lunedì 26 luglio 2010

anche la lega tiene famiglia

Questi sì che ci tengono alla famiglia! Dopo il figlio trota, la moglie.
E mentre nelle scuole statali ci sono i genitori che ripitturano le stanze...questi qua si autoforaggiano.
Ricordo con piacere di avere imparato a leggere e scrivere il dialetto bresciano alle elementari, il mio maestro era appassionato del poeta bresciano ottocentesco Angelo Canossi (io poi ho scoperto un'altra poetessa bravissima contemporanea: Elena Alberti Nulli) e dei canti degli alpini (che devono essere ascoltati dal vivo, su disco rendono poco). Scuola pubblica, altri tempi molto meno cupi degli odierni......


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ANCHE LA LEGA TIENE FAMIGLIA

Trecentomila euro per il 2009 e 500mila euro per il 2010. Le ristrutturazioni costano,
e se c'è un aiuto statale è meglio. Quello stabilito nel decreto del ministro del Tesoro
lo scorso 9 giugno è stato particolarmente generoso con la Scuola Bosina di Varese.
Un nome che forse dice poco ai più, ma che nella Lega Nord dice molto. La Scuola
Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani (una delle associazioni della galassia
Lega nord), è stata infatti fondata nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, «maestra
di scuola elementare di lunga esperienza» (spiega il sito della scuola), ma soprattutto
moglie di Umberto Bossi. La signora Marrone è tuttora tra i soci della cooperativa che
dà vita a questa scuola materna, elementare e secondaria improntata alla cultura
locale, alle radici e al territorio. Presidente della scuola è Dario Galli, che oltre a
occuparsi di pedagogia padana è stato anche senatore della Lega. Proprio il Senato,
con la commissione Bilancio (di cui la Lega ha la vicepresidenza), ha formalizzato
l'elenco di enti beneficiari dei contributi stanziati nel «Fondo per la tutela
dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio» creato nel 2008. Un elenco
lunghissimo che comprende associazioni culturali, case di riposo, comuni,
fondazioni, diocesi, parrocchie, università e appunto qualche scuola. L'impegno
statale per l'istituto scolastico padano è complessivamente di 800mila euro per due
anni, 2009 e 2010, rubricato alla voce «ampliamento e ristrutturazione». Il
provvedimento della commissione bilancio ha anche un nome più popolare, «legge
mancia», perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti
o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore (per circa 200milioni di euro
tra Senato e Camera), ovviamente anche a fini elettorali. Non è questo il caso della
Lega e della Scuola Bosina, il cui finanziamento (certo, generoso) non serve alla Lega
per accontentare il proprio elettorato ma per sostenere un progetto in cui il Carroccio
crede molto. Basta leggere la mission dell'istituto sul sito della Lega Nord: «La Scuola
Bosina si propone come obiettivo quello di coniugare l'insegnamento previsto dagli
organismi competenti con le esigenze del tessuto sociale locale, di formare futuri
cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda,
pronti a confrontarsi con altri modelli sociali». Il metodo educativo padano si incentra
sulla «progressiva scoperta del territorio» che avviene fin dalla scuola dell'infanzia,
presentando narrazioni popolari, leggende, fiabe e filastrocche strettamente legate
alle tradizioni locali e «numerose visite guidate sul territorio, che consentono al
bambino di riconoscere da diverse angolature la propria identità».
Identità formata anche con lo studio del dialetto locale (tra cui appunto la lingua bosina, cioè il
varesino), considerato fonte di cultura e tradizione da salvaguardare. «Abbiamo
voluto questa scuola perché era fondamentale insegnare "dal basso" l'attaccamento
alle tradizioni e all'identità del territorio» disse Bossi durante una parata di ministri e
autorità, da Maroni alla Moratti, in onore dell'istituto padano. La società cooperativa,
con sede legale a Varese, ha chiuso il bilancio 2008 con una perdita di 495.796 euro,
anche se le iscrizioni non vanno affatto male. Due anni fa, raccontò Panorama, gli
alunni erano cresciuti del 25% e per la prima volta la Scuola Bosina era stata
costretta a creare le liste di attesa per i suoi studenti.
Forse da lì l'esigenza di ampliarsi e ristrutturarsi, grazie agli 800mila euro gentilmente concessi dai senatori.
Paolo Bracalini e Gian Marco Chiocci per "Il Giornale" 12/07/10.