giovedì 28 luglio 2011

Il Cavaliere d’Italia che fermò le ruspe a Brescia.

27 luglio 11.20.44
Oggetto: CAVALIERE D'ITALIA NEL PARCO DELLE CAVE
Il Cavaliere d’Italia che fermò le ruspe a Brescia. Quello che i tribunali e i comitati di cittadini non sono ancora riusciti a fare, forse ora è nelle facoltà di un uccellino. Ma non un volatile qualunque, bensì il Cavaliere d’Italia, ovvero una specie protetta dalla normativa Ue (direttiva 79/409/CEE e allegato 2009/147). Secondo questa legge, gli stati membri sono tenuti a preservare, mantenere o ripristinare i biotipi e gli habitat prescelti dalle specie protette.
E poiché il Cavaliere d’Italia (classificato con valore 11 nella scala di priorità di conservazione della Lombardia che va da 0 a 14) ha scelto proprio l’Ate 25 di Brescia e Rezzato come luogo ideale in cui nidificare, il Comitato di difesa salute e ambiente e il Comitato spontaneo contro le nocività ne hanno fatto la loro bandiera. Solo nell’Ate 25 sono state trovate 39 specie di uccelli, di cui 30 nidificanti, perciò è ragionevole credere che negli Ate limitrofi, che hanno le stesse condizioni ambientali, ne siano presenti almeno altrettanti.
Lo studio sull'ambito territoriale è stato richiesto dai comitati per questo particolare ambito estrattivo perché si trova a ridosso del parco delle cave, zona in cui l’amministrazione comunale ha in programma di costruire la cittadella dello sport, ma soprattutto perché proprio su quei terreni ci sono varie richieste per l’apertura di un secondo bitumificio (il primo, di proprietà Gaburri, è a poche centinaia di metri), di nuove cave e discariche contro le quali codisa e comitato spontanei hanno già avviato alcuni ricorsi, oltre a quelli più “storici” contro la discarica di amianto di via Brocchi nell’Ate 23.
Circa un mese fa l’amministrazione ha dato parere favorevole alla valutazione ambientale strategica per il secondo bitumificio ma alla luce di queste nuove informazioni i comitati chiedono che il tutto venga rivisto. Nel frattempo si sta predisponendo un ricorso anche contro questa procedura. Nella stessa area, poco lontano da dove è stato rinvenuto il Cavaliere d’Italia con il suo nido e due piccoli, è presente anche la ex cava Pasotti che negli anni di abbandono si è completamente rinaturalizzata e ora è diventata quella che gli abitanti della zona chiamano “l’oasi”. Ora invece è previsto il ritombamento attraverso rifiuti inerti di uno spazio in cui il verde era tornato a rinascere, con tanto di laghetto. Bisogna fermare questi progetti!.
Anche la Lipu, con la delegata bresciana Raffaella Zucchi, ha dato il suo appoggio all’iniziativa dei due comitati, così come Legambiente che per mezzo del suo presidente Isaac Scaramella ha dichiarato: “quello che succede nella zona sud di Brescia è emblematico di come sta lavorando l’amministrazione comunale che attacca sistematicamente tutti gli spazi verdi rimasti in città”.