MEDITERRANEO
La stagione di pesca si è chiusa ufficialmente il 14 giugno ma molte barche hanno continuato. L'organizzazione Sea Sheperd ha sfidato in mare aperto due pescherecci libici fino allo scontro fisico. E centinaia di animali sono stati liberati dalle reti
Battaglia coi bracconieri per salvare il tonno rosso Un attivista di Sea Sheperd
taglia le reti per liberare i tonni
ROMA - Ecologisti feriti a colpi di arpione, Marina militare che scende in campo, sub che tagliano le reti dei pescherecci. Quest'anno la stagione di pesca del tonno rosso si è chiusa con una vera e propria battaglia tra ambientalisti e pescatori. Dopo il blitz di Greenpeace 1che a Malta aveva sfidato i bracconieri del mare, è stato il turno di Sea Shepherd 2, l'organizzazione fondata dal capitano Paul Watson.
La stagione di pesca al tonno rosso si è ufficialmente chiusa a mezzanotte del 14 giugno. Ma, secondo gli ambientalisti, molte barche non si sono limitate a trascinare verso costa i tonni imprigionati nelle enormi reti utilizzate per la cattura ma hanno continuato a pescare. La risposta di Watson è stata imbarcare sulla Steve Irwin un gruppo di giornalisti europei e Vanya, il cameraman assistente di Claude Lelouch, per la ricognizione anti bracconieri condotta con l'aiuto di un elicottero.
Nelle acque territoriali libiche sono stati trovati due pescherecci libici che trasportavano due gabbie galleggianti con 800 tonni, aiutati dal Cesare Rustico, rimorchiatore con bandiera italiana. Agli ambientalisti che chiedevano spiegazioni il capitano della nave italiana ha risposto che i tonni erano stati catturati il 14 giugno e, visto che il numero superava la quota autorizzata, ha aggiunto che i tonni dentro la gabbia prevenivano da operazioni pesca di altre 7 navi libiche. Per la Sea Shepherd però queste dichiarazioni non stavano in piedi perché il 13 e 14 giugno le condizioni di tempo a mare rendevano impossibile la pesca e quindi i tonni catturati sarebbero stati pescati illegalmente.
A quel punto la situazione è rapidamente precipitata. Secondo le testimonianze raccolte a bordo della nave ambientalista, il peschereccio Rosaria Tuna ha speronato la Steve Irwin nella sezione poppiera di sinistra e uno dei pescatori ha cominciato a colpire violentemente i volontari di Sea Shepherd con un mezzomarinaio, cioè un lungo palo con un uncino all'estremità. L'equipaggio della Steve Irwin ha reagito lanciando burro rancido sul ponte del peschereccio. A questo punto i pescatori si sono ritirati all'interno e il Rosaria Tuna ha dato macchine indietro.
Nel frattempo i sub di Sea Shepherd, che si erano immersi per rendersi conto del numero dei tonni catturati e della taglia, hanno deciso che la quantità era superiore a quella ammessa e che una gran parte erano degli immaturi: la rete è stata tagliata e i pesci liberati.
"L'azione è stata poi ritentata ma la nave di Sea Shepherd è stata costretta a ritirarsi per l'annunciato arrivo di imbarcazioni militari", aggiunge Gaia Angelini, l'esperta consulente a Bruxelles delle associazioni per la difesa del mare. "La situazione del tonno rosso del Mediterraneo resta drammatica, con le popolazioni che si sono ridotte circa dell'80 per cento soprattutto per effetto della fortissima pressione del mercato giapponese che chiede tonno rosso per il sushi. Senza azioni correttive il conflitto finirà per mancanza dell'oggetto del contendere: i tonni spariranno definitivamente dal Mediterraneo".
di ANTONIO CIANCIULLO da la repubblica (21 giugno 2010)