sabato 1 settembre 2012

inceneritore di Brescia - trattamento scorie

Torno dalle ferie e mi trovo questa sorpresa estiva...un impianto sperimentale trattamento ceneri dell'inceneritore di Brescia, che A2A vorrebbe fare a Buffalora.
Quello che mi sorprende è che il dibattito sia centrato solo  "non nel mio giardino", cioè se questo impianto sia da fare a Buffalora o meno. Dall'ultimo articolo sembra che A2A abbia ritirato l'idea: l'impianto si farà a lato dell'inceneritore.
O meglio: se la cosa funziona, l'idea sarebbe di fare un impianto del genere a lato di OGNI inceneritore italiano.
Ma l'"idea" qual è? Trattare le  300 tonnellate di ceneri leggere formatesi nei filtri di abbattimento fumi dei camini dell'inceneritore: verranno miscelate con cemento e additivi, trasformate in palline lavate con acqua, la quale si trasformerebbe in ipoclorito di sodio e calcio, da distribuire sulle strade d'inverno, mentre le sferette sarebbero vendute come sottofondi stradali e filler per edilizia.
Magico, vero? Il "rifiuto come risorsa"...! "Riduciamo ancora di più i rifiuti...!"
Ma...facciamo un passo indietro. L'inceneritore di Brescia, che era nato per bruciare 166.000 tonnellate di rifiuti l'anno su ciascuna delle due linee previste (poi divenute tre, si è aggiunta una per bruciare biomasse) ora ne brucia ben 800.000.
Le scorie prodotte sono di due tipi:  
- 131 mila tonn di scorie pesanti  (che è la dimostrazione che gli inceneritori non sostituiscono le discariche, a meno che queste scorie non vengano spalmate sotto le strade e i piazzali).
- 37 mila tonn. di ceneri, piene di metalli pesanti, composti organoclorurati e altre sostanze tossiche.
Queste ultime pericolosissime ceneri, filtrate dalle "maniche" dell'impianto  al momento  vengono spedite nelle miniere di salgemma in Germania (e là seppellite perchè pericolosissime)  al costo di 130 euro a tonnellata (corriere della sera, 24 agosto 2012).

Il progetto quindi prevede che queste scorie pericolosissime NON vengano più mandate in Germania (con un risparmio per ASM di circa 4.210.000 euro) ma vengano trattate, ridotte in sferette da rivendere come sottofondi stradali e filler per l'edilizia (e quindi guadagnarci anche lì).
Cioè, si tratta di modificare chimicamente le diossine e i vari metalli pesanti, trasformarli in sferette di vetro e distribuirli nell'ambiente.

La chimica moderna forse può fare miracoli....ma rimango dell'opinione che sarebbe molto meglio RIDURRE la quantità dei rifiuti, investire sul design e la composizione degli imballaggi, chiudere gli impianti di incenerimento che sono solo un lucroso business. E comunque il risultato di questa "sperimentazione" di riciclaggio scorie pericolose deve essere MOLTO ben monitorata dal punto di vista delle ricadute sull'ambiente.


allego un paio di articoli apparsi sulla pagina bresciana del Corriere della Sera.
C'è anche da notare un pò di balletti nei numeri: queste ceneri sono 37 mila tonnellate (Rossetti A2A 14 agosto) , 130 mila (prodotte in 6 impianti) oppure in via sperimentale ne tratterebbe 300?
GG



