mercoledì 24 luglio 2013

Nek e Alessandra Amoroso: recensioni ....pepate

 In questo numero del supplemento del Corriere del 7 giugno 2013 i critici musicali avevano evidentemente l'umore sotto i tacchi. Non conosco la Alessandra Amoroso. Di Nek tentai di vedere un concerto registrato, più che altro per il  fatto che il chitarrista era Massimo Varini. Non ce l'ho fatta ad arrivare alla fine, non tanto per la voce e l'impegno degli artisti, ma perchè i pezzi facevano proprio schifo...
GG



Elogio del nulla
Frasi in non-italiano. Negazione di Dio, come fu per Ligabue vent'anni fa. Suoni da emergente. È il solito prevedibile Nek


L' ultima volta che ho visto Nek era a fianco del ministro Giovanardi e di un cane antidroga, il cane Axel, mi pare a Sassuolo, in un piazzale dei bus, per propagandare un piano del governo Berlusconi contro le droghe. Ricordo di aver impiegato qualche eterno istante per distinguere Giovanardi da Axel, e di essermi vergognato per la domanda che mi picchiava in testa: «Meglio una canna o un disco di Nek? Quale dei due dà maggiore dipendenza? Poi uno magari comincia con Nek e passa a cose più pesanti, tipo Gigi D'Alessio». Ora Nek, in arte Filippo Neviani, anzi il contrario, ma non è escluso che il nome d'arte sia appunto quello e non viceversa, ha fatto un altro album, che a sorpresa si intitola Filippo Neviani.
E mi sono avvicinato con la solita prevenzione di chi ne ricorda l'esordio, sul palco dell'Ariston, con un terrificante singolo, In te, sorta di apologo antia­bortista che rifulse di luce propria solo quando ne incise una sconcertante, eppur bellissima, versio­ne, Mangoni degli Elii.
Ricordando Sting. Pensavo al fatto, nel togliere idealmente dal cellophane il nuovo Nek, con quel nome da vecchio cellulare, ingombrante, desue­to, che ogni sua canzone mi era successivamente sembrata la traslazione maldestra di Sting. In realtà anche Zucchero aveva cominciato, tra le altre mille citazioni, derubando Paul Young di ogni singolo suono. Ma poi l'aveva su­perato nelle vendite e l'aveva affittato come ciliegina su una torta sempre più ricca. Nek no. Anche se l'ha pure frequentato, Sting. Anche se ha venduto tantissimo. Ma è come se io la buttassi sul fisico con Beckham, per dire, dopo esserci andato a cena. O sull'in­telligenza con Giuliano Ferrara, badando bene a non essere io, la cena. Battaglie perse.
Riflettevo su tutto questo, poi ho spinto play. E improvvisamente, come un fulmine, un'illuminazione, un'epifania, mi si è parata davanti la sconcertante realtà. Avevo ragione.
Il disco è tremendo. Ma davvero. Lascia stare frasi come «Voglio entrarti dentro l'anima» che la mia amata maestra elementare, Medea, avrebbe segnato con dodici matite bla Lascia stare Hey Dio, un brano che dimostra l'assenza del medesimo, perché se esistesse l'avrebbe fulminato all'istante, quando gli si rivolge dicendogli «permettimi di dire qui è solo l'odio che fa notizia», e tra l'altro è sostanzialmente sovrapponibile ad analogo brano di Ligabue di ventanni fa. Lascia stare La metà di niente, con quei suoni da gruppo emergente spagnolo Anni 90 e la chitarra che sembra uscita dalla pessima cover di Creep a suo tempo eseguita dal Blasco. Lascia stare Io no mai, sorta di An Englishman in New York fuori tempo massimo. Lascia stare il mondo tra le mani, il classico rock ben prodotto - davvero, la musica gira - che sembra fatto apposta per estorcerti la più inflazionata delle preghiere: mettetegli un testo inglese, uno qualunque, magari regge. In generale, lascia stare.
Bene, ora che il grosso è fatto, colgo l'occasione per scusarmi di aver usato per Nek, al cui gel va la mia totale solidarietà, una sorta di clava. Tenga egli presente che io di musica non capisco nulla e che valuto il lavoro altrui in modo dozzinale, emotivo, incompetente. Se ne ricordi, quando riempirà il prossi­mo palasport in giro per l'Europa. Lo faccia alla facciaccia mia. E se lo vede, mi saluti Giovanardi. Bau.

Luca Bottura


Speriamo che Ferro salvi Alessandra
Sintesi di un brano di intervista (registrata) ad Alessandra Amoroso. Fegiz: Tu sai che il brano Immobile ha un attacco, ma solo l'attacco, iden­tico a un classico di David Bowie? Dall'album Space Oddity». Amoroso: «mmm mm... Non lo sapevo». Fegiz: «Ti dice nulla il nome di David Bowie?». Amoroso: «No». Fegiz: «Non sai chi è David Bowie? Del passato chi conosci come artisti?» Amoroso: «Mah, un po'. Questo non lo conosco sinceramente. Diciamo che...». Fegiz: «Lou Reed ti dice niente?». Amoroso: «No». Fegiz: «Bob Dylan?» Amoroso: «Si».
I suoi fan mi hanno accusato di averla messa in difficoltà. Ma non è vero. A me la Amoroso fa tenerezza. Ha una bella voce. Non se la tira. A me la Amoroso piace. Le voglio bene. È una forte. È una che ha fatto la gavetta (nei karaoke). Ha vinto Amici, è un fenomeno. Chi se ne frega se non conosce il senso di quello che canta. In fondo per una che fa la cantante, non sapere chi siano David Bowie o Jannacci non è grave, dai. Non è un dramma. È una tragedia. Ora apprendiamo che è in arrivo a settembre il nuovo attesissimo disco della giovane stella del pop italiano, Alessandra Amoroso. E sapete chi sarà il suo produttore? Tiziano Ferro. Che dichiara: «Lavorare in studio con Alessandra si sta rivelando un'esperienza estremamente intensa e stimolante». Non abbiamo dubbi. Una vera scommessa. Visto che la cultura musicale di Ferro è enciclopedica speriamo in un travaso di sapienza. Potrebbe essere una storia tipo il musical My fair lady e magari riuscirà anche a dire senza incepparsi «In Spagna s'è bagnata la campagna».

Mario Luzzatto Fegiz