lunedì 1 aprile 2013

Che bravo, Enzo Jannacci

Un vero peccato che i vari Tiggì, nel ricordare Enzo Jannacci, abbiano insistito su "Vengo anch'io no tu no" e "Quelli che". Come giustamente ha ricordato Moni Ovadia, Enzo Jannacci è stato grande nel cantare le storie degli ultimi, nella sua Milano. Storie raccontate e scritte spesso con Dario Fo.
Ho qui con me tre dischi che comperai nel 1968, in un Remainder's: erano editi dalla Joker, costavano pochissimo, ed erano mischiati in un catalogo che andava dai pezzi di musica classica ai canti del Far West, Mandolini napoletani e marce militari, fino ad arrivare ai canti della Cina di Mao e ai discorsi di Mussolini.
Dischi fantastici: in particolare "la Milano di Enzo Jannacci", con la mia preferita "Quella cosa in Lombardia", con lei che chiede a lui dove si andrà a fare l'amore e si ritrovano in camporella nella nebbia, con un occhio alla lambretta e un orecchio alle ultime partite.
C'è la mitica "El portava i scarp del tennis",  e "Ti te se no", storia di una Milano da dopoguerra, con la radio nuova nell'armadio e una pioggia di biglietti da mille lire..."Prendeva il treno" (prendeva il treno per non essere da meno, prendeva il treno per sembrare un gran signor), "T'ho compraa i calzett de seda " (quelli con la riga nera, lei camminava accanto a lui come una pantera, li guardavano e la gente diceva : guarda quel "pistola" che ha la donna che "rola" (batte), e lui risponde: il pistola te set ti, che te lauret tot el dì!).
"E l'era tardi" (in quella sera straca, uno va a trovare un vecchio amico, ma è tardi....) "per un basin" (che ho dato quella sera, mi han cacciato dalla balera). "M'han ciamàa" bellissima e tremenda (pioveva da tre giorni, mi han chiamato per riconoscere la mia amica trovata morta sui bastioni...e alla fine, quando ti ho vista, ho detto che non eri tu...)
Il disco "Sei minuti all'alba" parte tristissimo con la storia del condannato a morte, e poi il Soldato Nencini, (soldato d'Italia...) , e si tira su con "faceva il palo" (nella banda dell'ortica, il palo cieco che a un certo punto pensa che il bottino glielo stiano passando a cento lire alla volta, ma i suoi complici sono tutti scappati e lui è lì che manco si accorge di chiedere l'elemosina).
Il disco "Enzo Jannacci in teatro" è tratto dallo spettacolo "22 canzoni" a cura di Dario Fo, e contiene perle quali "Prete Liprando e il giudizio di Dio" e "Aveva un taxi nero" (tragedia familiare dove c'è il ladro di ruote di scorta di ciclomotore, che lui rivende per fare la vita del signore...).

Certo poi Enzo ha fatto altri pezzi molto belli, a partire da "Quelli che". Ma il cantore della povera gente nella Milano  dal dopoguerra agli anni '60, è stato veramente magico.