A2A cambia rotta «L'impianto-ceneri al termoutilizzatore»
Tramontata l'ipotesi di Buffalora. La conferma «indiretta» dal direttore della multiutility, Paolo Rosetti, ieri in commissione ambiente
L'impianto per il trattamento delle ceneri A2A non si farà a Buffalora. Ma sorgerà sul lato est dell'attuale impianto di via Codignole. La conferma «indiretta» è arrivata nel pomeriggio di venerdì 31 agosto dal direttore generale della multiutility, Paolo Rosetti, invitato a relazionare sul progetto in commissione comunale Ambiente, «bacchettato» a destra e sinistra per la mancata comunicazione con la Loggia, che ha letto del progetto (insieme ai residenti allarmati) sui giornali di Ferragosto.
Il passaggio chiave di Rossetti arriva in risposta alla domanda del consigliere Pd Fabio Capra, che chiede il ritiro del progetto su Buffalora (bocciato dallo stesso sindaco Paroli due settimane fa): «Avevamo previsto la realizzazione dell'impianto in via Chiappa perché lì c'è un sito di nostra proprietà, ma anche perché l'area sul fianco est del termoutilizzatore era occupata dai cantieri per i rifacimento dei presidi ambientali». Ma adesso che non ci sono più, quei 6 mila metri quadrati potranno ospitare un capannone di 600 metri quadri. Il cambio di localizzazione «va formalizzato dagli organismi competenti di A2A» taglia corto Rossetti a fine commissione, ma è quasi certo che sarà così.
Un happy end che in buona parte sgonfia le critiche lanciate dai consiglieri per oltre due ore, anche se restano valide le osservazioni di Nicola Gallizioli e Laura Castelletti, per i quali era giusto parlare del progetto durante l'estensione del Pgt. Tutti d'accordo (tranne Sel) nel provare a Brescia la sperimentazione, ma tutti bocciano sonoramente la localizzazione scelta, ovvero Buffalora, zeppa di criticità ambientali. Perché la multiutility non ha avvisato per tempo la loggia? «Perché non ci sembrava il caso di scomodare la giunta per un impianto che non ha emissioni e che lavorerà solo due anni» ribatte Rossetti.
E' l'ingegner Luigi Guarrera (direttore Qualità dell'Ambiente A2A) ad entrare nel dettaglio del progetto, che tratterebbe 300 tonnellate di ceneri leggere formatesi nei filtri di abbattimento fumi dei camini dell'inceneritore: verranno miscelate con cemento e additivi, trasformate in palline lavate con acqua, la quale si trasformerebbe in ipoclorito di sodio e calcio, da distribuire sulle strade d'inverno, mentre le sferette sarebbero vendute come sottofondi stradali e filler per edilizia. Sarebbe il primo impianto simile in Italia e permetterebbe di risparmiare i milioni di euro che A2A spende attualmente per smaltire le ceneri nelle miniere in Germania. «Ma è stata valutata - chiede Donatella Albini - la dispersione nell'ambiente di questi prodotti?». Rossetti dà garanzie: «i primi test in laboratorio hanno dato esisto positivo; ma saranno gli enti preposti a seguire le diverse tappe». Arrivasse il disco verde A2A potrebbe trattare le 130 mila tonnellate di ceneri pericolose prodotte dai suoi 6 impianti. Dove realizzare il vero maxi impianto? Chiede il consigliere Roberto Toffoli. «Non sappiamo - chiude Rossetti - forse faremo tanti piccoli impianti vicino ai diversi termoutilizzatori».
Pietro Gorlani 1 sett 2012

L'EMERGENZA AMBIENTALE

Impianto A2A per il trattamento ceneri, il no dei grillini e dei comitati
Movimento 5 stelle: «Iter estivo per evitare il confronto e le osservazioni». Codisa: «Buffalora già devastata, serve il parco delle cave»

Ambientalisti e Movimento 5 stelle criticano aspramente il progetto sperimentale A2A, che vorrebbe trattare le ceneri dell'inceneritore trasformandole in sale e sabbia. E l'appello va all'amministrazione di Brescia, affinchè da azionista di A2A non permetta che il quartiere di Buffalora, già martoriato, accolga l'ennesimo progetto impattante.
IL NO DEI GRILLINI - «Premesso che i residui del trattamento dei fiumi sono considerati rifiuti speciali altamente pericolosi - si legge nel loro comunicato stampa - ancora una volta si concentra in una zona come quella di Buffalora ad altissima criticità ambientale e alta densità di attività a rischio». Forti critiche anche alla tempistica «ferragostana»: «Appare evidente a chiunque che la tempistica dell’avviso pubblico è stata volontariamente calcolata per far ricadere il periodo di tempo utile per presentare eventuali osservazioni nel mese di agosto, sfuggendo quindi all’attenzione dei cittadini e comitati da sempre impegnati nella tutela del territorio. Scelta interpretata come la volontà di evitare il confronto pubblico e la partecipazione dei cittadini nei processi di Valutazione dell’Impatto Ambientale». I grillini si chiedono cosa aspetti l'amministrazione comunale a pensare «all’interesse collettivo e della salute pubblica, anziché di tutela degli interessi economici di aziende nelle quali ha l’interesse diretto derivato dalla partecipazione azionaria».
CRITICHE ANCHE DAL CODISA - «L' impianto in questione verrebbe localizzato a circa 700 metri dall’oasi (ex Cava Pasotti), una cava rinaturalizzata, luogo di nidificazione del Cavaliere d’Italia, volatile protetto e tutelato - scrive Gabriele Avalli, portavoce del Codisa -. Il Sindaco si era impegnato a sostenere e realizzare il parco delle Cave, che in questo periodo sta muovendo i suoi primi passi. L' amministrazione comunale che detiene ancora parte dell' azionariato di A2A, secondo il nostro punto di vista, non dovrebbe sostenere tale opera che verrebbe a gravare ancora di più su un territorio già martoriato che merita esclusivamente una riqualificazione positiva». «Tale opera così come quelle ipotizzate su questa zona (nuovo bitumificio Gaburri, polo logistico Italgros, discarica Castella ed altro ancora) NON sono assolutamente condivisibili. I cittadini in questi mesi hanno evidenziato alle Istituzioni la loro contrarietà con tante manifestazioni di disagio. Le vicende dell’Ilva di Taranto che in questi giorni riempiono tv e giornali, dovrebbero insegnarci che la Salute e l' Ambiente sono la priorità assoluta rispetto alle solite logiche di impresa e profitto».
16 agosto 2012