per aver pubblicato un elenco di evasori (2.059) che avrebbero scelto il più noto paradiso fiscale europeo per depositare i loro guadagni e metterli al riparo dal fisco (tra 1.5 e 2 miliardi di euro).
Articolo21, attraverso l’avvocato Domenico D’Amati aveva chiesto alla Commissione Europea di aprire una procedura di infrazione, nei confronti della Grecia qualora avesse persistito nella persecuzione del giornalista.
Ieri sera la Camera di Consiglio di Atene, con una sentenza rapida quanto il procedimento giudiziario ha assolto “l’Assange greco” dall’accusa di aver violato la privacy, il diritto alla riservatezza…dei furbi.
Una conclusione positiva perché la Grecia è tenuta, in quanto membro della Ue a rispettare il principio della libertà di informazione inscritto nei Trattati internazionali e perché sarebbe stato quantomeno incomprensibile veder punito chi denuncia un reato piuttosto che chi quel reato lo ha commesso.
Una buona notizia anche per chi in Italia decidesse di seguire le orme del giornalista greco; l’Italia detiene l’indecoroso primato europeo dell’evasione fiscale con oltre 350 miliardi di economia sommersa; praticamente un sesto del debito pubblico (e con un ex presidente del Consiglio al quale la prima sezione penale del tribunale di Milano ha inflitto, per frode fiscale, una pena a 4 anni…)
Quante pagine di giornale ci vorrebbero per ospitare i nomi di tutti i fraudolenti nostrani?
E soprattutto, cosa scatenerebbe in Italia una tale pubblicazione?